Eccolo il nuovo progetto di Sandro Moeller aka 2Moellers, suono che come sempre ci aspettiamo sappia ben dialogare tra allegoria futuristica e solide radici terrene. Un lavoro totalmente realizzato in cuffia, dove percepisco poco prevedibili quei suoni che spezzano un fluire armonico e coerente di uno spazio digitale. Come fosse anche quella magra sensazione che il reale sia davvero un momento di rottura dai sogni, dall’immaginifico, dal pensato. In fondo il titolo recita proprio questo “Kill Your Dreams”, come invito a smettere di sognare e rompere questa confort zone di pensiero per scendere in campo con un moto reale di vita. Ed il suono di 2Moellers sa bene come coccolare tutto questo…
Interessante questo particolare di aver realizzato un disco interamente in cuffia. Quanta simbologia dietro… oppure solo scelte tecniche?
Questa è una scelta derivata dall’esperienza del precedente album (Discombobulated) creato in piena pandemia. L’intenzione, o il sogno da uccidere, era, ed è, quella di cercare di essere indipendente e soprattutto di non avere più scuse per non creare e rilasciare nuova musica. Poter produrre a prescindere da uno studio permette di avere una certa libertà. Alcuni plugin sviluppati negli ultimi anni stanno favorendo questo processo in generale.
Il titolo sembra un invito a non sognare. L’antiromanticismo… che poi nel suono digitale sembra trovare ricovero sicuro. E invece c’è tanto di romantico e di speranze futuro: insomma attiviamo a vivere e non a sognar di vivere?
Il senso è proprio questo. Il sogno viene sempre visto come desiderio primario, ma non realizzato, della propria vita, anche nella sua forma più semplice ed accessibile. Il messaggio è “smetti di sognare di fare, e concretizza il tuo desiderio, uccidi il tuo sogno”. A volte troviamo più scuse buone per non tentare, che motivi per realizzarci, guidati da una probabile paura di fallire. Il cassetto dei nostri sogni ci protegge dalle nostre paure, ma ci fa vivere nel rimpianto.
Ed il suono in tutto questo che ruolo gioca? Come si fa portavoce di questo tipo di messaggio?
Beh, prendendo anche spunto dalla precedente domanda, io non credo che il digitale abbia a che a fare con l’antiromanticismo. Credo sia un concetto sorpassato nel 2023, ed è un’altra scusa per non procedere. Oggi c’è tutto quello che occorre per fare musica e per creare suoni profondi, sognanti, caldi. “Kill Your Dreams” è una tappa di un percorso fatto in quella direzione. Anche nell’arrangiamento, lo sviluppo di ogni brano, e nello stesso percorso di ascolto dell’album, cerco di trasmettere il concetto del realizzarsi.
Che sia questo tempo che ci ha fermati a metter la fame di fare e di vivere per davvero? E non pensi che tutto questo dovrebbe farci tornare verso suoni reali e non digitali?
Io credo che il “voler fare” sia un concetto che parte inevitabilmente dal singolo andando poi ad influenzare la collettività. Quello che succede intorno a noi può certamente influire sulle nostre reazioni e, probabilmente, questo è uno di quei momenti storici in cui magari si sta elaborando il concetto del vivere e del fare conseguentemente a come sono stati vissuti gli ultimi anni. Poi ognuno ha la propria vita e i propri tempi.
In un certo senso il discorso digitale Vs analogico potrebbe essere sorpassato. Cosa è totalmente analogico oggi, tecnicamente parlando? È un discorso ampio questo, che magari richiederà un altro scambio di idee dedicato. Cercando di essere sintetico, il mio pensiero è che ogni tempo ha il suo suono. Volendo fare un esempio banale potrei parlare del vinile, il suo ritorno è semplice moda, perché il vinile era un formato adatto al modo in cui veniva prodotta ed ascoltata la musica un tempo, oggi non è certamente il miglior supporto. Poi si può comunque amare il suo suono. La modalità di questa intervista è digitale no?! Una volta non sarebbe stata possibile. Per chiudere credo che sia giusto conoscere la storia e vivere il presente guardando al futuro, non rimpiangendo il passato. Vale nella musica come nella vita. Mia opinione ovviamente.
Hai mai pensato quindi a comporre con suoni reali, ma nel senso presi in prestito alla vita e non agli strumenti? Credi sia possibile…?
Credo ci siano già diversi lavori in tal senso, magari parzialmente prodotti con questa modalità, anche recenti. Ci ho pensato più volte, magari un giorno lo farò, ad oggi sono più concentrato sul modo migliore per trasmettere le mie idee e le mie emozioni.
https://open.spotify.com/search/2moellers%20kill%20your%20dreams