Eponimo disco per il chitarrista e cantautore Marco Viccaro Bucalone che in arte conosciamo come BUCALONE. Una seconda prova che celebra a pieno il suo mondo musicale, non solo come chitarrista e polistrumentista, ma anche come idea spirituale della forma canzone e del mood che pervade la sua formazione. Carriera di lungo corso al fianco anche di grandi nomi, questo disco ha con se 9 inediti con una sola canzone in italiano dal titolo “Vedrai”, e poi una bellissima prova strumentale di bella chitarra acustica dal titolo “Love Children”… e poi il soul nero di pelle, il blues e quel santo pop di origini americane che di sicuro non potrà mai abbandonarlo. Un disco simpaticamente arrogante, ricco di ambizioni e sicuro soprattutto nelle linee vocali, fresche e mai incerte, sicure di quel mestiere musicale che ormai lo ha reso di casa nella scena live. Bel sentire contro il piattume indie di questa nuova musica italiana.
Un disco eponimo che mi verrebbe da descrivere come una summa di quella che è stata la tua carriera fino ad oggi. Non è così?
Premetto che quasi tutti i brani dell’album sono stati composti 10 anni fa, tra il 2009 e il 2012, ad eccezione di Fly, ultima traccia del disco datata 2016; nonostante ciò i brani rispecchiano tuttora le varie sfaccettature del mio animo: quello rock, folk, pop passando per quello classico e lunatico. Ovvio che la mia carriera musicale è sempre in modalità On, quindi sempre stimolato da ciò che mi gira attorno ed ispirato nella composizione, nello sperimentare e addirittura “sognare” nuove melodie.
Parliamo anche di un bellissimo brano strumentale come “Love Children”. Forse è questa ennesima faccia del disco a farmi pensare che sia proprio un riassunto… sbaglio?
Non è proprio così. Il punto è che a me piace tanto scrivere musica strumentale, soprattutto perché provengo da una formazione musicale di 10 anni al conservatorio dove si suona principalmente musica strumentale. Love Children è il frutto di un’ispirazione avuta in un parco della Germania guardando due bambini giocare e rincorrersi in totale libertà maturando quel che poi sarà l’amore tra i due.
E comunque: BUCALONE che genere è?
Sinceramente non saprei darti una risposta definitiva, perché in fondo l’album è un viaggio attraverso quelli che sono i miei gusti musicali preferiti quindi parliamo sicuramente di musica rock, pop e folk…
E se dovessi scegliere un omaggio ora? Chi vorresti interpretare?
Beh, in realtà sono anni che rendo omaggio a degli artisti che più hanno segnato la mia carriera musicale in qualità di chitarrista/cantante, in primis i Pink Floyd, i Beatles e poi Lucio Battisti e Pino Daniele.
Da questo disco in poi: cosa insegui e cosa pensi di raggiungere?
Ognuno di noi nasce con un’ambizione, un’aspirazione, un messaggio, un linguaggio musicale da voler comunicare al mondo intero… Io lo faccio da tanti anni e continuerò a farlo raccontando storie ed emozioni nelle mie canzoni, nei miei dischi, con la speranza che la gente possa ricordarsi di me e divulgare la parola BUCALONE in tutto il mondo.