Realizzata con la Tucano Island e la partecipazione di Emilia Romagna Film Commission esce “Respira”, una web serie che fa da corona all’eponimo disco d’esordio di Ugo Fagioli. Un lavoro di indie-pop liquido e sospeso, ricco di leggerezza ma anche di quella distopica espressione figlia del tempo che stiamo vivendo… e in esso dipana la sua parola di cantautore, la sua cronistoria di un amore e di una relazione, di una libertà negata dietro la forte allegoria del respirare. Una web serie di 9 capitoli, 9 videoclip legati ovviamente ai rispettivi inediti del disco. Idea originale, ambiziosa… altro tassello di grande testimonianza di un momento storico assolutamente unico per tutti noi.
“Respira”. Titolo davvero importante per questa nostra apocalisse. Ma scendendo nel profondo, cosa rappresenta questa parola per te?
“Respira” è una parola che ho letto un paio di anni fa su un muro in centro a Bologna. Quando l’ho letta, mi è venuto spontaneo tirare un lungo sospiro di sollievo. Quella sensazione che ho provato mi ha fatto stare bene, come quando ho finito di scrivere questo disco. Mi sentivo finalmente libero con la mente e col cuore, perciò “Respira” è una parola che associo ad una rinascita.
Curiosa trovata quella di legare ai video di questo disco una WEB Serie… com’è andata secondo te?
Il disco sarebbe dovuto uscire a marzo 2020, ma ho deciso di rimandare l’uscita di qualche mese, aspettando che le acque si fossero calmate. Dal momento che i piani iniziali erano saltati, ho deciso di creare qualcosa di diverso. Viviamo in un momento dove escono centinaia di canzoni ogni settimana e distinguersi è difficile per un emergente come me. Siccome “Respira” racconta alcune sfumature dall’amore, ho pensato si potesse associare le parole del disco ad una vera e propria serie fatta di puntate che raccontano un storia. Assieme ad Alice Mazzoni ho scritto la sceneggiatura e grazie a Tucano Island le abbiamo trasformate in immagini.
Abbiamo registrato durante l’estate 2020 e abbiamo totalizzato degli ottimi numeri sia su YouTube che su Spotify. Quello che però mi ha fatto piacere è che molte persone si sono appassionate alla mia musica grazie alla webserie e viceversa. Questo mi da lo stimolo per andare avanti e migliorarmi sempre di più.
Dunque a questo punto possiamo parlare di questo disco come di un concept?
Ho iniziato a scrivere questo disco dopo la fine di una storia d’amore. La malinconia, la delusione, il rimorso che ho provato in quei momenti mi stavano lentamente divorando. Ho deciso di ripartire da me, capire tutto quello che mi era capitato e trasformarlo in parole. L’ho fatto per sfogarmi. Quello che mi premeva era pensare che qualcuno, ascoltando queste canzoni, ci si ritrovasse in qualche modo, per aiutarlo a sentirsi meno solo.
Mi avrebbe fatto bene un disco così, in quel periodo così buio per me.
Dall’inizio alla fine… c’è speranza o semplice resistenza? Anzi: c’è resilienza? Ho paura che queste mascherine siano diventate la normalità…
Purtroppo il periodo è questo e a noi non resta altro che accettarlo per come si presenta. Dobbiamo resistere e adattarci ad un nuovo mondo che si sta trasformando pian piano. Sta a noi non mollare e pensare a quel giorno in cui tutto questo sarà finito. Io non vedo l’ora di gustarmi un concerto, è la cosa che mi manca di più.
Non vivendo dal vivo, alla musica che via resta per respirare?
La musica è una cosa importante, ci fa divertire, piangere, ridere e ballare. La musica è arte e l’arte crea emozioni. La nostra vita è fatta di emozioni, perciò la Musica è qualcosa di cui non potremo fare a meno.
Se ci pensiamo, durante il lockdown il mondo della musica si è fermato, ma ha provato in qualche modo a tenere compagnia alle persone, con dirette streaming, concertini in acustico rimediati. Un modo seppur marginale, per confortarci a vicenda. Questa è una cosa che rimarrà per sempre e il mondo della musica non può essere abbandonato a sé stesso.