– di Giacomo Daneluzzo –
dile, rigorosamente con la minuscola, pseudonimo di Francesco Di Lello, ha pubblicato il suo esordio discografico, uscito per One Shot Agency e Artist First: si chiama Rewind ed è un disco intriso di un sottile pop cantautorale caratterizzato da testi sinceri e onesti che raccontano i sentimenti e le ombre del giovane artista abruzzese, classe 1989. L’album presenta molte sfaccettature e sonorità e vede alternarsi diversi produttori e autori al lavoro nelle varie tracce, che ne hanno contribuito alla realizzazione accentuando le diverse anime del disco e del suo autore, che vediamo come co-autore e interprete di ogni brano.
Rewind ha un’anima acustica in cui a predominare sono chitarre e pianoforti vicini al folk cantautorale, ma fortemente contaminati da un’elettronica che rende il sound complessivo più radiofonico e “pop”, nell’accezione più nobile del termine. Pop è anche l’approccio lirico, l’amore descritto nelle sue diverse sfaccettature, in modo diverso a ogni traccia. Ma ciò che rende particolarmente originale la scrittura di Rewind è la capacità di dare alla narrazione delle relazioni sfumature molto diverse tra loro, in grado comunque di coesistere molto bene: ci sono dell’amarezza e della malinconia nei testi più leggeri di finoallesette, Tangenziale e Vodka, così come s’intravede della speranza e della joie de vivre nello scenario quasi desolato di vatuttobene, Stavamo veramente bene e Giganti.
Si percepisce nelle varie tracce una forte urgenza espressiva da parte dell’artista, quasi come se il fine ultimo della scrittura fosse arrivare a una catarsi, fare pace con il passato e con se stesso. Quelle di Rewind sono canzoni principalmente d’amore, ma le storie d’amore passate diventano il pretesto per parlare di sé, del proprio vissuto, del proprio approccio alla vita e al mondo e della “poetica del quotidiano” che permea la lirica dell’artista e che emerge potentemente dai testi, in cui vengono scattate fotografie molto concrete, quasi tangibili, di specifiche situazioni e specifici momenti, immortalati nella loro poesia dalla forza espressiva delle parole.
I testi hanno infatti una certa capacità comunicativa e sono in grado di portare l’ascoltatore nell’universo raccontato da dile, che in Rewind riesce a mettersi a nudo, di fronte al proprio passato a cui guarda con un sentimento a metà tra la malinconia e la consapevolezza di chi è riuscito a passare oltre, a diventare più maturo; ma quello di dile non risulta affatto uno sguardo cinico e disilluso, ma anzi quello di un sensibile osservatore della realtà a lui circostante, capace di emozionarsi e di trasmettere le proprie emozioni attraverso le canzoni.