– di Roberta Matticola –
«I Têtes per i nostri 30 anni mi hanno concesso una licenza-premio, ho preso la mia carta d’imbarco e scelto un altro suono, per navigare nel mare che ho in testa. Ho scritto le mie canzoni e non dimentico l’amore e la rivolta». È in questo modo che Andrea Satta, voce della band Têtes de Bois, annuncia la pubblicazione del suo primo album da solista Niente di nuovo tranne te, pubblicato per Santeria Records.
Prima di raccontarvi questo disco è doverosa una premessa: se siete di fretta o volete un semplice sottofondo musicale per le vostre attività, questo disco non fa al caso vostro. Niente di nuovo tranne te è un album che richiede una grande attenzione nell’ascolto per cogliere tutte le sfaccettature musicali e le storie che racchiude. Inoltre, questo è un disco lento che va assaporato e scoperto traccia dopo traccia quindi, all’interno di un’epoca sempre di corsa, permettetevi di ascoltare un bel disco in assoluta tranquillità.
Le dodici tracce di Niente di nuovo tranne te racchiudono un disco corale nel quale si intrecciano tante storie ed esistenze, esperienze vissute in prima persona dal cantante, voci raccolte per strada o nelle stanze dell’ambulatorio dove Andrea Satta svolge quotidianamente il suo lavoro di pediatra. Niente di nuovo tranne te è anche un disco colorato nelle sue sfumature musicali, nei suoi suoni delle volte più cupi altre, invece, più allegri, raccontati anche nella copertina, disegnata dall’artista contemporanea Alice Pasquini. Da un punto di vista principalmente musicale, è ben udibile l’influenza degli chansonniers francesi e dei grandi cantautori italiani del passato – come si può ascoltare in Bellissima – che conferiscono a tutto il lavoro un’atmosfera vintage dove si incontrano folk, swing, rock e jazz.
Tanti gli ospiti presenti ad iniziare proprio dai Têtes de Bois, che firmano la profonda ed intima canzone d’amore Io amo te; a questi si aggiunge la voce graffiante di Daniele Silvestri in Maddalena, con la sua vita scandita dalla routine, quella di Giovanni Truppi in Abbi pazienza e quella di Paolo Benvegnù in Suonano le sirene, che descrive un paesaggio ansiogeno e nervoso con un mix di suoni. Tra i brani più toccanti del disco c’è sicuramente Cosa ti ricordi di tuo padre, che unisce i ricordi ad un’allegra marcia musicale fischiettata sul finale, che fa sorridere ma anche commuovere.
In una dichiarazione presente nel comunicato stampa, Andrea Satta afferma che i brani sono «il mio sguardo tra periferia e provincia, il tempo che conosco bene. Nessuna situazione estrema, apparentemente, solo quotidianità sfibrante che inesorabilmente travolge, in cui nascono e finiscono amori e ipotesi di domani». All’interno quindi di un’offerta musicale sempre più omologata, Niente di nuovo tranne te riesce sicuramente a colpire nel segno e nella memoria. È un album ben studiato non solo negli arrangiamenti, ma anche nelle collaborazioni: gli artisti, infatti, hanno un tono di voce non lontano da quello di Satta, così da creare una perfetta continuità armonica. Infine, Niente di nuovo tranne te è un disco pieno di sensazioni ed immagini talmente vivide che sembra di sognarle con gli occhi aperti.