Gli Inner Skin, gruppo nato nel 2018 con base a Roma da un progetto precedente di Alberto Frasson, hanno pubblicato il mese scorso il singolo Claire (Digital Distro CD Baby). Li abbiamo intervistati e ci hanno parlato del singolo, delle loro influenze e dei loro progetti futuri.
In che modo Claire si discosta dagli altri vostri brani del repertorio?
Claire nasce da suoni sintetici mescolati poi con quelli acustici. È stato per me un processo creativo inverso, rispetto a quello che di solito adotto, e mi ha fatto capire che l’input puramente sonoro può far virare un pezzo in una direzione piuttosto che in un’altra. È come se trascinasse con sé delle sensazioni che poi anche gli altri strumenti dovranno seguire. In questo caso i toni risultanti sono davvero dark, pur mantenendo il DNA emotivo degli altri nostri brani.
E, partendo dalle basi, chi è Claire?
Una persona che, nel bene e nel male, mi ha fatto crescere molto e mi ha cambiato la vita. Credo che tutti prima o poi incontrino la propria Claire.
Quanto siete influenzati dalla scena internazionale? Ascoltate qualche altra band in particolare? Qualcuno con cui vorreste assolutamente collaborare?
Diciamo che la scena internazionale è il nostro punto di riferimento. Ci sono band davvero eccezionali con cui sarebbe un onore collaborare. Penso ai Nothing But Thieves, ai The Intersphere e soprattutto ai Vola, fonte di grande ispirazione.
Vedete un futuro del progetto anche all’estero?
Assolutamente si, anzi, probabilmente solo all’estero. Ci stiamo già muovendo per spostare il nostro baricentro nel Nord Europa, dove questo genere è più seguito. Giorgio (batteria e management) vive già a Bonn e stiamo collaborando col secondo chitarrista dei Guano Apes. Questo complica un po’ le cose ma diventa una scelta obbligata se si vuole evolvere.
Ci riassumete la storia degli Inner Skin fino ad oggi?
La nostra band ha preso forma grazie a una serie di eventi fortuiti scaturiti dal primo incontro con il nostro produttore artistico Fabio Trentini (Guano Apes, H-Blockx-, Le Orme); è stato lui a farmi incontrare Giorgio Ranciaro (batterista e manager), che proprio in quel periodo si stava trasferendo da Amsterdam a Roma. Ci siamo subito trovati sulla stessa lunghezza d’onda per quanto riguarda il taglio da dare al progetto Inner Skin. Da lì abbiamo cominciato a cercare il resto dei componenti tramite inserzioni su portali dedicati. Abbiamo quindi incontrato Francesco Tripaldi (bassista), che ha messo a disposizione la sua grande esperienza sul campo. Da lì in poi abbiamo continuato a fare tutto quello che era in nostro potere per farci conoscere, dalla produzione di canzoni ai video, dai live alla presenza sui social. È un lavoro che non finisce mai.
Dopo Claire che cosa succederà?
Stiamo già producendo il prossimo singolo e pensando ai prossimi video. Cerchiamo di dare una progettualità a questo percorso, nonostante quello che sta succedendo. Su tutto, comunque, non vediamo l’ora di tornare a suonare live.