Venerdì scorso, praticamente in contemporanea, sono stati pubblicati due video diversi tra loro ma legati da un piccolo, grande particolare. Le clip in questione sono quelle di Che Effetto Fa, dei Kutso, e di Ipocondria di Giancane feat. Rancore.
Il primo è un singolo nuovissimo della band di Gabbianelli, che anticipa l’uscita del nuovo disco. È girato nel Palazzo Chigi di Ariccia, nelle stesse sale dove Visconti girò Il Gattopardo, ed è recitato dallo stesso Gabbianelli.
Il secondo, dona le immagini al pezzo contenuto nell’ultimo album di Giancane, Ansia e Disagio, e non vede la partecipazione di alcun attore, bensì quella preziosa del noto fumettista Zerocalcare, che per la prima volta ha prestato la sua matita per un video musicale, interamente disegnato da lui.
Comune denominatore, la regia di Davide Bastanimotion, che di suo pugno, ci racconta la genesi dei due video.
CHE EFFETTO FA, la genesi
Matteo Gabbianelli è arrivato nel mio studio, ha tirato fuori una pennetta usb, e mi ha fatto sentire il pezzo. Era una mina, la sua voce mi ha pettinato, il testo era intelligente, ma la cosa che mi ha stupito di più sono i suoni nuovi e gli arrangiamenti, raffinati e di gusto, diversi dai Kutso a cui ero abituato.
Insieme alla traccia audio, Matteo, che è uno stacanovista e non lascia nulla al caso, aveva già girato un video di prova.
Non ho mai riso tanto. Spero uscirà come spin off prima o poi. Nell’idea iniziale un alieno scendeva sulla terra per risvegliare le persone dalla loro monotonia, tutto era molto divertente, pulp e un filo trash (ma di culto).
Mi sono riascoltato il brano, ed ho iniziato a lavorare su un soggetto che mantenesse l’idea di Matteo senza snaturarla, ma che non fosse solo ironica. Il testo della canzone è grottesco e tragicomico, ed ho pensato che la parte tragica non andasse sottovalutata, per creare uno stacco ancora più netto tra le due metà e i due volti dei Kutso, che sanno essere amari e leggeri allo stesso tempo.
Abbiamo rimesso mano all’idea, mangiando pizza da asporto per giorni restando a studio fino a tardi. E alla fine ci siamo immersi completamente nell’atmosfera e ne abbiamo trovato una nuova identità.
Il nuovo script: un uomo costretto in una vita coniugale noiosa, costretto ad un portamento che non gli si addice più, tra tea all’inglese e partite di biliardo con “amici” di circostanza, ad un certo punto impazzisce e si trasforma in un eccentrico alieno ballerino anni 80. E crea il panico.
Il video è venuto esattamente come lo avevamo immaginato e Matteo si è riscoperto un attore drammatico incredibile.
E daje!
IPOCONDRIA, la genesi
Io, Giancane, Rancore e Zerocalcare, ci siamo incontrati una sera al Tufello, a casa di Tarek (Rancore).
La prima ora e mezza l’abbiamo passata a parlare di quanto la nostra fisicità fosse precaria e di quanto la morte incombesse su di noi (non entro nei dettagli), mentre lo facevamo mischiavamo vino e birra in maniera dissennata e senza senso, fumavamo e mangiavamo un’ottima torta preparata dalla madre di Tarek.
Nella seconda ora e mezza con la canzone di sottofondo, Rancore, che è un vulcano di idee e di parole, una volta che inizia non si ferma a meno che non lo corchi, tirava fuori flussi di coscienza, Giancane pareva d’accordo su tutto ed implementava con sprazzi di genio, Michele annuiva un po’ dimesso (ma era fomentato). Mille idee fichissime, ma io non ci ho capito un cazzo.
Abbiamo preso un foglio e abbiamo fatto ordine. In questo caso la risposta era già davanti a me. Tre adorabili geni del male, matti, chiusi in una sorta di ospedale manicomio. Fine.
Abbiamo iniziato i lavori. Giancane si è riscoperto un ottimo animatore, come fa i labiali lui non li fa nessuno.
Per ipocondria invece abbiamo mangiato solo cibo cinese da asporto. Ringrazio il ristorante cinese “Magnifico” per averci dato la forza.
Anche questo video è venuto esattamente come immaginavamo.
Due video a cui tengo infinitamente usciti lo stesso giorno, non so se sia una maledizione o una benedizione, in ogni caso, è stato tutto molto bello e pagherei per rifarlo.