– di Martina Rossato –
È una gelida giornata di fine novembre. Torno a casa dopo una serata dal finale dolceamaro, con forse troppe birre in corpo. Tutto. Mi sono bevuta tutto.
Apro Spotify per trovare rifugio in qualche playlist, ascoltare le mie comfort songs e dare un occhio alle nuove uscite. Sapevo che il 18 novembre sarebbe stato un venerdì particolarmente significativo per le novità discografiche. Non posso negare nemmeno che era già da qualche tempo che Gazzelle lanciava sui social vari segnali che presagivano una nuova release. Però non lo aveva detto a nessuno, fino a qualche ora fa, che oggi sarebbe uscito il suo nuovo singolo.
«Mi sono bevuto così tante bugie negli ultimi anni che sono sbronzo di me, e non passa con l’aspirina né prendendo a destri il muro. Forse esiste solo una cura per tutto questo mal di testa, ed è trovare piccoli momenti di felicità qua e là, condivisi, protetti, messi al riparo dai temporali che la gente si porta dentro. Per questo e per altri mille motivi, quando sei felice davvero tienilo per te, non lo ostentare, non lo dire a nessuno»
Quello che troviamo in “Non lo dire a nessuno” è un Flavio vicino a quello che nel 2017 cantava «Nemmeno è tutto nero», ma che non si allontana da quel sound super pop degli ultimi anni. La canzone è intima, certamente molto più vicina a “Nero” o “Tutta la vita” che a “Fottuta canzone”, il suo (ormai) penultimo brano uscito un anno fa. E sono contenta che sia così.
È bello che Gazzelle sia capace di arrivare a un pubblico così vasto (basti pensare che ha appena annunciato che l’unica data del 2023 sarà all’Olimpico), ma chi lo segue dagli esordi aveva bisogno di sentirlo di nuovo cantare sottovoce. C’era bisogno di sapere che Flavio è ancora capace di mostrare i tre litri e mezzo di malinconie che si porta dentro e non è solo “quello che piace alle tredicenni”.
«Non lo dire a nessuno, quando sei felice e ti gira la testa»
Erano mesi che aspettavo questo momento e, devo ammetterlo, mi ha musicalmente un po’ delusa. La strofa è molto dolce e delicata, come solo un abile cantautore può scriverne. Il ritornello è però uno sfogo amaro che mi convince poco: per quanto dal punto di vista lirico Flavio si dimostri ancora una volta capace di colpire a fondo, riuscendo a comunicare delusioni e tristezze, la ripetitività di quel «Io mi sono bevuto tutto» mi ha lasciata più fredda.
Forse è solo una sensazione, forse spero solo che un giorno i ritornelli di Gazzelle saranno meno cori da stadio e che tutto diventi meno brutto, ma per davvero. Anche perché nel complesso la ballad è forte e dà l’idea di essere un brano sincero, scritto quasi di getto. Eppure, sogno un Gazzelle che se ne frega di fare un ritornello orecchiabile e scritto ad hoc per essere strillato ai concerti.
“Non lo dire a nessuno” ci racconta che se stare male non vale se non lo puoi gridare, stare bene è invece un privilegio raro, da preservare e condividere solo con chi se lo merita davvero.
Ero stanca e infreddolita. Ora sento di essere nel posto giusto al momento giusto, ma non lo dite a nessuno.