A Le Mura non gliene frega nulla di piacerti per forza. In Sat Nam non troverete synth anni ’80 né frasi da didascalia di Instagram. Alle facili convenzioni del nuovo pop contrappongono le efficaci armi del garage rock: sfrontatezza musicale e canzoni spigolose, ruvide. C’è l’America sixties nei suoni, una psichedelia grezza stile The Seeds, con una punta di Josh Homme qui e là, ma anche l’ironia scartavetrante della scena milanese di quegli stessi anni, resa in una lingua viva, mai autocensurata, come in “Che cazzo mi frega”, mentre si profila l’ombra di un Fred Buscaglione sotto amfetamine in “Tilt” cogliendo nel segno con i boogie deviati di “Tu non capisci niente Jack” o “Tornerò in Salento a vomitare”, in un tarantiniano sovrapporsi di influenze che rendono unici Le Mura. Ad impreziosire il disco, le collaborazioni di Roberto Dell’era in “La donna giusta” – colonna sonora ideale di un Le Iene alternativo – e di Lino Gitto nella conclusiva “Bestemmierò”, notturno noir conclusivo. Bravi Le Mura, capaci di guardare al passato senza inutili sentimentalismi e al contempo divertendo.