– di Assunta Urbano –
Ciò che, in primis, rende Greta Zuccoli unica è la sua voce. Non a caso il primo ad essersi accorto del suo talento è stato Damien Rice durante un aftershow di un suo live. Proprio per questo motivo, la giovanissima, prima ha duettato con il cantautore nel 2017 all’Olympia di Parigi e poi l’ha accompagnato nel tour in barca a vela, il “Wood Water Wind Tour”, nel 2018.
Dopo l’irlandese, ha attratto l’attenzione di Diodato, che, colpito e affascinato dalle sue doti, l’ha inserita nella band per una serie di esibizioni dal vivo. Ovvero i “Concerti di un’altra estate”, che lo scorso anno hanno portato il vincitore del Festival di Sanremo 2020 a calcare più palchi in giro per la Penisola.
Nel 2019, invece, un’esperienza diversa ha colmato il bagagliaio della giovanissima napoletana. È stata scelta per cantare “Un’altra vita o ieri” di Nero Nelson e poi “Stolen Days” all’interno del film “Il ladro di giorni” diretto dal regista Guido Lombardi, con Riccardo Scamarcio come attore principale.
Un percorso insolito quello della cantautrice, le cui collaborazioni sono state il primo passo d’entrata nel panorama musicale nostrano.
Greta Zuccoli è ora pronta per mostrarsi al pubblico da solista, con le sfaccettature cantautoriali, brit rock e trip hop che fanno parte delle sue ispirazioni. Parteciperà alla settantunesima edizione del Festival di Sanremo nella categoria delle “Nuove Proposte” con il singolo “Ogni cosa sa di te”.
Non potevamo assolutamente perdere l’occasione di intervistarla e farci raccontare di questa nuova storia che la vedrà tra i protagonisti.
La prima settimana di marzo di questo 2021 ti vedrà salire sul palco dell’Ariston, partecipando al Festival di Sanremo nella categoria delle “Nuove Proposte”. Che aspettative hai per questa esperienza?
Innanzitutto mi aspetto di godermi questa esperienza meravigliosa e immagino che sarà un’emozione incredibile. È un sogno calcare il palco dell’Ariston, con quella orchestra. Spero che questo sarà un punto di partenza per me e ripartenza per tutto il settore, bloccato da un anno. Mi auguro che possa essere un momento di grande consapevolezza e presa di coscienza di ciò che stiamo vivendo e che possa ritornare sempre più forte il desiderio di avvicinarci e condividere.
Così come è successo anche nel corso di “AmaSanremo”, porterai al Festival la tua “Ogni cosa sa di te”. Ci racconti di questo brano?
È una canzone in cui convivono stati d’animo in contrapposizione tra di loro, ma poi sono riuscita a farli bilanciare e a far pace con queste due parti in contrasto. Quando l’ho scritta, provavo questo fortissimo senso di nostalgia e tristezza del voler abbattere le distanze con cui stiamo convivendo da un anno a questa parte. C’era il desiderio di sentirsi vicini l’un l’altro, ma allo stesso tempo il doversi abituare alle distanze. Tutta quella situazione mi ha portato a riflettere su me stessa a livello umano nell’approcciarmi con l’altro. Scrivere questo brano è stata un’occasione di liberazione, mi ha alleggerito del peso che sentivo.
È bello che la musica abbia questo effetto sulle persone. Il singolo è stato scritto da te, sia per quanto riguarda la musica che il testo, ed ha visto alla produzione Diodato e Tommaso Colliva. Come è nata questa collaborazione?
Ho fatto ascoltare questo brano ad Antonio (Diodato), che ha contribuito anche all’arrangiamento con Tommaso Colliva. Abbiamo deciso di lavorarci insieme, per riuscire a restituire le sonorità che avevo in mente e far convivere il mio amore per il cantautorato con le influenze trip hop. Poi ci sono gli archi curati da Rodrigo D’Erasmo e la collaborazione con altri artisti che ho avuto l’onore di conoscere nel tour “Concerti di un’altra estate” dello scorso anno. Sono felicissima di questa dimensione.
Parlando di collaborazioni, il tuo percorso è alquanto insolito. La tua voce è stata scoperta da Damien Rice durante un aftershow di un suo concerto e da lì hai preso parte al suo tour in barca a vela nel 2018. Invece, lo scorso anno hai girato l’Italia insieme a Diodato come vocalist. Cosa si prova a ricevere dei riconoscimenti da artisti di questo calibro?
È una sensazione bellissima, soprattutto quando riconosci che c’è qualcosa che ti accomuna a quegli artisti. Sono convinta che in qualche modo gli animi simili prima o poi si incontrano. È stato bello ritrovare questa umanità in musicisti che stimo tantissimo. Poi, è impagabile avere la possibilità di condividere le emozioni con delle persone del genere.
Nel 2019, invece hai preso parte al film Il ladro di giorni ed hai cantato “Un’altra vita o ieri” e “Stolen days”. Prima di tutto, narraci di questa esperienza. In aggiunta, c’è un film, del passato o del futuro che sia, in cui ti vedresti a ripetere la stessa avventura?
Un’esperienza magnifica. Con il regista, Guido Lombardi, abbiamo deciso di far vivere la canzone attraverso una scena specifica con i protagonisti del film, tra cui Riccardo Scamarcio. È stato bello vedere da vicino come lavora la macchina del cinema, un mondo lontano da me, ma davvero affascinante. Nelle vesti di attrice, non saprei dirti, ma sarebbe interessante abbinare quella visione con la musica, magari anche scrivere la colonna sonora per un lungometraggio. Per quanto riguarda una pellicola specifica, ti citerei una che ho visto di recente e mi ha colpito molto: “Melancholia” di Lars von Trier. Sono un’amante di quelle atmosfere nordiche e mi è capitato di immaginare delle mie canzoni, sia in italiano che in inglese, su dei paesaggi del genere.
Hai nominato queste atmosfere e precedentemente il trip hop, che è un genere musicale alquanto sottovalutato in Italia, secondo me. Per quale motivo sei legata a questo mondo?
Ho avuto la fortuna di frequentare degli ambienti musicali sempre molto stimolanti, come un Dipartimento di musica d’insieme, in cui c’erano artisti di tutti i generi e di tutte le età. Abbiamo iniziato fin da subito a contaminarci e a suonare in compagnia. Sicuramente anche mia sorella, che ha dieci anni più di me ed ha vissuto all’estero, mi ha influenzato tantissimo negli ascolti. Dopo tutti questi confronti, ho sentito ciò che era più vicino a me.
“Ogni cosa sa di te” sarà il tuo cavallo di battaglia della settimana sanremese. Se dovessi scegliere tre cose che “sanno” di Greta Zuccoli, quali sarebbero?
È una domanda difficile! [ride ndr.] Sicuramente i fiori. Tutto ciò che ha a che fare con la natura per me è fondamentale. Poi, sono un’amante dei colori. Non sono una pittrice, ma mi piace proprio assegnare delle tonalità alle cose, alle persone a cui voglio bene ed ai momenti particolari. Anche questa cosa la riconduco a me. Infine, ti direi le forme di espressione artistica. Tutto ciò che riguarda il linguaggio, la lingua, le culture differenti e il modo di esprimersi, sa di me.