– di Giuditta Granatelli –
Classe 1996, Ludovica Sidoti, in arte Mavì, rilascia il 12 febbraio 2021 “Noire”, il suo brano d’esordio, realizzato in collaborazione con Marco Canigiula e Pietro La Terza di Cantieri Sonori. “Noire” nasce sull’onda creativa generata da un sentimento di rabbia e racconta di una storia d’amore in bilico. Le ho fatto qualche domanda su Skype per approfondire il suo primo singolo e il suo percorso artistico.
Canti da quando avevi dieci anni: come si è evoluto il tuo rapporto col canto da allora?
Bella domanda. Ho iniziato a dieci anni ma per modo di dire: mi piace raccontare di una recita che ho fatto a quell’età, perché è il primo ricordo che ho legato alla musica e al cantare in pubblico. Ho iniziato a studiare solo tre anni dopo. Sono sempre stata attaccata alla musica, stavo sempre con il mio MP3. Quando ero piccola c’erano quegli MP3 atroci, tipo chiavetta USB, e io ci stavo appicicata. E poi quando ho iniziato a studiare canto la cosa chiaramente si è evoluta, nel senso che comunque è arrivata sempre più musica. La musica e il canto sono sempre state le mie passioni; amo la musica a trecentosessanta gradi, nei miei ascolti passo da Arisa a Madame a Sfera Ebbasta.
E quanto ci hai messo in “Noire” di te stessa, della tua vita, delle tue esperienze? Quanto c’è di autobiografico?
Molto. Sono partita da un sentimento di rabbia. Poi ne abbiamo costruito una storia d’amore che non funziona, ma il messaggio principale era indirizzato a tutti quelli che comunque non fanno un passetto verso di noi. Quindi il focus è sulla rabbia per queste persone. Dunque di autobiografico c’è questo sentimento, ci sono queste situazioni, che poi io ho voluto trasformare in una storia d’amore, però sicuramente c’è molto di me.
È molto interessante questo aspetto della rabbia. Dato che ci hai messo molto del tuo, dunque, che significato ha avuto per te “Noire”? Pensi che ci siano differenze tra la te prima di “Noire” e la te dopo “Noire”?
In parte sì e in parte no. È il mio primo brano quindi dovevo trovare un mio mondo, più preciso, più per me. È un po’ tutta una novità per me. Una volta che fai musica tua, è più facile trovare una strada. Prima non lo facevo, cantavo cose che mi piacevano ma non era tutto definito.
E, quando scrivi, quando metti del tuo, sei più una persona che scrive sull’onda dell’ispirazione o che lascia che idee, sensazioni e ispirazione attraversino un processo di incubazione?
Guarda, io non ho scritto il brano da sola. Prima di questo ho avuto difficoltà a scrivere brani miei perché non sapevo come approcciarmi alla scrittura. Ho sempre scritto qualcosa di mio, qualche frase, qualche pensiero, qualche ritornello, testo. Però non ero mai pienamente soddisfatta. Perché penso che ci siano anche delle regole per scrivere e io queste regole non le avevo, prima di approcciarmi alla realtà di Cantieri Sonori, etichetta con cui sto lavorando. Quando sono entrata in sala mi hanno dato una chiave di lettura, mi hanno aiutato anche proprio nella scrittura dei brani. Quindi l’approccio alla scrittura diciamo che si è evoluto. Prima non avevo un metodo mio: scrivevo ma non avevo regole. Con Cantieri Sonori ho sviluppato un approccio più professionale.
Come mai hai deciso di rilasciare il tuo primo singolo in questo periodo, in cui non si possono fare live?
Adesso stiamo vivendo un periodo particolare, ma che fai, ti fermi perché non puoi cantare live? Chiaramente no. Devi andare avanti lo stesso. Adesso è più complicato, devo lavorare attraverso i social. E poi sì, c’è questo handicap di non poter fare i live, che comunque sono fondamentali perché insomma alla fine è da quelli che hai un feedback un pochino più diretto. Quindi la difficoltà chiaramente c’è. Non è stata una scelta strategica, ma artistica. Non vedevo motivi per cui dover aspettare.
A proposito di live, ho letto nel comunicato stampa che hai cominciato a farne nel 2020, giusto?
Sì, io in realtà cantavo anche prima. Fino al 2020, ho partecipato a festival, competizioni. Ho cantato in pubblico anche su palchi come quello di Area Sanremo – ho partecipato alle selezioni due anni fa – o Amici Casting. E poi ci sono stati festival, serate…
E quando finirà questa situazione come pensi di procedere?
Io vorrei fare live, sono essenziali. Finché c’è questa situazione continuerò a lavorare con Cantieri Sonori, abbiamo un progetto a lungo termine e quindi altri brani in uscita, punterò a questo. E poi comunque vorrei provare con qualche talent, Covid permettendo.
Che aspettative hai su questo tuo primo singolo?
Spero sia qualcosa di attuale, innovativo. Un po’ di novità non fa male. Ci sono alcune persone che mi dicono che ricordo loro molte artiste, come Gaia ed Elodie – che apprezzo tantissimo, tra l’altro. Però nel momento della creazione non ho preso spunto da loro, sono entrata in sala e ho detto: “Voglio fare un mix tra Billie Eilish e Lana del Rey”. Non ho pensato ad artisti italiani, volevo fare questo mix. Non so se ci sono riuscita ma sono molto soddisfatta del risultato, spero che il pezzo piaccia.
Come mai questo titolo “Noire”? Ho visto che sono presenti Parigi, la notte, ho pensato che si ricollegasse a quest’atmosfera.
Esatto, è proprio così. Sì ricollega all’atmosfera del brano e del video stesso, che ha proprio dei colori che riportano a un’atmosfera un pochino cupa. Quindi “Noire” secondo me era proprio il titolo che cascava a pennello, siamo a Parigi, nome francese, il colore nero…
Nel videoclip c’è anche questa figura di un uomo freddo e distaccato, mentre lei ci crede ancora. Sembrano due personaggi quasi agli antipodi. Che idea dell’amore, delle emozioni, vuole rappresentare il videoclip in particolare?
Vuole essere esplicito. Un amore finito. Si vede chiaramente che ci sono momenti di tensione nella coppia. Secondo me è molto interessante il finale, ti fa capire come vanno le cose. Volevo un video che fosse abbastanza diretto, che lasciasse poco spazio all’immaginazione, che fosse abbastanza esplicito, quindi che faccia capire che lei ci spera ma che non ci sarà un ritorno.
Ho letto che hai una laurea in lingue. Il tuo percorso di studi ha influenzato il tuo percorso artistico? Fuori dalla musica hai altri progetti avviati?
Per il momento no, mi sono laureata adesso, a gennaio. Quindi non ha influenzato più di tanto, nel senso che chiaramente io dovevo prendere questa laurea, l’ho presa in ritardo perché volevo concentrarmi anche sulla musica. Poi non ce l’ho fatta più a mettere sul piedistallo entrambe le cose perché altrimenti non avrei finito di studiare. E quindi l’anno scorso, nonostante abbia fatto diverse esperienze, molto l’ho dedicato anche allo studio. Ora per il momento posso dedicarmi solo alla musica. Poi magari ci saranno altre strade, anche Indipendentemente dalla musica. È tutto da vedere.
Ok! Grazie, è stato un vero piacere. Ti auguro una bella giornata.
Grazie, grazie mille anche a te, ciao!