– di Martina Rossato –
“Come in un sogno”, Sindrome di MA ha pubblicato il suo primo EP, del tutto autoprodotto. Una scelta dovuta alla ricerca di una maggiore libertà espressiva, che ha permesso a Giacomo, Lorenzo, Andrea e Francesco di ricreare in questo lavoro un sound particolarmente ricercato. Il titolo dell’EP, Hai paura del buio?, ci riporta subito alla nostra infanzia, quando la paura più grande era quella di rimanere soli, in una stanza buia, rincorsi dai mostri. Il disco però non si limita a parlare di questo: è un continuo richiamo alle paure che attanagliano ciascuno di noi. Paure che nascono da bambini, ma che non ci lasciano più, neanche quando facciamo le nostre esperienze da adulti. Anzi, si trasformano, crescono con noi: diventando adulti, la paura del buio non scompare, ma cambia, diventa paura dell’ignoto, mancanza di stabilità e continua ricerca di certezze.
Hai paura del buio? ci mette davanti a situazioni che fanno parte della quotidianità, parlandone in modo fresco, con richiami alla fanciullezza. Come in una bolla, l’EP crea un’atmosfera tutta sua, dentro la quale ci perdiamo piacevolmente. Una bolla che, proprio parlando di vita quotidiana, ci prende e ci accompagna fuori dalla banalità di tutti i giorni. Fin dalla prima traccia “Avocado” ci sembra di essere trasportati lontano addirittura dalla Terra. Il desiderio di evasione è ben presente in questa prima traccia, tanto è vero che il ritornello recita: “un viaggio verso lo spazio è come in un sogno, un viaggio verso lo spazio è come in un sogno”.
In fin dei conti, che cosa ci fa veramente paura al giorno d’oggi?
La società può diventare una trappola e la sensazione di non riuscire a liberarci è claustrofobica, ci fa paura. Questo breve EP invece, con le sue cinque tracce, ci fa evadere senza difficoltà, portandoci con sé attraverso un’atmosfera leggera. Uno dei primi brani ad essere stati scritti è “Piango se non pogo”. Si tratta di una critica anche ironica alle abitudini del mondo che ci circonda, come se la felicità non potesse essere trovata se non nella superficialità di una festa. Il brano è tristemente consapevole dei difetti della realtà entro cui siamo costretti a vivere, e per questo ce ne solleva. La canzone (come poi anche tutto l’EP) esce poi in un periodo storico in cui di feste non se ne possono fare. Forse è proprio per questo che questa critica diventa ancora più sentita; anche chi non è solito frequentare feste, in questo periodo si è trovato almeno una volta a voler ricercare un po’ di spensieratezza, magari con il desiderio di partecipare a qualche concerto.
L’ultimo brano ad essere stato composto è invece “Guerra dei mondi”, che rappresenta una chiara indicazione della direzione sonora che la band vuole intraprendere, con le sue sonorità indie e la voce che si fa spazio in modo quasi irruento. La traccia che chiude l’EP è “Come in una bolla”, che parla del desiderio di scappare da quelle bolle dentro le quali spesso ci capita di trovarci e che ci fanno sentire soffocare. Il brano parla proprio della grinta che bisogna trovare per farle esplodere e ritrovare la libertà.
Eppure, penso sia proprio così che ci fa sentire questo disco: in una bolla di sapone, ma in senso positivo, questa volta. Un po’ come se ricreasse una confort zone che si adatta a tutti e alla quale tutti si adattano, nella quale ci è permesso di rifugiarci per qualche minuto. Se dovessi usare un’immagine per rappresentare Hai paura del buio?, parlerei proprio di bolle di sapone. Bolle che si librano leggere, trasparenti ma con i riflessi colorati, non bolle che ci racchiudono e non ci fanno respirare. Certo non è facile essere una bolla di sapone: da un momento all’alto c’è il rischio che esploda e che tale esplosione ci svegli dal nostro sogno di evasione dalla realtà, ma per quanto questa evasione possa essere di breve durata, vale la pena provare quel senso di liberazione. Nel caso di Hai paura del buio?, l’evasione ha una durata precisa, quella dell’EP: sedici minuti e trentotto secondi.
Senz’altro interessante è la scelta di usare una domanda come titolo, come se il disco fosse una gentile provocazione nei confronti di tutti noi che lo ascoltiamo. I Sindrome di MA si rivolgono direttamente a un “tu”, sapendo bene che quel “tu” siamo tutti. Il titolo va preso così com’è, senza stare a riflettere troppo, anche se interessante sarebbe capire cosa è il buio per ciascuno di noi. La sensazione è quella di ascoltare un disco che si adatta e fa sentire comode le personalità più diverse, senza mai cadere nella banalità di un disco semplicemente facile. È per questo che Hai paura del buio? un po’ ce lo fa passare, questo timore di vivere, dandoci la possibilità di non pensare, di agire liberamente e di lasciare alle spalle i condizionamenti della società, almeno per un momento.