– di Assunta Urbano –
Il progetto dal nome Dianime ha base a Pescara, in Abruzzo. Invece, la destinazione sono le vostre orecchie ed il vostro cuore. E poi, sì, anche i palchi in cui esibirsi.
Tre ragazze, Cristina Talanca (basso), Stefania Ferrante (chitarra) e Sara Berardinucci (voce), pronte a diffondere la propria grinta nella scena indipendente italiana, costellata, forse, da troppi uomini.
Inizialmente il gruppo, nato con l’EP “Rivoluzione Dell’Anima” nel 2015, aveva una formazione differente. Eppure, anche se i tempi cambiano, quando le idee sono quelle giuste, restano immutabili.
Lo scorso 20 settembre è uscito il nuovo singolo Oltre, a preannunciare che qualcosa bolle in pentola. Abbiamo intervistato la bassista Cristina Talanca per farci raccontare un po’ di Dianime e di questo mondo (quasi) total pink.
Dianime è un progetto che vede nella nuova formazione come protagoniste tre donne. Ecco, quest’anno si è discusso molto riguardo il tema della quota rosa. Cosa ne pensi? E, soprattutto, come si inserisce il gruppo in questo panorama musicale che, forse, comprende una percentuale più alta di uomini?
Riguardo le percentuali, non so. Di band completamente femminili è vero che ce ne sono poche, però, è anche vero che esistono molte band con voci femminili. Se parliamo di quota rosa, le voci ci sono, funzionano ed hanno il loro pubblico. Quello che magari fa un po’ male è un tipo di percezione che c’è. Te lo dico sia da musicista, che da spettatrice. Ovvero, il fatto che agli uomini venga concesso un po’ di più a livello di imperfezione. Al ragazzo si perdona il look un po’ trasandato e la nota presa male. Diventa quasi parte di un pacchetto che comunque funziona così, soprattutto nell’indie. Invece, sulle donne c’è sempre un po’ di diffidenza. Si tende ad essere un po’ perfezionisti. Poi, se funzioni, probabilmente è perché “hai avuto qualche conoscenza”. Discorsi che solitamente verso l’uomo non si fanno, oppure solo in una percentuale minore.
Effettivamente non avevo considerato un altro aspetto, ossia che anche nel pubblico, soprattutto nel mondo indipendente, ci sia una maggioranza di uomini.
Sì, è vero. Ci sono anche tante ragazze, in realtà. Però, a differenza delle musiciste femminili, diventa quasi un canone quello del ragazzo un po’ bruttino, che suona male ed ha le foto sfocate. Fa parte tutto di un pacchetto. Ci sta l’opposizione al concetto di bellezza patinata, però allora concedetelo anche a noi.
Un gruppo di cui mi è piaciuto tantissimo il pubblico è La Rappresentante Di Lista. A me piacerebbe tanto puntare a quel pubblico lì. È molto vario anche a livello di età. Se dovessi fare una statistica media, ti direi venticinque-trenta anni. E poi c’erano anche ragazzi più piccoli e persone adulte. Quindi, questo significa che ce l’hai fatta, perché magari il ventenne interpreta quel pezzo in un modo, invece il trentacinquenne ci vede altro. In ogni caso, il pubblico l’hai conquistato.
Sono d’accordo. Poi, proprio pensando alla formazione de La Rappresentante Di Lista anche Diamine precedentemente aveva delle figure maschili.
Il vostro percorso è iniziato nel 2015 con l’EP d’esordio Rivoluzione Dell’Anima. Da lì in poi sono cambiate molte cose. Senza dubbio, siete una band in grado di ricostruirsi e reinventarsi. Cosa comportano repentini cambiamenti dal punto di vista artistico e musicale?
Per la quota maschile parliamo del batterista. Ne abbiamo cambiati vari, ma sempre uomini. Anche quello che abbiamo attualmente è un ragazzo, Vincenzo. Quindi, non c’è un razzismo, non c’è un criterio, è proprio una cosa che ci viene spontanea. Sì, i cambiamenti sicuramente hanno influenzato un po’ tutto il percorso, ma sempre positivamente. È come se ogni volta si rinnovasse l’entusiasmo anche verso la cosa. Ogni volta sembra di vivere una situazione diversa, anche se si tratta di un progetto che porti avanti da un po’ di tempo. Nel nostro caso ci hanno fatto bene. Senza nulla togliere alle persone che c’erano prima. Inclusa la voce. È stato un cambiamento incisivo, perché cambi voce, cambi faccia, cambi modo di dire le cose e cambi contemporaneamente le cose da dire. Sono due dimensioni diverse. Non paragonabili. Nel nostro caso, però, ci è andata bene, perché la viviamo molto positivamente. Ho visto, invece, altra gente che ha beccato l’elemento sbagliato che ha rotto gli equilibri. Il cambiamento è positivo finché porta bene, secondo me.
