– di Giuditta Granatelli –
“Cane sulla Luna” nasce nel 2015: un affascinante progetto che se all’inizio univa arti performative, musicali e visive ad oggi si è spostato più verso un approccio cantautorale. Ho fatto due chiacchiere su Skype con Nicola Pressi, frontman e compositore e Cristiano Carotti, che gestisce direzione artistica e tutto ciò che riguarda l’arte visiva.
Ascoltando il vostro singolo risalta soprattutto la questione delle tre fasi all’interno del rapporto paterno, che è il tema alla base del brano. Tu come le inquadri?
Nicola | Penso siano semplicemente le fasi che accompagnano la vita di ogni figlio. La prima fase consiste nel vedere i propri genitori come dei supereroi, con tanto di costumi, mantelli, superpoteri. Poi, con l’adolescenza, improvvisamente madre e padre diventano i nemici giurati, si comincia a fare e dire l’opposto di ciò che vorrebbero loro. E infine c’è la fase dell’accettazione, la più bella secondo me, quando da trentenne, magari, cominci a vedere i genitori come persone che ti hanno creato e cresciuto e ti vogliono bene ma che hanno anche dei difetti. E quindi cresci come figlio. Io tutto ciò lo metto in musica, anche se è molto difficile.
Avverto molto quello che dici, io ho vent’anni e sento di stare uscendo dalla fase di negazione.
Nicola Pressi | Certo, sei giovanissima! Infatti per scrivere un singolo del genere ci vogliono trentatré anni. Devi prima vivere tutto.
Un sacco di tempo. Quando ti è venuta l’idea di creare questo singolo? È stato in tempi recenti o un po’ di tempo fa?
Nicola | Non so darti una vera risposta. Lo scrivere una canzone ha origine da un’idea compositiva, testuale, autoriale, che magari nasce durante una notte o la mattina appena sveglio. Questa serie di input poi straborda e allora tu li elabori e li metti in musica, perché è la musica il tuo canale comunicativo. La mia è stata una necessità che si è palesata, avevo tante cose da dire sul rapporto con mio padre, che avevo analizzato.
E come mai hai scelto proprio la figura paterna?
Nicola | Per due motivi. Innanzitutto perché potrei essere padre anch’io, tra un po’, per forza di cose ho più assonanza con la figura paterna. E poi perché mio padre dei due è sempre stato quello più vagabondo, per così dire, mia madre invece è la più equilibrata. Raccontare la voce del padre ha avuto a che fare con il fatto che ci sono più spunti che provengono da lui, più increspature su cui ragionare, per mettere a nudo il brano.
Nuovo singolo a parte, so che la tua carriera è iniziata come un insieme di arti visive, performative e musicali e che con il tempo si è spostata su un approccio più cantautoriale. Come mai è avvenuto questo passaggio?
Nicola | È stata una normalissima evoluzione. Il progetto è cominciato sei anni fa, appunto, come un insieme di arti diverse, sempre al fine dello spettacolo. Ho cominciato con Cristiano Carotti, mio coinquilino ma anche fratello e poi mi sono messo in proprio, da due anni Cane sulla Luna è più cantautoriale e naturalmente è la mia faccia a farne principalmente parte. Cristiano però continua a rappresentare una percentuale importante del progetto. Lui si è sempre occupato della parte visiva, di videoclip e altro, che tuttora sono sua responsabilità.
Prima mi hai detto un po’ come nascono i tuoi brani. Mi parli meglio del tuo processo creativo, d’incubazione, per così dire?
Nicola | È molto difficile da spiegare. Ogni brano ha un suo processo. Io ho dei momenti in cui immagazzino cose, sono lì con zaino aperto e retino, raccolgo tutto quello che vivo, senza giudizi né analisi e poi mi alieno, per una settimana o magari un mese e metto in ordine tutto ciò che c’è dentro a quello zaino. Banalmente ho taccuini, fogli e fogli di roba che scrivo, registro dei vocali… e poi a un certo punto sento la necessità di mettere tutto in ordine, nel modo più rapido e comodo possibile. Ma aspetta che apro a Cristiano, l’altra parte di Cane sulla Luna!
Cristiano Carotti ha citofonato, Nicola apre la porta e fa sedere anche lui davanti alla webcam, ndr.
Ciao, buongiorno! Piacere.
Cristiano | Ciao, piacere mio!
Nicola | Lui è la parte visiva, che è già stata introdotta.
Cristiano | Esatto, all’inizio eravamo a metà tra arte visiva e musica, e alla fine questo siamo e questo saremo, anche se adesso ci siamo spostati più sul cantautorale, com’è giusto che sia… cioè, dato quello che ha tirato fuori questo ragazzo, il focus dev’essere lì, ma la bellezza sta nel contestualizzare tutto e nel dare un perché a tutto a livello visivo e concettuale. Questo è quello che facciamo sempre, che facciamo insieme e che facciamo su Cane sulla Luna. Anche il videoclip che uscirà è stato concepito come un qualcosa che aggiunge al racconto, quindi più che per estetica è stato fatto per un motivo.
Una domanda per entrambi: cosa pensate che comunichi la vostra musica?
Nicola | Fondamentalmente per me l’arte è il modo più bello ed efficace per sfogare ciò che non riuscirei a dire normalmente. Faccio un processo di analisi e sintesi che serve anche a me, che è catartico anche per me. Dal pubblico mi aspetto semplicemente che apprezzi, che si faccia una sua idea sulla mia visione e sul mio immaginario. Non mi aspetto altro se non magari di rappresentare con quello che faccio uno spunto, una riflessione, un’analisi interna per qualcun altro.
Cristiano | Io lavoro con l’arte visiva in modo anche abbastanza canonico e quindi ho a che fare con scultura, installazione, ecc. Mi aspetto dunque di comunicare un discorso diverso, in modo diverso rispetto alla musica, anche perché arte visiva è metterci uno o due anni a lavorare su un tema, è avere molte meno porte aperte. A parte questo ciò che faccio con Cane è divertirmi, comunicare la mia di visione su quello che scrive lui, visione privilegiata da sempre…
Esattamente perché privilegiata?
Cristiano | Nel senso che abitiamo insieme, creiamo insieme, siamo una famiglia. Ormai da dodici o tredici anni, coronati dall’acquisto di questo studio. Pensa, ci siamo pure comprati casa!
Fantastico. Quali sono invece i vostri progetti per il futuro?
Nicola | Finire il disco cominciato la settimana prima del lockdown. Sai, il produttore dopo poco mi ha detto stop, tutto chiuso. Adesso il progetto è ripreso, da tre mesi circa, quindi suppongo che per settembre o ottobre sarà tutto pronto e che entro fine anno potremo pubblicare tutto, ma anche suonare. Ho già le date pronte e pronto sono anch’io, a disperdere il seme artistico, perché ce n’è la necessità.
Benissimo, allora a presto ragazzi, grazie!
A te! Ciao!