– di Lucia Tamburello –
Da una sessione di improvvisazione nasce “Monster”, il nuovo singolo della rock band romana Elephants in the Room targato MZK Lab. La spontaneità della sua genesi si rispecchia nei suoni che rimandano alle origini distorte e pop punk del trio. Ad essi si unisce un testo in grado di esorcizzare il dolore provocato dai mostri del passato che spingono verso il buio della solitudine e da cui si può scappare solo tramite la compagnia delle persone amate. Dopo esser stati premiati come “Artisti del mese di novembre” da MTV New Generation nel 2020 ed esser stati sotto i riflettori di X-Factor nel 2022, gli Elephants hanno portato in giro per l’Italia il nuovo album “One Step Forward, Two Steps Back”, pubblicato nel febbraio 2023, condividendo il palco con alcune delle band nazionali di maggior successo.
Partiamo dal titolo e dal concept di “Monster”: sappiamo i protagonisti del brano sono gli errori, i risentimenti e i rimpianti contro cui spesso ci si ritrova a dover lottare; dal punto di vista artistico, gli Elephants in the Room hanno dei mostri?
Abbiamo i nostri mostri, e quello che abbiamo scoperto è che con le persone giuste accanto è più facile combatterli.
Il testo contiene anche una sorta di invito a non abbandonarsi alla solitudine e al farsi aiutare dalle persone care nella lotta contro questi mostri; questo tratto del brano è stato ispirato da avvenimenti personali o sociali? Può essere considerato come una critica all’individualismo e al soggettivismo che caratterizzano la contemporaneità?
Assolutamente non è una critica, è ispirato a situazioni della nostra vita privata.
Il vostro nome è ispirato all’aforisma inglese “l’elefante chiuso nella stanza”, un invito a reagire ed uscire finalmente fuori dalla sua comfort zone; secondo voi, si trovano più mostri dentro o fuori questa comfort zone? Le armi per la lotta sono le stesse in entrambi gli “ambienti”?
Le nostre armi sono sempre le stesse, dentro e fuori: la musica e la voglia di suonare insieme. Ognuno ha la sua storia, i suoi pensieri, ma una volta che entriamo nella “stanza” prende forma il progetto comune e ci dà la forza di andare sempre avanti.
Nelle varie piattaforme, si trovano un po’ di vostre live sessions; qual è il vostro punto di vista su questo tipo di registrazione? Vi piace farle? Per una band emergente può essere un metodo un po’ più immediato per proporre i propri brani al pubblico?
A noi piacciono moltissimo, ci rispecchiano molto di più di un videoclip. Non dobbiamo recitare una parte, dobbiamo semplicemente fare quello che ci piace: suonare!
Com’è fare rock a Roma nel 2023?
Impegnativo! Ci sono poche realtà che si accollano lo sbattimento di organizzare serate per bene e che hanno una direzione artistica, veramente poche! La maggior parte delle volte ti trovi a sbattere contro questo muro dei numeri sui social che ormai è l’unità di misura della musica a quanto pare.
Quest’estate avete portato in giro dal vivo l’album “One Step Forward, Two Steps Back”; come tipo di pubblico avete trovato in giro per l’Italia?
Bellissimo, abbiamo avuto riscontri positivi da persone di tutte le età. È stato bello vederli scatenare sui pezzi più spinti ed emozionarsi sulle ballad.
L’ambiente underground in Italia, per anni, è coinciso con quello rock; sono mai emersi dei pregiudizi sul vostro percorso artistico legati alla vostra partecipazione a X-Factor?
Non credo che sia mai stato motivo di pregiudizio, abbiamo approfittato di quell’opportunità per cercare di raggiungere un numero di persone sempre più grande ed è stata un’esperienza molto formativa!
Cosa dobbiamo aspettarci nei prossimi mesi dagli Elephants?
Tanta musica…voi poi ci direte se è anche bella!