Per ora possiamo solo far girare e girare questo EP di appena 6 brani… ma a breve avremo il piacere di ascoltarlo per esteso il lavoro d’esordio di Johnny Casini. Un esordio di lusso visto che la produzione è di Phil Manzanera (e penso che non serva aggiungere altro) e di contorno (e neanche tanto di contorno) troviamo musicisti del calibro di Gus Robertson (dai Razorlight) con cui firma anche i brani “I’m not blind for you” e “This is the Place” (americano di periferia il primo o un po’ troppo di pelle e dal sapore alla George Micheal, invece decisamente britpop alla luce del sole il secondo), Javier Weyler (Stereophonics), Michael Boddy (Bryan Ferry & Roxy Music), Paddy Milner (Todd Sharpville) e Yaron Stavi (Richard Galliano, Robert Wyatt, David Gilmour). Dunque “Port Louis” lo stiamo consumando come ennesima testimonianza di quanto la musica sia un contenitore di vita e di incontri, di occasioni ma soprattutto di grande produzione che trasgredisce alle tradizioni per crearne di nuove. Un bellissimo disco dal sapore brut-pop, tra derive nere di fumo americano e qualche buona ragione per non dimenticare mai i Santi Beatles, quelli della generazione colorata soprattutto. Un lavoro che vi invitiamo ad ascoltare e a seguire nei suoi prossimi sviluppi. Un’altra faccia del nostro modo di dialogare con il resto del mondo. Play Loud gente.
Un Ep magico per te. Direi che come inizio di carriera, almeno quella ufficiale, non è niente male. Se l’appetito vien mangiando, qual è il tuo prossimo obiettivo?
Hai perfettamente ragione e per me la musica è molto importante. La pubblicazione di Port Louis ha coronato questo mio pensiero di vita. Il mio prossimo obiettivo è quello di far conoscere il più possibile, di suonare Live e di trasmettere le mie emozioni nel cuore della gente attraverso la mia musica. Il prossimo step è quello di fare un primo Tour nello stato della California. Confermo poi che è già in programma l’uscita dell’album completo sempre con la collaborazione dello stesso team di Phil Manzanera.
Quanto la produzione di Phil Manzanera ha deviato la tua espressione? Un lavoro di produzione che ha contaminato anche la scrittura o solo l’estetica?
La produzione di Phil Manzanera ha rifinito le mie composizioni grezze. Le ha affinate e ripulite. I mie brani sono stati analizzati ed esaltati da un lavoro di arrangiamento altamente professionale dovuto dalla grandissima esperienza nel settore di Phil Manzanera. Il mio lavoro di composizione quindi non è stato contaminato dal punto di vista della scrittura, ma ha avuto un valore aggiunto grazie agli arrangiamenti, ai consigli tecnici e al lavoro di registrazione avvenuto con Phli Manzanera come Produttore Artistico e il suo team: (Gus Robertson (Razorlight), Javier Weyler (Stereophonics), Michael Boddy (Bryan Ferry & Roxy Music), Paddy Milner (Todd Sharpville, Tom Jones) e Yaron Stavi (Richard Galliano, Robert Wyatt, David Gilmour).
Ed oltre al prestigio e all’esperienza, cos’altro ha portato questa collaborazione?
Questa collaborazione di altissimo livello con Phil Manzanera e il suo Team mi ha permesso di togliermi i “Dark Sunglasses” e di poter assaporare la verità che era dentro di me. Cioè quella di fare e trasmettere le mie emozioni attraverso la Musica! La collaborazione con Phil Manzanera, conosciuto a livello mondiale come Artista eclettico in ricerca costante di nuove emozioni e suoni, mi ha aiutato a esprimere al meglio attraverso la musica i mie sentimenti, i contrasti, le gioie e i dolori.
Di questi brani qual è quello che più ti rappresenta?
Tutte le mie canzoni in generale sono nate da una semplice chitarra acustica e dalla mia voce. Trascrivevo tutte le mie sensazioni e stati d’animo in musica e parole con l’obiettivo di ottenere in certi casi una medicina che potesse aiutarmi a livello morale e psicologico in altri per esaltare una mia positività. Questo per significare che non esiste un brano particolare che mi rappresenta, ma tutti nella loro particolarità mi rappresentano.
E quale invece quello che più rappresenta questa collaborazione?
Tutti i brani hanno presente le sfumature della collaborazione con Phil Manzanera e del team di musicisti (soprattutto nel caso in cui le canzoni siano state scritte a 4 mani). Quindi non esiste una in particolare. Nascono comunque tutte delle mie sensazioni, delle mie emozioni e della mia personalità artistica.
La figura del vivere di sfarzo o in un certo benessere, nel brano e nel video di “Dark Sunglasses”, è da leggere come un sogno, un target o una forma di “denuncia”? In altre parole, ci si nasconde dietro gli occhiali così come ci si nasconde dietro la ricchezza? Non so se ho avuto una corretta chiave di lettura ma mi piaceva e volevo condividerla con te…
Quando ho scritto “Dark Sunglasses” ho pensato ad un brano che con metafore rappresentasse le difficoltà che i ragazzi hanno nelle loro scelte difronte ai propri cambiamenti di vita. In particolare in questo brano ho evidenziato i “Dark Sunglasses”. Infatti per me rappresentano un filtro da mettere sugli occhi ogni volta che non vogliamo vedere la verità che ci circonda. Le scelte di vita sono personali e gli altri che ti osservano da fuori spesso pensano e giudicano senza conoscere. Il video vuol comunicare questa stabilità materiale apparente evidenziando i forti contrasti interiori. Il senso di quello che personalmente ho voluto comunicare è l’esorcizzarli. L’obiettivo è anche quello di lasciare la libertà di interpretazione di questa metafora a chi ascolta la canzone e guarda il video.