Peppe Lana è cantastorie, creatore di atmosfere, di silenzi, di spazi d’ascolto e queste sue peculiarità lo hanno spinto a fare, attraverso questo brano (prodotto da Mirella Buono con Samvega e registrato presso gli studi di Indigo con la produzione artistica di Fabio Rizzo), una profonda riflessione sulla Libertà. È uscito infatti il 5 febbraio in digitale e in radio Libertà, il nuovo singolo di Peppe Lana. Il brano, che sarà seguito dal videoclip, è il primo estratto dal nuovo lavoro discografico del cantautore siciliano, dal titolo “Presente”, un album, realizzato con il contributo di Umberto Porcaro alle chitarre, Davide Femminino al basso e al contrabbasso e Emanuele Rinella alla batteria, in cui ogni canzone descrive un piccolo mondo fatto di incontri, sogni e suggestioni, dove si intrecciano storie, esperienze, rivelazioni e che vedrà la luce a fine 2021. Ecco cosa ci ha raccontato!
A chi dice che il pianoforte non è più uno strumento “indie”, cosa rispondiamo?
A chi importa realmente di definirsi “indie”? Il pianoforte è uno strumento con 300 anni di storia, ha attraversato tutti i generi musicali, sopravviverà anche a questo.
Se dovessimo racchiudere la tua musica all’interno di un genere musicale, quale sarebbe? C’è qualcuno che per genere o mood fa qualcosa simile a te?
Non amo particolarmente le etichette, mi piace esprimermi liberamente e utilizzare il tipo di registro stilistico che più intimamente si connette con ciò che voglio dire. Trovo che definire qualcosa significhi in qualche modo tracciare dei limiti, ed io vorrei avere la libertà di attraversare i generi musicali senza preconcetti.
Che connessione c’è tra il brano e il video? Com’è nata l’idea del video?
Esiste una connessione profonda, magica direi. Dopo le prove per uno spettacolo, discutendo con la mia produttrice Mirella Buono a proposito del vestito grafico da dare al brano, abbiamo fatto un po’ di brainstorming, sono uscite un paio di idee che subito abbiamo sottoposto al regista, così lui ci ha indicato la strada trovando geniali soluzioni per esprimere concretamente quello che fino a quel momento apparteneva al mondo dell’immaginazione.
Cosa significa cominciare un percorso musicale in un momento dove non possiamo fare live?
Significa mettere alla prova la volontà e capire il posto che la musica occupa tra le priorità della vita. Ho cominciato a lavorare sugli arrangiamenti dei brani di questo primo disco una settimana dopo dall’inizio del primo lockdown, c’era qualcosa dentro che urlava per uscire ed io non sono riuscito ad ignorarla. I concerti arriveranno, io mi sto preparando.
Come sei entrato in contatto con la scuola di Cinema Piano Focale? E come avete collaborato?
È stata la produttrice Mirella Buono a metterci in contatto con il regista Gianni Cannizzo e con la Scuola di Cinema Indipendente Piano focale. È stato un gran lavoro di squadra, fin da subito ci siamo resi conto di stare camminando sulla stessa strada, ricercando la Bellezza. Abbiamo dato tutti il massimo.
Di quale film Libertà sarebbe la perfetta colonna sonora?
Se posso puntare in alto direi timidamente “Il cielo sopra Berlino” di Wim Wenders, adoro quel film.