Cantautore che non ha nome e non ha volto. L’anonimato che questa volta non ha maschere inaccessibili e noi accettiamo la sfida per scoprirne l’identità in pochi passi. Il progetto lo titola BARRIERA, come barriere sono quelle che costruisce la società partendo dall’individuo per arrivare alla collettività. Lui affoga nei meandri di una Torino metropolitana e notturna, distruggendo queste barriere e cercando l’incontro, prima con se stesso e poi con gli altri. Un progetto guidato dalla direzione di Massimo De Vita che si manifesta in una canzone dalla forma d’autore in pieno stile indie, di questa scena immersa nei suoni digitali, colma di liriche dirette e quotidiane, a tratti adolescenziali. Un’anticipazione forse di un progetto ben più esteso che vedrà la luce più avanti: per ora sono pubblicati solo 3 singoli con relativi video ufficiali. Da questo trittico scegliamo l’ultima release in ordine di tempo: “La città mi fa terrore”. L’evoluzione dell’uomo fin dentro il DNA di una città, di chi la vive attorno… delle sue barriere.
Barriera. Noi che siamo INDIE, come rivista e come modo, diviene inevitabile pensare a Liberato come scelte di comunicazione, per fare un “paragone” se vuoi anche superficiale. Con te / voi ovviamente non siamo nella scena Trap… siamo in caccia di qualche riferimento per capire con chi stiamo parlando. Un cantautore? Una band? So che non avrò risposta ma almeno ci proviamo…
In realtà sono sicuro che cercando un po’ sono tutte informazioni che puoi trovare in giro. A differenza di altri, non mi sono mai nascosto davvero. Mi piaceva semplicemente l’idea di lasciare spazio alle immagini e alle canzoni, e quindi nei canali ufficiali non trovi riferimenti sulla voce di barriera. Una specie di anonimato narrativo.
Una maschera che costruisce il mistero dell’identità rischia sempre di affascinare oltre i contenuti che veicola… non hai paura di questo?
Capisco quello che dici, ma nel mio caso credo sia una cosa diversa. È un modo per dire che è la città ad essere la vera protagonista. Se qualcuno si incuriosisce sul chi sono mi trova in 30 secondi. Facciamo una prova?
Scena indie. Ma tornando a quel che dicevo all’inizio, in realtà in molti suoni sembra scorgere una timida direzione trap o sbaglio?
Sicuramente io e soprattutto Massimo (De Vita, che ha prodotto i brani) siamo molto aperti e curiosi rispetto a sound anche molto diversi tra loro. La trap forse per questo progetto è fuori dagli orizzonti, ma ci sono tante cose che vengono da un pop molto contemporaneo.
Solo 3 brani e 3 video ufficiali a corredo. Bellissima “Collina”, bellissimo video, complimenti. Il significato di questa scelta? Perché solo 3 brani? Anticipazione di un disco?
Questi tre brani esplorano un tema comune, sono il primo capitolo di una storia più grande. Torino è una città in cui ho vissuto esperienze che mi hanno segnato tantissimo, e che mi hanno accompagnato nell’età adulta. Per tanto tempo ha incarnato tutte le mie paure e tutti i miei desideri. Questo trittico torinese voleva raccontare questo. Sicuramente ci saranno altri brani, ma non è detto che la forma del disco sia la più adatta a contenerli. Vedremo.
A chiudere… dal vivo come ti vedremo? Cosa dobbiamo aspettarci?
Per il momento barriera dal vivo è stata in Piazza Castello a Torino, non con la musica ma con una performance diretta da Rebeca Donella e prodotta da Sounda Production. Abbiamo messo due persone a limonare in piazza, da una parte all’altra di una lastra di vetro: proprio come nel video di Ringhiera.
Per il resto non escludo di suonare questi brani dal vivo, ma dovrà necessariamente uscire fuori qualche altro pezzo di quelli che ho in cantiere per mettere su un set dignitoso. Nella produzione poi c’è tanta elettronica, e vorrei che fosse per lo più suonata. Anche qui si vedrà.