– di Assunta Urbano –
È tempo di festeggiamenti in casa di Nicolò Carnesi. Sembra ieri, ma sono passati ben dieci anni dal disco d’esordio del cantautore di origine palermitana.
Al debutto “Gli eroi non escono il sabato” hanno fatto seguito “Ho una galassia nell’armadio” (2014), “Bellissima noia” (2016) e “Ho bisogno di dirti domani” (2019).
In tutti e quattro i lavori discografici, l’autore si è fatto apprezzare sia dal pubblico, dai musicisti, che dalla critica. Gli affezionati si sono invaghiti del suo approccio disincantato per raccontare la realtà e delle sue sonorità elettroacustiche.
Un talento compositivo, narrativo, che con il trascorrere degli anni si è conquistato un meritato posto nel panorama musicale italiano contemporaneo. Così, come nelle cuffie degli ascoltatori.
Questo 2022, dunque, sarà molto importante per Nicolò Carnesi. Nei prossimi mesi, uscirà un’edizione speciale de “Gli eroi non escono il sabato”, per Manita Dischi/Garrincha Dischi. Le tracce dell’album prenderanno una nuova forma e saranno impreziosite da collaborazioni inedite con alcuni colleghi.
Il singolo che dà il via a questo lavoro è “Levati”, settima traccia del disco del 2012. Ad accompagnare il cantautore nel pezzo c’è Dente, al secolo Giuseppe Peveri.
“LEVATI”
“Levati” è il primo capitolo dell’edizione speciale de “Gli eroi non escono il sabato”. Il pezzo, pubblicato il 23 febbraio scorso, ha messo insieme il cantautore emiliano Dente e il protagonista di questo racconto, Nicolò Carnesi. Due artisti affini e ancora una volta uniti da una stessa lente con cui guardare la realtà circostante.
Non è la prima volta che i musicisti si ritrovano insieme a canticchiare questo brano. Infatti, come afferma il siciliano:
«La connessione con Dente è data dal fatto che all’epoca lui cantò questa canzone a Palermo ed io feci lo stesso con un suo brano a Fidenza, nelle nostre rispettive città natali. Questo ha creato una sorta di gemellaggio tra di noi. Poi è capitato spesso di averlo ospite ai miei concerti e di ritrovarci a cantarla insieme».
E di quella stessa esperienza il collega racconta:
«Un giorno di marzo del 2012 io suonavo nella sua città (Palermo) e lui nella mia (Fidenza), quindi decidemmo di fare una cover l’uno dell’altro. Io scelsi “Levati” perché è una canzone che ho sempre sentito molto mia e da quella volta l’abbiamo cantata insieme dal vivo ogni volta che ne abbiamo avuto occasione. Da oggi tutti questi ricordi sono racchiusi in una registrazione».
In realtà, il brano, la cui storia è probabilmente quella più “antica”, era stato immaginato come ultimo in scaletta per la nuova uscita. Il motivo per cui è stato proposto come apripista è stato proprio per porre in risalto la crescita artistica di Nicolò Carnesi in questi dieci anni.
DIECI CANDELINE PER NICOLÒ CARNESI
E se già la forma canzone era stata abbattuta dalla mancanza di ritornello nel brano, la presenza di Dente ha dato tutta un’altra luce a “Levati”. Il testo ricorda una filastrocca e diventa facile da memorizzare.
Due voci, un nuovo arrangiamento e un canto spensierato e liberatorio. Il tutto sempre con un’ironia leggera e allo stesso tempo pungente. La purezza e la sincerità non sono andate perdute rispetto alla versione originale. Il pezzo si è decisamente dimostrato in grado di sopravvivere alle intemperie, confermandosi come un singolo senza tempo e senza spazio.
Sicuramente anche le altre tracce non saranno da meno e sapranno adattarsi ai tempi contemporanei. E magari conquisteranno un pubblico nuovo e diverso.
“Levati” si conclude con un «Cosa sognavo io non lo ricordo più». Nicolò Carnesi, a distanza di dieci anni, ricorda quali erano i suoi sogni? E oggi sono ancora gli stessi? Questo, purtroppo, non possiamo ancora saperlo.
C’è grande fermento per la nuova edizione de “Gli eroi non escono il sabato”. Soprattutto, c’è tanta curiosità di scoprire chi saranno i “supereroi” che il cantautore ha scelto per raccontare i suoi primi dieci anni di carriera musicale.
Non vediamo l’ora di scoprirlo, ma nel frattempo: tanti auguri Nicolò!
TESTO “LEVATI”
Levati di dosso quella giacca che senza scollatura
Vali molto poco
Come me senza chitarra
Levati di dosso quella faccia interrogativa
Che tanto non lo dico
Dove ero ieri sera
Levati di dosso quella lacrima che col tuo viso bianco
Si perde in un tramonto
Di pelle rosso acceso
Levati di dosso quella noia quando è sabato sera
Che il centro di Palermo
Non offre mai di meglio
Levati di dosso la tua amica che non la sopporto
Con i suoi vestiti gotici
Ed il pensiero troppo colto
Levati di dosso quei vestiti come fanno le tue amiche
Che non è il loro mestiere
Ma lo fanno proprio bene
Levati di dosso quello sguardo che porta rancore
Quando ti ho tradita
L’ho fatto con amore
Come mai (come mai)
C’è rimasto così poco
Che brutto finiva un sogno quando rimani solo
Solo come noi in questa stanza vuota
Senza una parola… senza una parola.
Levati di dosso infine me che non so se l’hai capito
Che non sono così fico
Come quei ragazzi al bar
Come sognavi al liceo
Cosa sognavo io non lo ricordo più.