Si chiama “Semplice” il singolo di Francesca Pirri, giovanissima cantante dalle origini calabresi, presente nella compilation, realizzata da Dino Vitola, “Sognando Sanremo 2019”, raccolta con brani di cantanti big ed emergenti che esce tutti gli anni prima del Festival della canzone Italiana. Abbiamo raggiunto Francesca per alcune domande.
Francesca, sei giovanissima, poco più che ventenne: quando decidi di avvicinarti al mondo della musica?
Sin da bambina, la musica ha sempre regnato in casa; mio nonno grande appassionato mi ha cibata e continua a farlo tutt’oggi con i grandi della musica come De André, De Gregori passando per M. Ranieri e altri ancora; così come mio zio, musicista, che in ogni dove tira fuori la chitarra. Mi sono innamorata subito di ogni forma musicale così ho iniziato ad indagare per capire quale fosse il mio posto nel mondo. Cominciai a ballare ma non mi sentivo appagata così, abbandonando la danza entrai nel coro parrocchiale e da lì ogni angolo del mondo ai miei occhi è iniziato ad essere nuovo. Ero sempre il personaggio principale di ogni manifestazione, iniziai a partecipare ai concerti musicali organizzati dal liceo che ho frequentato ed ho partecipato a diversi casting e concorsi, anche se, con scarsi risultati ma, almeno, sono stati ottimi incentivi per spronare la mia persona a non arrendersi e a dare sempre di più, non a caso oggi sono felice di trovarmi qui con voi. Terminato il liceo scientifico, ho deciso di trasferirmi a Napoli dove attualmente sto terminando il ciclo di studi in un centro di formazione musicale privato (RMA Academy) fino ad arrivare a Roma dove il mio primo ed attuale produttore mi ha scoperta, il grande e caro Dino Vitola.
Quali sono stati i tuoi primi riferimenti?
Il mio primo riferimento, sicuramente, è stato e continuerà ad esserlo per tutta la vita la mia famiglia, essendo una bambina molto timida e chiusa in me stessa, sono stata sempre spronata fino a tirar fuori quella che sono oggi; così come tutti i miei amici che hanno cercato sempre di spingermi a partecipare e mettermi in gioco, addirittura mi iscrivevano a concorsi a mia insaputa proprio per spronarmi. Artisticamente parlando, il mio punto di riferimento in assoluto è, appunto, Dino Vitola ed il mio tutor Angelo Anastasio. Riguardo al mio percorso, invece, gli artisti che considero fondamentali come riferimento sono Michael Jackson, Sia, Rihanna e Lady Gaga dato che ascolto molta musica straniera ma, per apprendere al meglio la composizione dei testi mi rifaccio ai grandi della musica che ho citato nella domanda precedente e inoltre sono molto accanita su Ermal Meta, Fabrizio Moro, Ultimo, Mahmood. Insomma, in linea generale ascolto tutti i generi, ho una libreria di correnti artistiche molto vasta e sono un’inguaribile classicista.
Quanto è difficile affermarsi nella discografia italiana? Hai dei consigli?
Parto con una premessa: credo che parlare di discografia italiana in questo periodo storico sia sbagliato per i tempi che corrono, è molto difficile riuscire ad affermarsi, a questo proposito non amo il termine ‘’emergente’’ preferisco dire ‘’sommerso’’ proprio perché è difficile al giorno d’oggi riuscire appunto ad emergere. In generale quando pensiamo, nel senso classico del termine, ad una carriera, tendiamo a pensare a quest’ultima come se fosse alternata da picchi positivi e negativi verso il successo. Ad oggi, in ambito musicale, non è più così; puoi produrre qualcosa che porta il tuo nome e finire ovunque per poi essere dimenticato poco dopo. Secondo me per potersi affermare in questo mondo, che di facile non ha nulla, un artista debba essere sempre in grado di ricrearsi e di pensare a se stesso in termini innovativi: è difficile pensare di vivere in una carriera da solista nella musica alternativa come la mia, ad esempio. Dato che studio e lavoro ogni giorno perché voglio che ciò che sogno e desidero si realizzi, sono disposta a ‘’mutare’’, a cambiare senza mai mollare la presa e arrendermi. Perciò il mio consiglio è questo, non smettere mai di lottare, di sognare e di rendere costruttivo tutto il negativo, soprattutto le critiche che servono a fortificare. Chiunque prende scelte come le mie e si lancia verso questo mondo lo reputo coraggioso perché dimostra la vera essenza del carattere di una persona.
