Il 26 novembre è uscito “Ero romantica”, il nuovo album dalla doppia anima di Arisa, a cui la stessa cantautrice si dichiara molto legata. Primo disco da indipendente, il cui scopo primario è stato quello di rendere uniforme qualcosa che per eccellenza non lo è, cioè cantare delle varie sfaccettature dell’essere umano. Arisa con questo album si è voluta classificare prevalentemente con due aggettivi: «romantica» e «sexy», poiché una cosa non esclude un’altra. Anzi, della seconda, dice: «È una parte che ho sempre avuto ma di cui mi sono sempre vergognata, un po’ anche per il pudore derivato dalle mie origini. La sfera romantica, invece, voi tutti la conoscete molto bene, ma questa volta l’ho esplorata in altro modo, con l’amore, con considerazione, con positività. Questo è il mio mood del momento: c’è una parte dentro di me che vuole esplorare il suo corpo, vuole esplorare l’amore fino al limite del possibile, e un’altra che vuole celebrare l’amore, quello più platonico, quello più romantico, che vuole celebrare l’accoglienza, l’umanità, la diversità e lottare per la giustizia». Ecco che cosa ha raccontato nel corso della sua conferenza stampa.
Un brano prende il titolo “Maddalena”; perché questo nome di donna, così simbolico?
“Maddalena” è una canzone che metaforicamente descrive uno dei fraintendimenti più eclatanti della storia. Maria Maddalena era una persona molto vicina a Gesù, una sua sostenitrice, una donna benestante che aveva deciso di vivere da sola per seguirlo. E poi si dice anche che sia stata sua moglie; nonostante la sua opera di sostentamento delle parole del Cristo, è stata relegata dagli uomini come colei che va all’inferno, perché peccatrice. Allora è successo che ho deciso di scrivere questa canzone descrivendo una Maddalena che torna dagli inferi e viene a riscuotere quello che le spetta: la giustizia, il fatto che lei non può essere giudicata solo perché non aderisce ai canoni di come deve essere una donna. Mi piace molto questa canzone perché si chiede se il corpo sia reato; io mi sono sentita sempre molto colpevole di avere un corpo formoso perché “quando piaci è anche per colpa tua”. Invece adesso ho la consapevolezza che gli anni passano, io ne ho trentanove e non ho più tempo per dare la precedenza alle idee degli altri, voglio celebrare la mia vita, il mio corpo, la mia bellezza che sicuramente non è assoluta ma è la mia. “Maddalena” è il simbolo della donna che vale perché ha il suo spazio nel mondo e si fa spazio nel mondo.
Se in questo brano dovessi usare delle donne contemporanee chi sceglieresti invece di far riferimento a personaggi storici come Maria Maddalena?
Penso che non parlerei di donne famose, ma di donne senza volto e senza voce che ogni giorno, senza lodi, senza aver mai ricevuto un applauso, vivono in una condizione poco gratificante.
È quindi un disco universale, dedicato e tutte le donne?
Non solo a tutte le donne, è dedicato prima di tutto a me stessa e poi all’amore; un amore che a volte diventa accetazione di schiavitù, all’amore malato, e al fatto che noi cataloghiamo sempre i nostri sentimenti, le nostre azioni, e invece la cosa bella è scoprire, scoprirsi, nel rispetto altrui. La propria vita va vissuto appieno, con slancio, con sfacciataggine.
C’è una canzone che si è ispirata dalla pandemia?
“L’arca di Noè”: canzone che sogna di trovare un posto nel mondo che possa portarci al sicuro. Nel caso specifico della canzone, che possa portare al sicuro te che mi stai ascoltando e il tuo amore.
La musica però è stata fondamentale in quel periodo…
Lo è in generale, non solo per quel periodo. Anche se non è considerata come un bisogno primario la cultura ha un valore fondamentale. Ci sono cose che hanno priorità, perché si occupano del funzionamento dell’individuo; sono una risorsa per l’intelletto umano, sono anche una risorsa attraverso il quale si possono far sapere delle cose, suscitando un’emozione .
Quando hai iniziato a maturare questa gestione del tuo tempo e la consapevolezza di te stessa?
Guarda, penso che questa consapevolezza l’abbia sempre avuta. L’esperienza di “Ballando con le stelle” mi è servita moltissimo, perché prima riuscivo a fare tutto e pensavo che le potenzialità del mio corpo fossero infinite, invece adesso mi accorgo di non avere più vent’anni e del fatto che il mio corpo non è più come prima. Non bisogna perdere tempo, perché non c’è nessuno che ti valorizza, se non lo fai tu, bisogna volersi bene, capire il proprio valore, rendersi più amabili e amarsi tanto. Sentirsi liberi, vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo.
È un disco dove sono presenti tutte le fasi che vive una donna?
È esattamente una rosa che bisogna alimentare; quest’album è un fiore, un album rotondo.
Questo è il tuo primo album che pubblichi da indipendente… Com’è stato il processo di realizzazione, dal dover scegliere tutto da sola all’uscita del disco?
Sono contenta e felice, è una cosa fortemente voluta. È la voglia di fare musica, di fare cose belle, di tirare in mezzo le persone che stimo di più nel mio campo. Quando nessuno ti invita alla sua festa, tu fanne una più grande. Io non mi sentivo capita, non ero mai soddisfatta e stavo prendendo la strada della lamentela; e dato che a me non piace lamentarmi sono corsa ai ripari, rischiando anche di più, essendo un disco d’impresa: io guadagno dei soldi e li metto poi nella mia produzione artistica. Sono un’imprenditrice con una fetta di cuore molto grossa e mi prendo cura delle persone che lavorano con me.
Una canzone dell’album che vorresti si avverasse?
“Cuore”, perché è romantica, dolce, è la descrizione del momento in cui ti si apre davanti una strada di luce. E io vorrei che questa strada si aprisse ed essere felice fino all’ultimo giorno.
Quindi cosa ti auguri?
Di essere tanto felice, di essere amata.