– di Manuel Apice –
Durante la quarentena, i live dal terrazzo di casa di Lelio Morra (impegnato a dirigere con entusiasmo e decisione da direttore d’orchestra l’intero vicinato sulle note dei Beatles) hanno addolcito lo stato di impaludamento della mia anima di iperattivo emotivo in continua a ricerca di canzoni a cui appendermi, di melodie con le quali addormentare tutto il mio disagio generazionale.
Insomma, non servivano di certo né il live streaming (di cui Lelio è stato uno dei principi indiscussi, con iniziative volte a tener vivo il ricordo del palco anche attraverso la freddezza di un monitor) né una nomination alla parata del Tenco – in cui Lelio figura tra i candidati alla migliore opera prima – per confermare il valore di un progetto che arriva all’esordio, sì, sulla lunga distanza, ma che da anni fa parlare di sé con qualità e quantità: Morra è un artigiano della parola, senza però piegarsi ai cliché del ragioniere; ha esperienza, e il giusto livello di sana astuzia compositiva per saper scrivere cose che gli piacciono, senza per questo chiudersi nell’autoreferenzialità del proprio gusto ma anzi, aprendo le finestre dell’ugola e del cuore su cortili di fan accaniti che lo seguono un po’ ovunque, senza paura né stanchezza.
Ecco il motivo per il quale “Esagerato” è un esordio, va bene, ma di quelli che sanno di gavetta, di studio, di inciampi e di risalite: non è certo lo sbarbatello ventenne il nostro Lelio, ma sa scrivere come piace ai ventenni, e questo lo rende uno di loro; e ben vengano i comunicatori ultragenerazionali laddove sanno portare qualità negli ascolti adolescenziali: c’è tanto Bennato in “Esagerato”, ma anche un sacco di Ivan Graziani nei ritornelli più incalzanti, senza perdere di vista il cantautorato moderno di Brunori Sas, Niccolò Fabi e Francesco Di Bella. Insomma, un ottimo melting pot musicale che non perde di coerenza nel suo insieme, pur essendo patchwork di spinte diverse e direzioni ostinate e contrarie, nel grande flusso di coscienza che è “Esagerato”; trova spazio tra le tracce lo slancio da hit di “Giganti“, ma anche la delicatezza fragilissima di “(ogni volta che) Elena” – cantata insieme a Blindur – o la scanzonata ironia di “O2G”.
Ecco, l’ironia sembra essere il punto di forza di un artista che fa riflettere sorridendo, senza smettere di mettersi al centro del proprio personale bersaglio (basti pensare a Torno a scuola, ballad intelligente e introspettiva), facendosi a pezzi per ricostruirsi, ogni volta diverso. Insomma, la poliedricità di un autore esperto ed esperito come Morra trova spazio importante tra gli esordienti e senza bisogno di sgomitare: siempre adelante ma con juicio, Lelio ha tirato fuori l’artiglieria pesante solo una volta convinto della bontà della propria strada, lastricata in anni di dedizione, passione e scrittura; e allora è giusto, oggi, trovarsi a parlare di un esordio che sa di meritato punto di arrivo per un cantautore che ha trovato il tempo di trovarsi, prima di farsi sentire davvero.