– di Martina Rossato –
“se mi pieghi non mi spezzi” è il nuovo singolo di cmqmartina. Dopo l’album di debutto DISCO, in questo brano cmqmartina grida a tutte le persone e a tutte le situazioni che hanno cercato di ferirla (compresa se stessa) che anche nei momenti più bui c’è sempre uno spiraglio di luce. Alla composizione del brano hanno collaborato Riccardo Zanotti dei Pinguini Tattici Nucleari e Giorgio Pesenti.
Comincerei col chiederti come è stata la tua esperienza a X Factor: come ci sei arrivata, cosa ti ha spinta ad andare lì, come l’hai vissuta e cosa ti è rimasto?
Devo dire che X Factor è stata un’esperienza molto molto intensa emotivamente perché è stata tanto bella e stimolante quanto, a volte, stressante. Ho avuto la fortuna di avere con me dei compagni meravigliosi. In loro ho trovato degli amici, quindi sotto quel punto di vista sono stata molto fortunata. Per il resto, devo essere sincera, era una possibilità che non avevo mai messo in conto per quanto riguarda il mio percorso, però quest’anno è stato per tutti un anno “di merda”, scusami la parola. Mi son detta: “Perché non uscire dalla mia comfort zone e spingermi verso qualcosa che non ho mai fatto? Tanto cos’ho da perdere? Tanto vale buttarsi”. E così è stato, mi sono buttata in qualcosa di super diverso ed è stato molto stimolante, più che altro perché ho conosciuto dei grandi artisti, non solo i ragazzi che come me hanno partecipato, ma ad esempio essendo stata in squadra con Hell Raton ho conosciuto tutto il team Machete ed è stato molto stimolante.
Che cosa ti è rimasto adesso di quella esperienza? Stai ancora lavorando con persone che hai conosciuto lì?
La cosa più importante che mi è rimasta sono gli amici che ho trovato lì dentro. Sono molto molto legata a Benedetta dei Melancholia, a Vergo, a Casadilego e ai Manitoba, che sono gli artisti con cui sono proprio rimasta in contatto. Sono molto contenta di questo. Forse un’altra cosa che mi porto dietro di X Factor è che ho imparato molto meglio a prendere le misure con il palco, a stare sul palco e a essere un po’ più sciolta. Mi hanno buttato su un palco gigante, pieno di luci e telecamere. Ho dovuto un po’ adattarmi e ho imparato a prendere le misure.
Prima di quel momento che esperienze avevi con il palco?
Prima di quel momento avevo suonato e avevo fatto un bel po’ di concerti, ma tutti in locali piccoli, in posti piccoli, con poche persone. Poi invece ho aperto il tour dei rovere, una band di Bologna e lì mi sono interfacciata con palchi un po’ più grandi, con i Magazzini Generali di Milano, Hiroshima Mon Amour di Torino, poi a Padova… Lì ho avuto la possibilità di mettermi in contatto con più persone, con un palco più grande. Ero un po’ impacciata ma mi sono divertita molto, ho imparato tante cose. A X Factor ho preso un po’ più le misure con il tutto. È per questo che tra l’altro ho super voglia di ricominciare a suonare, perché non vedo l’ora di imparare a stare meglio sul palco e di sentirmi ancora più a mio agio, che è quello che ho un po’ imparato a X Factor.
Come vivi il mondo dell’industria musicale? Ti sei sentita “accolta”?
Siamo in una società in cui la donna nella musica è un po’ più di nicchia, ci sono molte meno cantautrici, molte meno produttrici, molte meno direttrici d’orchestra, molte meno tecnici di palco donne e quindi è un mondo un po’ più difficile per noi. Però devo dire che ho iniziato a fare musica in un periodo in cui la donna si sta un po’ sdoganando da tutto questo, sta super emergendo. Da un paio di anni a questa parte Spotify sta facendo degli incontri bellissimi, iniziative che si chiamano “Spotify for Female Artists”. Grazie a questo si è creata una rete di connessioni tra artiste donne, soprattutto emergenti. Ci stiamo sostenendo a vicenda e stiamo emergendo. Stiamo avendo più possibilità. Io sono stata molto fortunata perché ho da subito incontrato le persone giuste nel momento giusto con cui lavorare, quindi mi sono sentita accolta.
Cosa è cambiato dalla Martina di “le cose che contano” a quella di “se mi pieghi non mi spezzi”?
Sono sicuramente diversa dalla Martina di un anno fa. Questo pezzo l’ho scritto in un periodo particolarmente buio e l’ho scritto per ricordarmi che anche se sta andando tutto a rotoli, c’è sempre uno spiraglio, che domani è un altro giorno e ci si può riprovare. Io sono una pessimista cronica e mi piace crogiolarmi nel mio dolore: questo pezzo per me è molto stimolante, un po’ speranzoso e diverso. Ho una personalità tendente al negativo e quindi è stata un po’ una prova di coraggio, un uscire dalla mia confort zone.
Quindi questo “tu” che ti “piega” è più una circostanza che una persona?
Sì, è soprattutto una circostanza, è per tutte le persone e le situazioni che hanno cercato di ferirmi, ma soprattutto è per me, che sono sempre stata la peggior nemica di me stessa. Sono tutte una serie di cose che cercano di bloccarmi, tra cui me stessa.
Quindi è un po’ come se ti accettassi un po’ di più dicendo a te stessa “se mi pieghi non mi spezzi”?
Devo dire che il mio percorso di accettazione personale è ancora a metà strada, ma sicuramente è un inizio.