C’è una cosa bella che posso dire riguardo noi, anche se io sono influenzata da dentro perché la vivo, chiaramente. Anche se ci siamo evolute e magari un po’ ammorbidite, bene o male, la linea è rimasta comunque la stessa. Per fortuna, è come se l’anima e l’essenza fossero rimaste le stesse, nonostante siano cambiate nel tempo. Ogni fase è stata importante per arrivare alla forma attuale. Sicuramente questa è la dimensione che adesso ci appartiene di più. Forse questa forma tre anni fa l’avremmo vista un po’ lontana. Per questo ti dico che ogni fase la vivi in maniera differente. Adesso la viviamo bene, perché abbiamo tutte gli stessi obiettivi. Anche dal punto di vista numerico, essere rimaste in tre è fantastico. Prima eravamo in cinque e non è facile mettere insieme tante teste. Puoi immaginarlo.
Sì, assolutamente.
A livello numerico, ma anche di mentalità. Ora siamo più allineate. Questo, tuttavia, non significa che siamo tutte “Yes, man!”.
No, ma viaggiare sulla stessa lunghezza d’onda è importante.
Ti faccio una domanda un po’ off-topic. Se Dianime non fosse stato un progetto musicale, ma una pellicola cinematografica, quale film avresti sognato di realizzare e perché?
Allora, noi siamo un po’ un misto. A volte siamo Fantozziane. Ci vedo proprio Fantozzi. Alla fine capitano delle cose che, per fortuna, prendiamo con una risata. Come Fantozzi, ci pieghiamo, ma non ci spezziamo. Per il resto, più che un film, magari una serie tv. Noi siamo super fan di Orange Is The New Black. Ne siamo proprio innamorate. Io ci metto sempre un po’ ad integrare le serie tv. Infatti, da buona ritardataria ho appena finito Breaking Bad.
Giusto in tempo per l’uscita del film El Camino.
Esatto. Quindi, siamo un mix tra Fantozzi, Orange Is The New Black e Breaking Bad. E i vari modi di affrontare le difficoltà.
Perfetto.
Il 20 settembre è uscito il singolo Oltre. Io l’ho visto come un viaggio introspettivo, che forse rispecchia il vostro modo di esteriorizzare la vostra stessa interiorità, quasi per esorcizzarla. Cosa rappresenta, invece, per voi questo brano?
Intanto sono contenta che tu ci abbia visto qualcosa, perché lo scopo è quello. Io magari ti posso raccontare come è nata la canzone, però ognuno ci vede quello che vuole e mi piace cosa ci hai visto.
Per noi è un brano particolare. La canzone è nata in un periodo in cui la nostra cantante (prima che diventasse la nostra cantante) ha avuto un incidente, che l’ha tenuta per tre mesi in una clinica. Quindi, lei si è persa letteralmente tutta l’estate. È successo l’anno scorso. Infatti, noi poi ci siamo riformate con lei. Io e la chitarrista avevamo deciso di rifare un po’ tutto. Ci siamo tenute in contatto con lei, con cui avevamo avuto altri progetti negli anni precedenti.
È stato bello, perché lei ha avuto modo di affrontare questo periodo. Per questo c’è nel pezzo un immaginare di come avresti vissuto l’estate. Anche l’idea di uscire a settembre non è stata casuale. È un momento in cui hai nostalgia dell’estate, ma hai allo stesso tempo quella voglia di ripartire, di rimetterti in gioco.
Una cosa che rende il brano speciale è questa formula un po’ più parlata, un po’ pop anni Novanta, rispetto alle altre che abbiamo fatto. Per noi è importante, perché il senso della canzone è proprio il dialogo. Si tratta proprio di un dialogo con sé stessi. Non poteva essere altrimenti. Quando pensiamo, non pensiamo cantando.
Beh, però il musical poteva essere un’aggiunta all’esperienza Fantozziana.
Sì, un po’ High School Musical. Anzi, Sister Act. [ride ndr.]
Io ci conto.
Ecco, ricolleghiamoci ad Oltre. “Un saluto ai rimpianti con le scuse tra le mani”. Come dicevamo, è un saluto all’estate ed un saluto al passato. Che cosa si prevede, invece, nel futuro di Dianime?
Abbiamo imparato la lezione. Sappiamo che si può programmare qualsiasi cosa, ma poi non va mai tutto liscio. Abbiamo sicuramente degli obiettivi a breve termine, come chiudere il disco e portarlo in giro il più possibile. È importante che il pezzo giri, però la soddisfazione più grande è quando senti il riscontro delle persone dal vivo. Abbiamo dei live a breve. Poi, una volta che il disco sarà pronto abbiamo in programma il tour.
Allora per scaramanzia non ti chiedo dell’uscita. Facciamo che sarà una sorpresa.
Perfetto. Sarà una sorpresa!