Esce venerdì 30 aprile 2021 il nuovo singolo di Hesanobody per Street Mission Records (etichetta londinese distribuita da [PIAS]). Si tratta del primo nuovo estrato dal nuovo e conclusivo capitolo della trilogia di EP iniziata con The Need To Belong e The Night We Stole The Moonshine, in uscita quest’estate. Il progetto solista di Gaetano Chirico torna con il suo inconfondibile cantautorato electro-pop di respiro internazionale. The Necessary Beauty è un risveglio dopo una serie di sogni e incubi, un ritorno alla realtà che ritrova il protagonista a fare il punto della sua vita, confrontandosi con domande retoriche, inutili, che rischiano di ingigantirsi intralciando il suo cammino, una preghiera fragile per ritrovare una via che rendiamo inconsciamente impervia, auto-sabotandoci.
Ecco cosa ci ha raccontato!
The Necessary Beauty è la conclusione di una trilogia. Ce ne parli? Cosa cambierà rispetto ai tuoi lavori precedenti, e cos’è successo in questo periodo di attesa?
Ho approcciato The Necessary Beauty come se fosse la mia ultima canzone. Detta così può sembrare qualcosa di negativo, ma mi è servito come stimolo per spuntare una serie di cose che non avevo ancora avuto occasione di fare. Ci ho messo dentro tanti dei miei ascolti e diverse soluzioni che da tempo sognavo in una mia produzione. Su tutte, la presenza di un sestetto d’archi. In generale, non solo il primo singolo, ma tutto il nuovo EP è nato secondo la filosofia del fare musica che in primis avrei voluto ascoltare io stesso. Quindi ho cercato di coinvolgere diversi artisti e producer che ammiro tantissimo, quelli per cui mi viene da provare una sana invidia. Il risultato è molto variegato, anche all’interno dei singoli pezzi, e per quasi tutta la durata piuttosto diverso dal suono dei miei due lavori precedenti. Nell’attesa che precede queste nuove uscite c’è stato molto spazio per riflettere e riorganizzarsi e tanto studio per cercare di maturare una maggiore consapevolezza musicale.
Chi è Hesanobody e chi è Gaetano Chirico, e chi ha la meglio quando litigate?
Di base sono la stessa persona. Forse uno dei due è più testardo e incosciente, mentre l’altro vorrebbe essere molto più pragmatico, ma finisce per inseguire l’inafferrabile. Non so chi sia chi, ma ha la meglio quello che alla fine trova le canzoni.
Colpisce il nome di Federico Ferrandina; come avete collaborato e in che modo ha influenzato il tuo lavoro?
Ho conosciuto Federico grazie al mio amico e producer dei primi due EP, Mark Eckert. Sono un grande estimatore della sua produzione e delle sue contaminazioni tra elettronica, sound design e calore acustico, sicuramente riscontrabili anche nel lavoro fatto insieme. Per fortuna ci siamo trovati da subito in sintonia. Prima di collaborare effettivamente a The Necessary Beauty e ad un altro brano che farà parte del nuovo EP, abbiamo passato un paio di settimane semplicemente a parlare della musica che ci influenza e di quella da cui ci saremmo voluti far influenzare. Questo breve periodo ci ha permesso di trovare immediatamente la quadra dei brani, già dalle primissime demo.
Milano continua a darti quanto ti dava prima della pandemia?
Purtroppo da quasi un anno e mezzo è ovviamente impossibile vivere come prima della pandemia e di conseguenza avere da Milano quello che ti dava prima della pandemia. D’altronde il cuore pulsante della città è sempre stato il settore cultura tout court. Arrestando quello, paralizzi quasi tutto.
E’ cambiato il tuo approccio alla musica in questo periodo di silenzio?
Non troppo. Sicuramente certe sfumature di impulsività si sono trasformate in pensiero critico e in momenti di analisi, ma senza perdere quella voglia di farsi alla fine sopraffare dall’istinto creativo.
Quali sono le bellezze necessarie?
Non quelle che ti saziano, ma quelle che ti assetano. Quelle che ti portano a rivedere i tuoi limiti, che ti migliorano e delle quali infine non riesci a farne a meno. Non per forza cose materiali, ma soprattutto concetti e sensazioni.