Gli Shkodra Elektronike sono un duo formato da Kolë Laca (già ne Il Teatro degli Orrori) e dalla cantante Beatriçe Gjergji, entrambi della zona di Scutari in Albania portano avanti quello che è uno strano obiettivo, quello di andare a scavare nel repertorio tradizionale della loro terra per reinterpretarlo in chiave elettronica. Ecco cosa ci hanno raccontato.
Kolë, fino ad ora sei sempre stato collegato a progetti della scena underground italiana (primo fra tutti quello de Il Teatro degli Orrori) che però niente avevano a che fare con il genere o il mood di Shkodra Elektronike. Come mai questo cambiamento?
Visto che Beatriçe non sapeva urlare come Pierpaolo Capovilla, mi son dovuto adattare! A parte gli scherzi, Il Teatro degli Orrori faceva un genere ben preciso da prima che io entrassi a far parte del gruppo, ma anche in quel caso ero, se così si può dire, l’addetto all’elettronica. Lo stesso facevo nei 2Pigeons, ed è proprio con questo progetto che ho, per la prima volta, arrangiato in chiave elettronica un brano tradizionale scutarino – Turtulleshë – nel quale anche Pierpaolo è intervenuto cantando dei versi scritti da lui.
Devo ammettere che in Shkodra Elektronike, oltre a me, c’è un bel po’ de Il Teatro degli Orrori: ogni nostra pubblicazione passa per la supervisione (amichevole e professionale) di Giulio Ragno Favero ed entrambi i mix dei brani che abbiamo pubblicato sono stati fatti da Marcello Batelli.
Beatriçe, ci racconti un po’ cos’è successo prima di incontrare Kolë?
Di certo avevo meno a che fare con lui e la mia vita non era così incentrata sulla musica, dal punto di vista lavorativo. Nell’ambito creativo, invece, non succedeva niente di diverso: oggi come allora continuo la ricerca della mia identità vocale, con l’unica differenza che, grazie al nostro incontro e alla riscoperta di queste radici musicali, mi è più chiara la direzione da seguire.
Vedete un futuro del progetto anche in Italia?
Beatriçe | Per quanto ci si trovi in un momento storico particolare, sappiamo che la bellezza qui è capace di essere accolta. Nei concerti che abbiamo tenuto in Italia ci siamo potuti stupire del trasporto delle persone che, seppur ignoravano il significato delle liriche, si sono fatte toccare dal potere (unico) della musica, in particolare di quella sopravvissuta a centinaia di anni. Per l’approvazione che abbiamo avuto, per il fatto che l’Italia è il posto dove siamo cresciuti e la nostra base operativa, sarà sempre commovente suonarci e vedere più persone possibili scoprire la nostra cultura.
Kolë | Poi diciamocelo: la maggior parte della gente che ascolta musica in inglese, mica capisce veramente i testi! C’è da dire anche che ci saranno sempre gli immigrati albanesi ai nostri concerti. Pensa che prima del lockdown saremmo dovuti tornare a suonare a Germi perché dopo la nostra prima volta lì, si sparsa la voce e la gente non vede l’ora di partecipare alla “festa albanese” (così hanno definito il nostro live).
Come descrivereste Scutari a chi non ci è mai stato?
Entrambi siamo d’accordo sul fatto che: Shkodra (Scutari in italiano), è un tripudio di fiori e cultura. Vista dall’alto è sorprendente: è una valle morbida accarezzata da fiumi, campi e da un enorme lago. Subito fuori dal centro abitato ci sono un antichissimo castello e le Alpi che sembrano inchinarsi alla sua bellezza. Suonerà esageratamente romantico, ma non possiamo fare altrimenti, per noi il è il posto più bello del mondo.
Immagino che conoscevate già il materiale su cui avete iniziato a lavorare. Ma vi è mai capitato di scoprire qualcosa che non avevate mai sentito prima?
Kolë | Certo che è capitato! Prima di scegliere quali brani riproporre, abbiamo fatto una ricerca approfondita. Ce ne sono centinaia, di brani bellissimi scutarini, ma noi ci siamo trovati a dover scegliere solo quelli che meglio si potevano adattare ad un sound elettronico. Ultimamente dal vivo facciamo un brano che si chiama Porsi Flutur ed ammetto che non lo conoscevo affatto.
Beatriçe | Devo essere sincera, per me ogni brano del nostro repertorio è una scoperta. Con Kolë ho l’opportunità di approfondire le canzoni che da bambina ho appreso come si fa con le preghiere, senza mai capirne il vero significato.
Quando potremo ascoltare il vostro primo disco?
Molto presto ci saranno delle sorprese, possiamo lasciare un po’ di suspense?