Il tuo nuovo bravo ‘’Semplice’’ di cosa parla?
Semplice rompe gli schemi con il suo disarmante ottimismo, è un monito ai valori più importanti, ai momenti più intimi dove si custodiscono tutte le nostre emozioni più grandi. Anticipa l’estate italiana, un brano pop e moderno pronto a tener compagnia con la sua allegria. Come ben si può notare, non si affronta alcun tipo di tema reale o pesante, infatti, citando una piccola strofa del ritornello, dice ‘’semplice è la vita, semplice è l’amore’’, in sostanza nulla è semplice, né tanto meno la vita o l’amore ed è per questo che, con questo brano, il mio compito è di distrarre gli ascoltatori dalla vita reale attirandoli in quella realtà virtuale che porta una soffiata di aria fresca, tranquillità, gioia e pazzia, un po’ come sono fatta io. Da non catalogare come ‘’canzonetta’’ perché per quanto sia, appunto, semplice come brano, sostanzialmente tende a risvegliare il fanciullino, come dice Pascoli, che custodiamo dentro di noi e che magari alcuni hanno dimenticato, ognuno di noi è in grado di poter staccare, una volta tanto, la spina da tutti i pensieri che ci sovrastano.
Un album in preparazione?
Assolutamente si, ma richiede tempo e concentrazione. Il mio tutor mi sta dando le giuste dritte per perfezionare al meglio la composizione dei brani. Da buona operaia della musica, la quale mi considero, non voglio creare un qualcosa di simile alla massa o già sentito. Voglio creare un qualcosa di mio, raccontare parte di me dove chi ascolta possa ritrovarsi in ciò che racconto, ma comunque, un qualcosa di unico e originale. Voglio portare il mio mondo ed invitare tutti a farne parte, non voglio dare nulla per scontato né banale. Oltre ad essere un sogno tutto ciò che sto realizzando, è una vera e propria missione ed opera di bene verso gli altri. Più cresco con l’esperienza, più credo che per dar vita ad un album o brano, bisogna andare oltre l’intellettualismo: ciò che conta veramente è saper rappresentare la realtà, perché è questo il vero compito che ogni artista ha, o che dovrebbe avere. Inoltre, quando fai ciò che ami non sarà considerato mai un lavoro.
Cosa ne pensi dei talent?
MERITOCRAZIA dovrebbe essere la base di ogni talent. Penso che sono un’arma a doppio taglio, delle vetrine che permettono ampia e immediata visibilità, purtroppo a discapito di molti giovani artisti bravi che non vengono presi in considerazione e non vengono proposti al pubblico. In questo modo molta buona musica, non trova spazio. Per fortuna esiste il web, seppur piccolo, premia ancora chi fa musica e lavora sodo. Nei talent ci devi andare solo se pensi di avere tutte le carte in regola per sfruttarlo e non farti sfruttare; devono lasciarti essere te stesso senza alcuna influenza per assicurare audience al programma, invece adesso, con tutto lo stile ‘’perfetto’’ che c’è, il risultato è che sono tutti uguali. Zero personalità, riconoscibilità, di te resta poco… chi diventa famoso non sei tu ma ciò che ti impacchettano addosso. Io ho tentato a diversi talent senza mai farmi influenzare, infatti non ho continuato perché preferisco creare la mia strada da sola con una buona etichetta che mi lascia essere me stessa senza influenzarmi, anche se il processo è lento, la soddisfazione è molto più appagante e, appunto, molto soddisfacente perché sei consapevole che tutto quello che fai è dato dal tuo sudore. ‘’Crescere bene, crescere insieme”. Credo che la musica sia più un discorso di cuore e anima.