Un tempo erano i Fabrizio Frigo and the Frezeers ed oggi accolgono l’evoluzione chiamandosi semplicemente Frigo e dando alle stampe un nuovo disco di inediti dal titolo “Non importa”, che vedrà la luce per La Clinica Dischi / Iuovo / iCompany il prossimo 12 Aprile. Storia di ieri invece la pubblicazione del nuovo video del secondo estratto che in qualche modo anticipa questo lavoro: “Via dei Bardi”. Scrivo in qualche modo perché questo lavoro è stato ampiamente anticipato nel corso di questi mesi da diversi premi e riconoscimenti che i nostri hanno ricevuto e che riportiamo di seguito pescando didascalicamente dalla loro presskit: il testo de “La gioia e l’ansia” viene selezionato per essere pubblicato nella raccolta del Concorso Internazionale del CET di Mogol; “Leoni da cortile” vince il concorso “Mai in Silenzio” sulla violenza di genere organizzato da Controradio; infine con i brani “Quando tu non ci sei” e “Vento da maiali” vincono il Premio Ciampi per i migliori brani inediti. Ad ora ci godiamo questo brano che, come recita anche il titolo del disco, culla in se la preghiera di celebrare la vita e di tornare a darle un senso spirituale vero e pulito lasciando cadere con semplicità tutto quel mare di cose futili a cui oggi restituiamo invece un significato invasivo, decisamente troppo invasivo. “Non importa” in fondo, quasi ad essere uno slogan per questo futuro che ci tocca di salvare dal nulla che stiamo coltivando attorno.
L’amore. Una parola che a quanto pare ricorre in tante dimensioni e forme in questo nuovo disco che uscirà in Aprile. Non è così?
C’è l’amore ma non solo. C’è la felicità improvvisa un martedì pomeriggio e la malinconia improvvisa un mercoledì sera, l’ansia del lunedì mattina, la nostalgia dell’estate, del primo amore, delle lasagne della nonna. Tutte cose che non importano, eppure contano. Tutte le emozioni che entrano ed escono nelle nostre giornate forse non cambiano quello che facciamo, ma spesso ne cambiano il senso. E quando a fine giornata ti trovi a raccontare cosa hai fatto, ecco che senza quelle emozioni ti sembra di aver non vissuto. Allora prima che scappino via, è bene fissarle da qualche parte. Noi le abbiamo fissate in un disco. Sarà servito? Non importa.
Il disco si intitolerà “Non importa”. Un inno a lasciar cadere le cose davvero poco importanti e che ormai stanno prendendo il sopravvento?
Un inno a cercare il senso delle cose, a fermarsi a pensare a quello che facciamo, al suo significato. Un disco che racconta delle nostre routine, di tutte quelle cose che non importano, ma che sono la nostra vita. Purtroppo però non sempre si trovano risposte. Per questo si continuano a fare dischi.
In particolare, con il singolo “Via dei Bardi” inviti proprio a ritrovare l’amore per la vita… pensiate che sia la cura giusta per questa società?
Amare la vita degli altri è la cura giusta. E, tra l’altro, è il modo migliore per finire per amare la propria.
Perché “Via dei Bardi”? Potrei interpretarla in tanti modi… quello giusto qual è?
Per un fiorentino che suona Via dei Bardi vuol dire Litfiba (LItalia-FIrenze-via dei BArdi). Per noi anche molto altro. Via dei Bardi è una strada stretta e buia nel pieno centro di Firenze. A 13 anni girando per quella strada di notte, si sentiva sempre provenire musica dagli appartamenti. Erano feste. E ancora non ci ero ammesso. Ma mi piaceva passarci e immaginarmi di tutto. I primi amori che nascono, le prime sigarette, le prime sbronze. Avevo una voglia matta di scoprire esperienze nuove e di entrare a gamba tesa nel mio futuro. Quella voglia di scoprire non se n’è mai andata. La nostra Via dei Bardi è un viaggio nella nostalgia della scoperta e della felicità. Diceva Jacque Brel che un uomo a 17 anni ha già vissuto tutto, e il resto della vita è una continua ricerca dello stupore della scoperta che accompagna l’adolescenza. Non è del tutto vero. Ascoltare per credere.
Domanda un poco sociale e un poco pungente: nello scorso singolo “Quando tu non ci sei”, riferendomi al video nello specifico, avete voluto sottolineare un qualche messaggio sociale vista l’etnia del protagonista?
Mah no! Inizialmente la sceneggiatura era pensata per essere interpretata da noi. Poi, per caso, abbiamo scoperto Ali e Venus e ci siamo innamorati. In quello sguardo Fantozzianamente malinconico di Ali e quella bellezza semplice e raffinata di Venus ci abbiamo visto quelle emozioni che sentivamo nel brano. Il fatto che uno sia pakistano e l’altra sia iraniana e lo sfondo sia Firenze rende ancora più universale il sentimento di cui parla la canzone.
Più politico e sociale di un messaggio d’amore non c’è nulla del resto.
Dopo “Fabrizio Frigo and the Freezers” i Frigo oggi vivono questa nuova dimensione, questa nuova configurazione. Finalmente o purtroppo? In altre parole è una evoluzione o una riconfigurazione di necessità?
Dal progetto Farbizio Frigo and the Freezers a FRIGO abbiamo fatto un lavoro di sintesi. Abbiamo potato il nome e cercato di far arrivare i nostri messaggi in modo più sintetico. FRIGO è esattamente quello che siamo oggi come i Fabrizio Frigo and the Freezers erano esattamente quello che eravamo ieri. E comunque, alla fine, si canta sempre la stessa canzone.