– di Naomi Roccamo –
Uno è il nuovo progetto del cantautore sardo Francesco Addari, in arte Modigliani, pubblicato per Bianca Dischi e distribuito da Artist First. Il disco, prodotto da Samuele Dessì e Valerio Smordoni, già collaboratore di Coez e Gazzelle, è uscito il 19 marzo. I singoli distribuiti fra il 2020 e il 2021 “Tu non crolli mai”, “Sigarette”, “Questa serie è una bomba”,“Romantica” e “Vino rosso” ci avevano già fatto assaggiare l’essenza di questo album.
Abbiamo fatto quattro chiacchiere insieme per capire cosa è cambiato anche dalle sue “Canzoni Indie”.
Ciao! Anzitutto voglio soddisfare la mia curiosità e chiederti: Perché hai scelto Modigliani? Non è il tuo cognome…
Eh no! Ho scelto questo nome d’arte perché dopo aver chiuso un’esperienza piuttosto lunga con una band, tre anni fa, ho deciso di ripartire da zero con questo nuovo progetto da solista. Volevo un nome che si ricollegasse alla mia città, Iglesias, situata nel sud ovest della Sardegna, ma volevo anche un nome che suonasse bene. Ho iniziato a pensare a nome di vie, piazze o montagne senza trovare nulla di convincente e poi proprio all’ultimo mi sono ricordato che ancora adesso nelle campagne di Iglesias si trova la tenuta dei Modigliani. Il nonno e il padre dell’artista Amedeo Modigliani avevano un’azienda qui e ho scoperto che Modigliani veniva a trascorrerci le sue vacanze. Tra l’altro dei suoi primi ritratti lo fece proprio qui, perché si innamorò proprio di quello che fu il suo primo amore e quando questa ragazza morì, giovanissima, ho letto che per lui fu un trauma piuttosto pesante. Nel bene e nel male la mia città è stata molto influenzata da quella che poi è diventata l’arte di Modigliani e quindi è proprio grazie a questo legame artistico che ho deciso di dedicare a lui il mio nome d’arte.
Non so se conosci la canzone di Caparezza “Teste di Modì”, ma ho appena fatto questo collegamento.
So che esiste questa canzone ma non la ricordo, andrò a recuperarla!
Che musica ascolta chi fa musica oggi? La musica contemporanea è ancora un esempio da seguire o ci rituffa principalmente nel passato?
Se devo essere sincero fino a due anni fa stavo sempre ad ascoltare parecchia musica contemporanea, musica indie, artisti del nuovo pop italiano; più per curiosità che per gusto, lo ammetto, anche se alcuni li ho apprezzati. Ultimamente ne sto ascoltando poca, di musica italiana, ascolto più musica inglese: ho apprezzato l’ultimo disco di Liam Gallagher, gli Oasis continuo ad ascoltarli, i Coldplay, i Beatles tantissimo, da poco ho scoperto questo artista norvegese che si chiama Sondre Lerche con cui sono entrato in loop e ho anche scoperto che ha poco seguito, pochi followers, quando per me invece è un’artista pazzesco, ma insomma le stranezze della musica son queste. Direi basta.
Sono quei loop in cui si entra grazie ai suggerimenti di Spotify?
Sai che in realtà lui l’ho scoperto grazie a Cesare Cremonini? Stava pubblicando le sue risposte sulla musica che stava ascoltando in quel momento e aveva nominato proprio lui. Poi per curiosità sono andato a sentirlo anche io e da lì amore.
Proprio perché hai detto che è la curiosità a spingerti ad ascoltare gli artisti italiani contemporanei più che il gusto, parlami dell’unico feat di Uno, il tuo nuovo e primo album. Qui duetti con uno di loro, Scarda: com’è andata la collaborazione in “Lasciare per ricominciare”?
Volevamo inserire un feat nel disco sia io che la mia etichetta discografica, Bianca Dischi. “Lasciare per ricominciare” è innanzitutto la canzone meno autobiografica di Uno, quindi sicuramente la più adatta ad essere condivisa con un altro artista. Conoscendolo personalmente, perché facciamo parte della stessa etichetta discografica, Scarda è stata la scelta più naturale. Ho anche aperto il suo concerto a Milano lo scorso ottobre ed è stato tutto molto naturale. Poi a me piace tantissimo lui, scrive molto bene e son contentissimo di come si è inserito nel pezzo, perché ovviamente la sua parte cantata è stata scritta interamente da lui e son rimasto molto soddisfatto.
Come vi siete messi d’accordo? Avete trovato un punto in comune in questa storia?
Sì, io gli ho spiegato la storia dietro a questo pezzo, che in realtà era stato già tutto scritto. La seconda strofa, scritta da me, cestinala e riscrivila tu. Così è stato fatto.
