– di Lucia Santarelli –
Un album vero, espressione sarcastica e dolce di questo tempo, che si lascia ascoltare, sfogliare e che fa percepire la grammatura delle pagine, quelle in cui hanno trovato riparo gli scatti che raccontano di noi: è Ce lo chiede l’Europa, il secondo disco di Dutch Nazari, uscito per Undamento e prodotto da Sick et Simpliciter; la sua forza era stata anticipata dai brani Calma le onde e Mirò, manifesti diversi del surrealismo 2.0, momento che stiamo dipingendo di getto e vivendo tra la veglia e il vaglio.
L’artista padovano, con la formula del rap e la scrittura d’autore introspettiva, ci coinvolge nel suo diario, flow dopo flow: ascoltando i brani risulta facile aggrapparsi a un ricordo che da
singolare diventa plurale, in modo che molti possano riconoscere, tra i versi, i frammenti del proprio vissuto.
È così che tra i beat siamo parte del tutto e di Tutte le direzioni, di Girasoli e di Così così. E non solo.
Fare musica con questi presupposti, con una tale sottile, intelligente e sana ironia, diventa ancor di più un’arte. Se l’Europa dovesse chiedercelo, sappiamo cosa rispondere.