“ciliegin” è l’esordio di Bordeaux, progetto musicale nato dall’idea di Sara Sbaragli, artista romana classe ’98. Musica elettronica ed acustica si alternano nella sua musica, dando origine a tonalità calde, sensuali e avvolgenti. Il singolo è stato pubblicato il 21 ottobre ed è un esordio che lascia il segno.
Con questo progetto, l’artista si mette a nudo nei suoi aspetti umani e artistici, dimostrando versatilità matura e consapevole. Le abbiamo fatto qualche domanda sul suo esordio e il suo modo di vivere la musica.
Cos’è, per te, “ciliegin”?
“ciliegin” rappresenta per me l’inizio di qualcosa.
È un gioco di parole, una provocazione verso chi ascolta, rappresenta la ricerca di un suono e un lato di me che esiste ed è eccentrico, estroverso, ironico. In qualche modo mette in luce anche il rapporto che ho con la mia sessualità ed il mio corpo.
Un’uscita totalmente indipendente, in un momento storico in cui c’è la corsa alla playlist, il tuo è un pezzo che alcuni definirebbero “facilmente playlistabile”. Ti interessa relativamente poco o è stato una scelta forzata?
Questo brano è nato in maniera totalmente spontanea e naturale, come un gioco. Non mi sono posta alcun limite o schema da seguire, ho pensato solo in funzione del suono, quindi mi sento di dire che no, non è stata assolutamente una scelta forzata.
È un periodo in cui c’è un esubero di uscite, questo anche a dimostrazione di una voglia di ripresa del mercato post covid. Non ti spaventa far parte del mare magnum di pubblicazioni del giovedì notte?
No, non sono assolutamente spaventata! Credo molto nel mio progetto e nelle persone che lavorano insieme a me, stiamo cercando rappresentare in musica quello che sono nella maniera più sincera possibile. Non mi interessano i numeri, mi interessa piuttosto che il prodotto che propongo sia un prodotto che arrivi e di qualità.
Il tuo genere è abbastanza difficile da inquadrare. In “ciliegin” ci sono influenze molto diverse, sarà così tutta la produzione o dobbiamo aspettarci altro?
“ciliegin”, come tutte le tracce che fanno parte dell’EP ,è il risultato di una parte di tutto quello che ho ascoltato fino ad ora: dall’elettronica al pop, all’R&B, all’hip hop fino ad arrivare al folk ed al cantautorato. Sono sempre stata attratta da artisti eclettici che amano spaziare tra vari generi, che non si accontentano di rimanere nella propria zona di comfort, che non vivono artisticamente con la paura dell’essere “etichettati”. Quello che scrivo è quello che ascolto o che ho ascoltato. Amo sperimentare, modellare il suono, pensare alla voce come un vero e proprio strumento. Le tracce dell’EP infatti saranno molto diverse tra loro proprio perché mi piace l’idea di poter mostrare più lati di me. Il denominatore comune è la mia voce ed il concept che c’è dietro a tutto l’EP.
Chi ti ha vista su un palco a Roma dice che sei “la Rosalia di Roma sud”, senti che ti si addica questa etichetta? Sia per quanto riguarda un accostamento a Rosalia che un appartenenza territoriale?
Come si dice qua a Roma “me piacerebbe!” [ride, ndr]. Sicuramente è una delle artiste che ho ascoltato e che mi ha influenzato di più negli ultimi anni. Una delle cose che più amo di Rosalia, oltre alla sua energia incredibile, è che riesce a muoversi liberamente tra gli stili in maniera del tutto consapevole e senza mai cadere nel banale. Mi ricordo che inizialmente non era stata capita proprio perché portatrice di un nuovo modo di utilizzare la voce e la lingua spagnola nel mercato musicale odierno. È stata in grado di mischiare quella che è la tradizione alla modernità: ci vuole tempo per assimilare e comprendere a fondo qualcosa di nuovo, anche per quanto riguarda lo spagnolo è interessante il fatto che gli spagnoli stessi affermino che non riescono tutt’ora a capire cosa dica Rosalia nelle sue canzoni, proprio perché gioca molto con i suoni e gli accenti e molto spessa utilizza vocaboli che fanno parte dello slang della sua lingua madre. Nel mio EP ci saranno termini che appartengono allo slang romano proprio perché per me la mia città è da sempre stata una forte fonte di ispirazione. Faccio parte di una famiglia che vive da generazioni e generazioni a Garbatella, uno dei quartieri popolari più conosciuti di Roma sud e questo credo mi abbia formato molto sotto tutti i punti di vista.
Tornando all’accostamento a Rosalia posso dire che sono davvero lusingata e mi fa molto piacere, sicuramente per me lei rappresenta un grande punto di riferimento!
In ultima battuta raccontaci qualcosa di questo nome caldo, Bordeaux, che ci ricorda la Francia.
La scelta di questo nome è stata una scelta molto istintiva, fin da piccola ho sempre sentito una forte attrazione verso questo colore, inoltre circa tre anni fa ho scoperto di avere una forma di sinestesia audio – visiva. A volte mentre ascolto un suono, una melodia o una canzone intera mi capita di visualizzare un colore associato. La mia voce l’ho sempre vista di colore Bordeaux, intensa e sporca, mi piace il fatto che non è un rosso acceso, è un rosso più scuro, più misterioso, quindi non ci ho pensato nemmeno per un secondo alla scelta del nome.