Le “Piccole città” di cui canti cosa rappresentano per te? C’è qualcosa che vorresti dire a riguardo, qualcosa che non sei riuscito a dire in quella canzone?
Io ho voluto omaggiare la mia città parlando dei pregi e dei difetti. Un dubbio che ho sempre avuto che in realtà ho trattato anche nel pezzo “Nuotare” è il dubbio che ti attanaglia circa il restare nel posto in cui sei nato o partire per un’altra città più grande, come Milano ad esempio, magari per avere più opportunità. Io per ora ho deciso di restare, in qualche modo quando vivi in una piccola città finisci per conoscerla fin troppo bene e si sviluppa un legame molto profondo, lasciarla diventa ancora più difficile.
Come ti fa sentire, da artista, aver scelto di rimanere? Ti fa sentire speciale o solo lontano dal mondo della musica?
Male! ride, ndr. L’ho sempre vissuta malissimo, specialmente quando andavo a suonare fuori partivo sempre con questa sensazione di inferiorità, però ultimamente sto cercando di vedere i lati positivi di questo. Posso dire qualcosa di diverso per esempio dai miei colleghi che vivono a Roma, che son tantissimi, perché vediamo e viviamo cose diverse. Non dico cose belle o meno belle ma sicuramente diverse.
Perché il disco si chiama Uno?
Uno è il primo disco da solista, il capitolo uno diciamo. È una ripartenza musicale e spero che lo sia anche a livello personale. Ho passato due annetti un po’ difficili, l’ultimo, lo sappiamo, è stato tremendo più o meno per tutti ma diciamo che io mi son portato avanti, anticipando di un anno, ride ndr. Diciamo che le ansie e le insicurezze mi hanno letteralmente travolto e questo disco è molto caratterizzato da questo percorso. L’ho usato per raccontare ma anche per esorcizzare, per provare a uscire dal mio dolore. Ho scoperto che il modo migliore per uccidere le insicurezze è parlarne. Io ci ho scritto direttamente un disco.
Ieri ho ascoltato per la prima volta le tue due prime canzoni, “Cara Claudia” e “Canzoni Indie”. Quanto ti senti diverso da allora? Le scriveresti di nuovo?
In realtà non mi sento così cambiato. Sono due canzoni che, in generale, mi piacciono ancora. Forse “Canzoni Indie” non la scriverei ora come ora, l’ho scritta tre anni fa, quando ancora facevo parte della band. Tutto sommato non le rinnego, “Cara Claudia” credo mi piaccia ancora quindi forse sì.
Per la realizzazione dei videoclip di alcuni brani di Uno, come quello di “Questa serie è una bomba”, “Vino rosso” , “Sigarette” e “Tu non crolli mai” ti sei affidato a tuoi conoscenti e collaboratori o ha scelto tutto l’etichetta? Quanto è importante la resa visiva di una canzone per un artista?
Quando abbiamo girato “Sigarette” e “Questa serie è una bomba”, eravamo in pieno lockdown, infatti a quest’ultimo non ho potuto partecipare e han fatto tutto il regista e la sua ragazza. Per il videoclip di “Sigarette” abbiamo ripescato da vecchie VHS tutto il mio repertorio d’infanzia, riutilizzando dei video amatoriali e scegliendo pezzi migliori. Io mi son sempre affidato ai registi, non ho mai scritto una canzone pensandola direttamente per un video, ecco. Tramite l’etichetta ho conosciuto tutti prima di girare i video.
C’è qualcosa che ti aspetti dopo il lancio di Uno, adesso che lo hai realizzato e non è più tutto in energia potenziale?
Io sono sempre stato uno che si fa mille film mentali per poi rimanere puntualmente deluso. Questa volta son rimasto con i piedi per terra, poi non sono uno che si monta la testa. Lo abbiamo fatto uscire in un periodo un po’ strano, è lanciarsi nel buio. Però son contento di come sta andando, sto ricevendo diversi commenti positivi. Spero che arrivi a più persone possibili, ovviamente, e spero di poter farlo sentire in giro questa estate, non so come. Questo disco sarebbe dovuto uscire quasi un anno fa, abbiamo rimandato l’uscita diverse volte proprio per avere la possibilità di fare anche concerti. Sono usciti fin troppi singoli prima dell’uscita ufficiale e alcune canzoni, come avevo detto, le ho scritte diverso tempo fa. Non sto facendo progetti, non sto scrivendo canzoni, ho voluto mettere un punto con questo disco e poi si vedrà!
Allora ci riaggiorneremo presto! Grazie!
Grazie mille a te!