La de-costruzione che porta ad un inevitabile ritorno all’essenziale. Da li il passo è breve verso un’idea inedita, nuove forme, edulcorazioni delle abitudini. L’amore si fa cronico, perverso, fastidioso ma anche dovuto, voluto, salvifico. E da questo si parte per fotografare l’uomo e le sue reiterazioni sociali, il suo mutuo interporsi. Ed il suono del trio campano che si firma col moniker Bia Rama diviene suono digitale, scuro, distopico dentro ossature reali, sospese, umane certamente ma forse anche non-umane. Ecco il singolo dal titolo “Atoms” che segna la nascita del loro percorso. A corredo anche un bellissimo video firmato dalla regia di Sergio Scarpetta: un vero corto-metraggio che edulcora il brano e lo riveste di una delle sue tante letture ugualmente concrete. Una dimensione interessante dentro cui ci piacerà navigare in attesa dei prossimi sviluppi.
Interessante questo primo brano, bellissimo il video… ispirazioni e direzioni? Si esce parecchio dai cliché della scena e del suono indie italiano…
Per la composizione di “Atoms” e per tutto il processo che ha portato al prodotto finale, il nostro riferimento è stato, su tutti, un disco dei Depeche Mode: Delta Machine.
In generale non abbiamo un punto di riferimento in particolare, ci facciamo ispirare da quello che ascoltiamo o studiamo in quel momento, cerchiamo di far fluire naturalmente quello che succede ed il risultato che ne viene fuori è il frutto di tutte le nostre esperienze artistiche. Veniamo dal jazz, dal rock e dalla musica classica. Tutto questo inevitabilmente finisce nella nostra musica.
“Atoms” è anche rinascita, anche verità. Eppure nel video vien fuori la bugia, la falsità, la violenza. Qual è il punto di connessione?
Secondo noi, la storia del videoclip non rappresenta altro se non una dura verità: il dolore di un uomo, così forte che lo porta a compiere qualcosa di estremo.
Con questo non vogliamo giustificare la sua azione o quello che può essere un atto di violenza, ma vogliamo spiegare come talvolta, la “non-connessione” tra gli esseri umani ci allontana sempre di più gli uni dagli altri. La violenza è la punta dell’iceberg, ciò che ci domandiamo è: riusciamo a vedere cosa c’è in fondo?
Nascete come progetto che cercava di rivestire e de- costruire brani del panorama musicale alternative e mainstream. Cioè?
Abbiamo iniziato questo percorso insieme selezionando brani conosciuti e meno conosciuti, tra quelli che preferivamo (brani come mad world dei Tears for Fears o 3 libras dei Perfect Circle per citarne qualcuno), li abbiamo “spogliati” della loro veste originale e provato a dargli un nuovo vestito, un arrangiamento del tutto diverso. Li abbiamo “usati”, se così si può dire, per sperimentare e trovare un nostro suono.
Il prossimo passo? Un altro singolo, un disco…
A breve uscirà il nostro primo EP! Contiene altri brani inediti e una cover.
E del suono e della sua ricerca? Cosa state cercando in particolare per il vostro prossimo futuro?
Il progetto proviene da un lungo tempo passato in studio proprio per il bisogno di ricercare un suono che esprimesse ciò che siamo, i nostri ascolti e l’ identità musicale di ognuno di noi. Per il prossimo futuro, vogliamo continuare a produrre e comporre inediti con lo stesso spirito di ricerca che, chissà dove ci porterà!?