Nuovo disco per Ugo Cappadonia. Torna oggi con un lavoro che sembra voglia fare orine e in qualche modo “spolverare” il silenzio di tutto questo tempo apocalittico che ha soffocato la nostra normalità. E pare che non sia finita qui pensando alle tragedie che arrivano dall’Est. Cappadonia sforna un disco figlio di quel rock alternativo italiano anni ’90 e 2000: si intitola “Canzoni per adulti” ed è un prezioso omaggio al tempo degli adulti, un tempo che forse ha sempre qualcosa in meno… nel disco anche Nicola Manzan ad arricchire con il violino un brano come “Il ruolo”… e poi il video ufficiale che impreziosisce “La guerra è iniziata”, esplicita dedica alla pandemia e che mai poteva risultare assai didascalica e premonitrice di quel che sta accadendo. Senza volerlo ovviamente…
Un titolo ad un disco è come dare nome ad un figlio. Scusa, forse ho esagerato… però un disco come questo ha davvero tutti i connotati per essere così. Che ne pensi?
Non ho figli quindi non posso dirtelo con certezza. Ma si, i dischi sono le tue creazioni, il tuo lascito e trovare il titolo giusto può essere la chiave del lavoro stesso, o almeno finora è stato così per me. Questo titolo è arrivato da solo, mentre rimettevo in ordine i brani registrati nell’arco di due anni, e arrivando ha dato un senso compiuto a tutto.
Per te che significa essere adulti? Che cos’hanno le canzoni degli adulti che altre non hanno?
Credo significhi semplicemente non essere bambini. Le canzoni per adulti non hanno nulla in più delle altre, forse, temo, hanno qualcosa in meno ed è questo che le rende tali.
Mi incuriosisce una casualità ahimè drammatica. Esci in questo tempo con un brano che hai intitolato “La guerra è iniziata” e i tuoi riferimenti sono soltanto alla pandemia. Ovviamente non potevi saperlo. Che effetto ti fa invece col senno di poi? E in qualche modo pensi che sarebbe da riscrivere questo brano?
Assolutamente no, anzi, purtroppo il punto è stato centrato. La pandemia ha fatto cadere il velo dall’umanità che ci circonda oggi e la canzone descrive questa consapevolezza, e una guerra non mi sorprende affatto.
Ma in generale, tutto questo disco… oggi che peso sociale si ritrova ad avere? Visto questa società che cambia in modo repentino?
Non lo so e non mi interessa, non era mia intenzione fare qualcosa che avesse un peso sociale, mi interessa solo il peso emotivo. Non credo che la società cambi in modo repentino, anzi credo che i cambiamenti reali non siano mai repentini ma ben diluiti e sviluppati nel tempo.
Parliamo di video ufficiali. Solo due video di live in studio… in quest’era dell’eterno apparire, come ti poni di fronte alla necessità di essere sempre nelle vetrine dei social?
Mi è sembrato veramente inutile questa volta fare un videoclip tradizionale. Preferisco decisamente questi video in cui suoniamo dal vivo e diamo un’ idea di come è suonato il disco e verrà suonato il live. Gli inglesi lo hanno capito già da un pezzo e questa tendenza mi piace. Di fronte alla necessità di apparire sulle vetrine social non mi pongo in nessun modo. Per me non è una necessità, anzi a volte mi piace scomparire del tutto.
Si torna dal vivo?
Sicuramente, le date di Milano e Bologna sono state fantastiche.