di Riccardo Magni.
foto di Sabrina Lee Gore/Italian Stail.
Era la data conclusiva del tour per gli Eugenio in Via di Gioia, e secondo quanto raccontato dalla band durante il live di venerdì scorso, non poteva che essere a Roma.
Perché pur essendo torinesi, gli Eugenio in Via di Gioia devono parecchio a Roma e non solo nei termini che ci si aspetta: si nella Capitale sono apprezzati e seguiti, si il pubblico non ha fatto mancare il proprio supporto nemmeno in questo live, ma ad un treno per Roma ed al suo inenarrabile ritardo è legato l’episodio forse più significativo della giovane carriera della band, il vero turning point, un’esibizione live improvvisata tra i sedili e messa online, arrivata alle grandi testate nazionali ed ai network radiofonici come RadioDeejay. Così anche il primo “raduno in Via di Gioia”, live totalmente acustico cha ha riportato la band a suonare per strada dopo gli esordi da buskers, si era tenuto questo inverno a Roma e precisamente in Piazza Bologna, perché lì il gruppo si ritrovava con gli amici e l’entourage in occasione delle riprese del programma di TV2000 di cui erano diventati resident band.
Gli Eugenio in Via di Gioia finivano il tour di “Tutti su per Terra”, mentre il Monk ed Italian Stail inauguravano la loro stagione indoor, in una serata ancora molto estiva, con il club letteralmente colmo di gente tra live, djset successivo e il giardino, ancora apprezzatissimo.
Sul palco gli Eugenio in Via di Gioia sono la solita forza della natura. Il sound pop/nu-folk prende la sala con estrema facilità, le canzoni sono un susseguirsi di ironia pungente ed amara, critiche intelligentemente ciniche dei mali moderni che non sfociano mai in quel “disagismo indie” che ammettiamolo, ha stancato. Non mancano gli intermezzi in cui la band scherza con il pubblico, accenna una cover per introdurre Emilia (a proposito di ironia critica ed intelligente), presentandola come la prima canzone suonata per strada. Ricordano anche loro l’episodio del treno ed il raduno di Piazza Bologna omaggiando Roma, fino ad uno dei punti più alti della serata, quando sul palco compare (come annunciato) Willie Peyote per il pezzo in featuring Selezione naturale, ad impreziosire un live già carichissimo.
Come se non bastasse poi, il rapper, torinese anche lui, torna sul palco nel finale ed accompagnato dalla sola chitarra del frontman Eugenio, regala al Monk una versione particolarissima del feat con Dutch Nazari Chiavi in borsa, prima di salutare e congedarsi, lasciando spazio alla band che riprende posto per concludere il live con Chiodo fisso, Perfetto uniformato e la loro versione di Re fasullo d’Inghilterra, dal cartone animato Disney Robin Hood, datato 1973 ma diffusissimo fino agli anni ‘90 e tanto caro ad almeno tre generazioni, oggi per lo più ultra-trentenni (o giù di lì), durante la quale fanno abbassare tutti, compreso il sottoscritto che, fingendo distacco professionale, cercava riparo al buio dell’ultima fila. Niente da fare, beccato e richiamato all’ordine dal palco, non ho potuto che eseguire, uniformandomi anche io alla Via di Gioia attraverso cui il pubblico del Monk si avviava alla conclusione di un live bello, divertente e coinvolgente come da marchio di fabbrica degli Eugenio in Via di Gioia, che ora aspetteremo con un nuovo album e nuovi bellissimi, imperdibili live.