– di Michela Moramarco –
Mahmood non lascia niente al caso e il suo nuovo album, dal titolo Ghettolimpo ne è la dimostrazione. Anticipato dai singoli “Rapide”, “Dorado”, “Inuyasha”, “Zero” e “Klan”, con cui l’artista ha ottenuto varie certificazioni, Ghettolimpo rappresenta un immaginario complesso, nei suoni, nei testi e nelle possibili interpretazioni.
Il nome di Mahmood è sinonimo di urban pop mescolato sapientemente al cantautorato più moderno e, perché no, dalle linee melodiche quasi più lineari, ma melismatiche. Non solo: Mahmood è un artista indubbiamente eclettico: è in grado di mantenere una certa e personale autenticità senza necessariamente vendere l’anima al diavolo-mainstream. O quasi.
E dunque, Ghettolimpo è la conferma di tutto ciò. Nel panorama musicale italiano, è un album che si pone come discostato da certe tendenze “indie tristi”, ormai decisamente inflazionate.
Come si è detto, l’immaginario creato dal nuovo album di Mahmood è complesso e sfaccettato. Si può notare un accostamento di personaggi, tratti dalla mitologia greca, dal monte Olimpo in particolare. Ma non solo: si passa da “Dei”, quindi dalla tradizione classicheggiante, a personaggi più intimi, più caratteristici della quotidianità. Si ascolti per esempio la ormai hit “Kobra”, che segue una narrazione in prima persona, decisamente introspettiva.
«Perdo la pazienza ma non giudico.»
Non solo l’irraggiungibile, non solo l’aldilà degli dèi umanizzati, ma anche uomini non deificati: tutte queste componenti rendono Ghettolimpo un album indiscutibilmente potente.
Potente anche nei suoni: si passa da ritmiche e scale armoniche orientaleggianti ad atmosfere puramente urban pop o anche r’n’b, mescolate a ottimi ingredienti di musica elettronica. Non manca l’attitudine più “ballereccia”: si pensi a “Klan” o a “Dorado”. E non c’è niente da aggiungere.
Se non che Ghettolimpo sia un album ben riuscito, questo è fuori di dubbio. Ma è anche un album collocabile in una ruota panoramica internazionale, che gira guardando il resto già dall’alto.
Mahmood è stato ancora una volta abile nell’arabescare suoni e attitudini, stili e contenuti, rendendoli fruibili e piacevoli. Si può dire che è un album su cui discutere, ma non per mettere in dubbio la validità, anzi: si potrebbe discutere su quanto sia stato intelligente pensare a un concept album simile. Ghettolimpo è fonte di soddisfazione sia per l’orecchio da discoteca, che per un orecchio che cerca testi scritti bene.
Strategia di marketing o no, non è detto che importi: Ghettolimpo rischia davvero di ridefinire le line del nuovo pop.