Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Nicolò Marangoni, giovanissimo cantautore della zona di Vicenza che ha di recente pubblicato un nuovo singolo dal titolo Flaubert, dove i libri sono come i sentimenti, pieni di parole, pagine e frasi complicate a cui è seguito il nuovo La tua stanza piena di fiori. Come se fosse uscito da un altro tempo, Nicolò Marangoni è una sorta di poeta maledetto della musica indie, e questo è quello che ci ha raccontato
Ciao Nicolò. In che modo Flaubert è l’autore giusto per affrontare questo 2020?
Flaubert ha un occhio attento per la bellezza, e forse ora più che mai abbiamo bisogno di notarla e darle importanza.
Ci racconti come nasce un tuo brano?
Solitamente, d’istinto, sento quando devo scrivere e perché; allora mi metto al piano o alla chitarra e da li poi tutto, un po’ da solo, prende forma.
L’ispirazione è qualcosa che viene spontaneo o si può allenare? Come funziona nel tuo caso?
C’è sicuramente una componente spontanea e inspiegabile, però ci si può allenare a notare dettagli delle cose, delle persone… Particolari luci, sapori, eccetera. Quindi, di conseguenza, a portarsi dentro piccole emozioni, che poi, nel tempo, possono portare all’ispirazione. Nel mio caso è cosi, sono un grande osservatore.
Quando hai deciso che dovevi dedicarti seriamente alla musica?
Devo dire che già sui dodici-tredici anni avevo iniziato a interessarmi quasi seriamente. Ma la decisione definitiva fu quando, sui diciassette anni, iniziai a scrivere davvero le prime canzoni e sentii la soddisfazione di vedere tradotto quello che volevo dire, che mi tenevo dentro.
In caso di un secondo lockdown, come impiegherai il tuo tempo?
Scrivendo e suonando principalmente, leggendo tutti quei libri che avevo rimandato e poi magari migliorarmi in cucina.
Progetti futuri?
Ci saranno sicuramente altre canzoni e un primo album nel 2021.