– di Manuela Poidomani
e Giacomo Daneluzzo –
I Malvax nascono nel 2014 a Pavullo nel Frignano (Modena). Con il singolo Fotogenica (uscito per Piuma Dischi, con distribuzione Artist First) vengono selezionati tra i sessanta nomi in gara a Sanremo Giovani. Fotogenica rappresenta la voglia di riprendere la vita di tutti i giorni e trasformarla in musica. Il brano parla di un trasloco, di una nuova casa; ma più generalmente vuole raccontare la voglia di iniziare la propria vita, di ottenere la propria indipendenza, di cercare la propria strada. Dopo qualche breve presentazione Jack (il batterista della band) ci spiega che saranno presenti all’intervista solo lui e Covo (il bassista), in quanto gli altri tre membri, proprio nello stesso momento, stanno lavorando alla produzione di alcuni nuovi brani. “Ci stiamo preparando per il prossimo Sanremo Giovani“, ci spiega Jack prima che inizi l’intervista vera e propria, “Quest’anno siamo rientrati nei sessanta scelti, ma non nei venti finalisti. Per non perdere tempo ci siamo rimessi subito al lavoro”.
Giacomo | Hai chiamato la prima domanda: vi va di raccontarci la vostra esperienza di Sanremo Giovani? Come vi è venuta l’idea di partecipare? Com’è stato lavorarci?
La nostra idea era quella di fare un album, che ad oggi non è ancora uscito. C’erano due pezzi che volevamo portare a Sanremo ed eravamo indecisi su quale scegliere. Uno si chiama Giulia ed è ancora in produzione, l’altro invece è Fotogenica. Dopo varie consultazioni la scelta è ricaduta sul secondo, che tra inizialmente doveva intitolarsi Ikea; solo che per il regolamento di Sanremo abbiamo dovuto modificare il nome, perché non può contenere un brand. Con Fotogenica siamo stati selezionati: ne andiamo molto fieri, perché non siamo sotto una major. La nostra etichetta Piuma Dischi, per quanto sia estremamente valida, non ha l’influenza di Universal.
Manuela | Si può dire che vi stiate facendo le ossa.
Sì; ad oggi sono pochi a “farsi le ossa”. È più diffuso uscire con un pezzo e, se piace ai ragazzini, fai il botto e diventi “qualcuno”. Invece fare una gavetta, come in qualsiasi professione, è assolutamente neecessario. Noi siamo giovani, io ho ventidue anni e Covo ventuno, ma le nostre “avventure musicali” le abbiamo fatte. Abbiamo suonato in palchi importantissimi, come quello di Rai Radio Live (con Sting), l’Home Festival, il Rate Festival (con Coez), abbiamo aperto un concerto di Giorgio Poi… Ne abbiamo fatte tante, ma siamo consapevoli della lunga strada che abbiamo davanti. Alle audizioni abbiamo conosciuto tantissimi artisti e tutti i sessanta nomi si sarebbero meritati di passare. Tutti hanno una gran voglia di arrivare e questo spirito è un bene per la musica italiana.
Manuela | Avete dei preferiti tra i selezionati di Sanremo Giovani di quest’anno?
Forse Hu, che non è passata in finale. Oltre a lei Le Larve, bravissima persona oltre che artista pazzesco. Tra i finalisti forse i Folcast, con Scopriti. Il livello di Sanremo Giovani era molto alto, a differenza di Area Sanremo, da cui siamo rimasti un po’ delusi. Ci dispiace che tra i vincitori non ci sia nessuna band, ma questa crisi delle band si nota all’interno di tutta la musica italiana… Si sono anche sciolti i Canova.
Manuela | O i Thegiornalisti…
Giacomo | Sì, è in corso una crisi del modello band, in favore dell’artista “solista”.
Forse è anche una questione di produzione: trovarsi tutti insieme, in studio, non sempre è così facile. La musica oggi funziona così: registri e hai fatto un pezzo. Amavamo i Canova, mentre altri gruppi che ci piacciono sono i Rovere, di cui vado pazzo forse perché sono anche di Bologna, oppure Fast Animals and Slow Kids, The Zen Circus, Måneskin…
Manuela | Anche se non siete passati vi vedo “carichi”, energici! Non vi siete fatti abbattere ma l’avete presa come una spinta in più.
Pensa ad Avincola: era la quarta volta che ci provava ed è passato! Questo è lo spirito: provarci sempre. Se non smetti di farlo prima o poi arrivi.
Giacomo | Mi sembra di capire che voi siate molto una band di impostazione “tradizionale”, molto “da live”. Quando si potrà riprenderete subito con i concerti?
Stiamo esplodendo, non vediamo l’ora! Alcuni di noi fanno l’università e altri studiano musica, ma comunque ci vediamo due o tre volte a settimana per suonare, scrivere e produrre; per noi la band è il live.
Giacomo | Che cosa studiate?
Jack | Io studio scienze giuridiche a Modena.
Covo | Io sono l’unico che lavora e consegno le pizze.
Manuela | Sappi che il tuo lavoro è un patrimonio dell’umanità!
Jack | Sprunk (il tastierista) fa il conservatorio, Morro (il cantante) si sta cimentando nella produzione di videoclip e Checco (il chitarrista) studia geologia.
Manuela | Come vi siete conosciuti tutti e cinque? Come avete iniziato a fare musica insieme?
Andavamo tutti nella stessa scuola di musica e durante un saggio di fine anno ci siamo trovati tutti insieme a fare una cover di Zombie dei Cranberries. Da lì ci siamo trovati e abbiamo iniziato a suonare nei bar. Avevamo quindici anni. È partito tutto da lì.
Giacomo | C’è un elemento tra di voi che scrive i brani oppure si tratta di un lavoro di gruppo?
Jack | È Checco a scrivere le canzoni. Anch’io ho iniziato a scrivere un po’, ma passa tutto dalla sua revisione. Possiamo dire che lui sia il nostro autore, per quanto riguarda i testi, mentre per quanto riguarda la musica facciamo tutto insieme: abbiamo il nostro studio, una saletta in cui produciamo.
Manuela | Avete partecipato al format Esordi, raccontateci un po’ di quest’esperienza.
Esordi è un format che permette di avere un’intervista su Rai Radio 2 con Ema Stoccolma e Gino Castaldo. Abbiamo mandato il nostro pezzo, Fotogenica, ci hanno selezionato e abbiamo fatto quattro chiacchiere con loro: è stato bello! Quello che sto per dire riguarda anche voi: siete dei grandi a dare spazio a “gente come noi”, è segno di carattere. Dar voce agli emergenti è l’unico modo per dare un volto nuovo alla musica e ne abbiamo bisogno.
Manuela | Quali sono i vostri prossimi progetti?
Sicuramente preparare i live per quest’estate: se qualcosa si dovesse smuovere dovremmo farci trovare pronti, con i pezzi nuovi! A febbraio uscirà Giulia, la canzone di cui abbiamo parlato prima; è un brano molto intimo, cantautorale e rétro. Un brano un po’ bolognese, forse, e sicuramente non “moderno”.
Manuela | È “un po’ bolognese” perché ci sono le tigelle?
A Modena si chiamano crescentine! [ridono, ndr] Comunque vogliamo produrre un pezzo che spacca e siamo gasati! E – perché no? – magari provare a fare un talent? Boh. Siamo pronti a qualsiasi cosa!