– di Assunta Urbano –
Se siete degli assidui frequentatori di concerti a Roma, di certo vi siete imbattuti almeno una volta in un live esplosivo dei Joe Victor. Nel caso in cui non vi sia successo, mi dispiace per voi e tanto.
La band, a metà tra il rock‘n’roll e il folk, ha pubblicato due dischi, Blue Call Pink Riot, nel 2015, e Night Mistakes, nel 2017. Tuttavia, il gruppo si è fatto conoscere dal pubblico proprio per le esibizioni coinvolgenti, scalmanate e selvagge.
Il leader Gabriele Mencacci Amalfitano ha da poco intrapreso la carriera solista, firmandosi più semplicemente solo come Amalfitano. Il tutto senza mettere fine al percorso con i Joe Victor; infatti, alcuni componenti si sono trovati partecipi di questa nuova avventura.
Abbiamo interrotto le prove in studio di Gabriele, per parlare insieme del singolo “Maddalena”, pubblicato venerdì 23 aprile, e delle novità che riguardano il suo nuovo progetto.
Venerdì 23 aprile è uscito un singolo, che segna un nuovo inizio del tuo percorso da solista. Raccontaci, chi è “Maddalena”?
Maddalena è una mia carissima amica con cui ho condiviso molte serate, bevendo vino, in questo posto in cui vado spessissimo a Roma. La canzone è venuta fuori a caso una sera. Stavo passando un periodo non troppo felice per vari motivi e mi sono confidato con lei dei miei vari problemi, così come si fa con gli amici. C’è questo ristorante che, prima del Covid, si trasformava in un locale dopo cena. Presa una chitarra, è finita così, oltre a raccontare e a confidarsi, anche a lasciar perdere i problemi. Una valvola di sfogo, che ha fatto superare quella serata buia.
“Perché scrivo canzoni, perché devo cantare e cantare mi fa dire più cose”.
Esatto, sì, con le parole, ma con qualcosa di ancora più forte come uno strillo, un urlo, fatto bene. L’importante è cantare e far uscire fuori quello che hai dentro.
Infatti, nella canzone si percepisce questo crescendo.
Così è stata proprio quella serata. Tutto quello che sto facendo in questo periodo, da quando ho iniziato a scrivere in italiano, mi viene naturale, forse piace allo stesso modo alle persone che mi stanno vicine e suonano con me.
Dato che sia “Maddalena” che “Ti amo piano bar” sono nate in modo spontaneo, nel corso di serate qualsiasi, quanto è importante, per te, mettere la propria vita nei brani?
Conta tanto. Infatti, sto scrivendo proprio in modo documentaristico, come lo si fa tramite video o foto. Senza cadere nell’edonismo, racconto il mio percorso e credo non sia tanto diverso dagli altri, come nel Pirandello di “Uno, nessuno e centomila”. Non parlo della mia vita “speciale”, ma di quella quotidiana.
Così diventa parte anche dell’immaginario dell’ascoltatore.
I miei eccessi sono gli stessi di tanti. Mi sono reso conto negli anni che siamo tutti più simili di quanto pensiamo. Andare a un piano bar, sfogarsi con un’amica, ci siamo passati tutti. “Palermo”, ad esempio, è una canzone che parla di una litigata e delle scenate annesse. Capita a tanti di innamorarsi in una città esotica come Palermo, Atene, Catania, Napoli.
In questi anni, soprattutto a Roma, abbiamo seguito il tuo viaggio musicale insieme ai Joe Victor. Cosa pensi che spinga un artista, e ovviamente cosa ha mosso te, ad intraprendere una carriera da solista?
In realtà, è una cosa che volevo fare da sempre. Non avevo trovato, fino ad ora, la chiave di scrittura. Con una band in inglese, non essendo la tua lingua, è molto più estetico il tuo approccio. Ho scoperto tante parole in italiano, diventa più personale e mi diverto.
La svolta non riguarda, dunque, soltanto questo passaggio da band a progetto solista, ma ugualmente un cambio di scrittura, passata dall’inglese all’italiano, e un sound adesso più da ballad malinconica. Una rivoluzione a 360 gradi.
Quello è normale, stando in una band si decide in tanti. Noi, poi, con i Joe Victor abbiamo prediletto tantissimo i live, il ballo, lo sfogarsi. In realtà, mi segue ancora Marco Troni, sto continuando a suonare con Guglielmo Senatore e Giorgio Maria Condemi, che sono rispettivamente manager, batterista, e chitarrista dei Joe Victor. Giorgio suona anche con Motta. Tutti noi abbiamo un lato malinconico. Prima era come se ci fossimo specializzati in qualcosa di più rock ‘n’ roll, con dei live incendiari e adesso mostriamo un’altra faccia, con l’italiano. Ma arriveranno canzoni abbastanza movimentate anche in questo caso.
“Maddalena” è la quarta canzone pubblicata a nome Amalfitano, dopo le precedenti “Palermo”, “Marilyn” e “Ti amo piano bar”. Ci anticipi qualcosa riguardo al disco di prossima uscita?
Sto pensando a tantissime cose a riguardo, ma ancora non posso svelarle, purtroppo. Sto cercando sicuramente di creare un album molto diverso da come l’avevo pensato in un primo momento. Queste canzoni le avevamo registrate due anni fa, così anche “Maddalena”, che sarebbe dovuta uscire a marzo 2020. Il Covid ha dilatato troppo i tempi. Nel frattempo, sono state scritte tantissime altre canzoni. Quindi, ci saranno tante sonorità diverse. Non so quando uscirà, spero il prima possibile.
È molto bello che “Maddalena”, nonostante sia stata scritta due anni fa e sarebbe dovuta uscire nel 2020, sia comunque molto contemporanea.
Ti posso dire una cosa? È più attuale adesso che prima! [ride ndr.] All’uscita a mezzanotte, ho fatto tipo il rito di ascoltarla ed è sembrata molto più adatta ai giorni d’oggi! Anche per il sound, ha più piglio adesso. Questa solarità, il modo di affrontare i problemi con autoironia, che, tra l’altro, è diventata la protagonista dei miei testi.
Tutte le canzoni, come tu stesso mi hai citato nel caso di “Palermo” hanno in comune il mare, in uno strano senso. Le sonorità dei Joe Victor, ad esempio, sono perfette per una festa notturna in spiaggia, mentre quelle di Amalfitano hanno un sapore da tramonto. Dove immagineresti, invece, di ascoltare il tuo nuovo disco?
Ovunque, in qualsiasi parte del giorno, basta che sia in macchina. Non è un viaggio musicale, è un album “da viaggio”.
Per concludere, Maddalena sa di questa dedica? Cosa ne ha pensato di questa “canzone a caso”?
Maddalena è contenta. Un po’ imbarazzata, perché le hanno dedicato anche altre canzoni, che però non hanno il suo nome.