Rocco Iocolo, in arte lo conosciamo come LaBrass. L’incontro e la collaborazione con Vincenzo Vescera (alle liriche del brano), artista e paroliere che molti sapranno associare al due RaestaVinvE in coppia con Stefano Resta. Un singolo nuovo, delicatissimo sin dal titolo che evoca una controra spirituale dentro cui il bivio tra quel che vorremmo e quel che accade: “Ninna nanna dei perdenti”. Una melodia dai tratti internazionali.
Radici classiche sicuramente… partiamo da qui: le principali?
Le mie radici sono sicuramente classiche, ma ben presto ho ravvisato l’esigenza di analizzare la Musica anche da altri punti di vista. Le mie sonorità, da sempre, tendono a rievocare paesaggi lontani e folkloristici, che affondano nella tradizione bandistica. Se si uniscono tanti anni di studi… il gioco è fatto. Posso dire con tranquillità che la mia musicalità parte dall’amato sax, ma subito si è spinta in contesti sperimentali e non propriamente “accademici”.
E se ti chiedessi la tua personale emancipazione dal classico? Esiste in questo brano? Dove?
Il brano rappresenta un esempio di come la musica moderna possa dialogare con le tradizioni classiche per creare qualcosa di nuovo. Pur essendo influenzato dalle sonorità dei grandi cantautori italiani come Lucio Dalla e Francesco De Gregori, il pezzo guadagna un’identità più indie e moderna. L’emancipazione dal classico si manifesta nell’adozione di elementi contemporanei sia nella produzione musicale che nel testo, pur mantenendo un legame con la tradizione cantautorale italiana. Questo ibrido tra vecchio e nuovo crea un ponte tra generazioni, rendendo la canzone accessibile e rilevante per un pubblico ampio e diversificato. È quindi un esempio di come la musica possa evolversi, abbracciando nuove influenze pur rispettando le sue radici, e in questo senso, si può parlare di una forma di emancipazione dal classico.
Perché un violino? Nel video tra l’altro è di una eleganza anche estetica assai raffinata…
Il violino può essere interpretato come un simbolo di delicatezza e connessione profonda. Nel contesto della canzone, che è la dedica di un padre al suo bambino, il suono del violino rappresenta il legame tenero e amorevole tra genitore e figlio, nonché la dolcezza e il dolore che accompagnano tale relazione.
La presenza di tale strumento e la magistrale interpretazione da parte della violinista Irene Marino, aggiungono una dimensione emotiva al brano, sottolineando il contrasto tra la forza e la vulnerabilità del sentimento paterno. Attraverso le sue note, contribuisce a creare un’atmosfera di intimità e riflessione, invitando gli ascoltatori a condividere l’esperienza del narratore. In questo modo, il violino diventa un elemento chiave che arricchisce la narrazione musicale.
E tanto bianco attorno… velato appena… e non penso sia una cosa di secondo piano o solamente estetica. Richiama un poco il “sonno” o il “sogno” o l’immaginazione… sono fuori pista?
L’atmosfera bianca velata nel videoclip è una scelta stilistica ad opera del direttore delle riprese Davide Coluccelli, intrinsecamente legata all’idea di sonno e cullatura, dove questa atmosfera simboleggia la purezza e la sincerità delle emozioni espresse. Inoltre, il bianco è il colore che richiama pace e tranquillità, elementi che si addicono al tema della ninna nanna, rappresentando un tentativo di connessione spirituale tra il cantante e il bambino a cui è dedicata la canzone.
E questo brano? Ovviamente c’è da chiedersi circa il suo futuro… un disco in arrivo?
Per il momento ho bisogno di fermarmi. “Ninna nanna dei perdenti” è stato un lavoro duro e logorante, che ha visto all’opera molte persone. E soprattutto, ha dato alla luce la mia nuova identità artistica, LaBrass.
Perciò voglio prendermi del tempo per capire in che direzione evolvere, lasciandomi guidare dal caso e dagli incontri.
A volte serve perdersi per ritrovarsi.