In attesa dell’uscita ufficiale dell’album “Scelte”, prevista per il mese di maggio, è uscito il 3 aprile “Cliché” il nuovo singolo di Marco Gallorini.
Autore del testo, Marco vuole quasi allontanare dal malessere l’ascoltatore, mentre il background sonoro del basso accompagna dall’inizio alla fine il brano, trascinando l’ascoltatore dentro la canzone. Anche in questo brano Marco affronta una specie di “resa dei conti”, la parte finale e più dolorosa della fine di una relazione: “Lo sapevo che sarebbe finita così. Quante volte ce lo siamo detti? quante volte non è servito……”.
Insieme ai compagni di viaggio Samuel Venzaghi al basso e Massimo Palmirotta alla batteria e alla produzione artistica, Marco riesce ad ottenere una completa espressione del suo stile. Da oggi è online anche il videoclip del brano.
Lodigiano, classe ’89, e sangue rock nelle vene, Marco prende la chitarra in mano per la prima volta a 16 anni, iniziando con passione un lavoro da autodidatta. A 21 anni decide di partire per la California, dove rimane per tre mesi, girando le città più importanti e partecipando a varie jam sessions ed eventi musicali. Grazie a questa esperienza, al suo rientro in Italia matura la decisione di scrivere e cantare brani propri, formando poi nel 2016 un trio rock, gli ArbiTrio Libero, con i musicisti Luca Intropidi al basso e Matteo Lo Sicco alla batteria. Nel 2017 esce il primo EP, dal titolo ”ArbiTrio Libero Vol. I”. Il sogno di Marco però rimane quello di realizzare un progetto musicale interamente “suo” e lo fa dando il proprio nome. Nel 2019 realizza circa 20 esibizioni “live” in giro per l’Italia grazie all’appoggio di una società di booking ed eventi. Tra queste esibizioni citiamo quella per le selezioni di “Sanremo Rock”, prova superata brillantemente e che vedrà esibirsi Marco e la sua band al Teatro Ariston a Settembre 2020.
I nuovi singoli “Saremo” e “Clichè” rappresentano il tuo nuovo progetto musicale raccontaci come nascono questi singoli?
Ci sono canzoni come Saremo che nascono da sé, un arpeggio un riff e le parole si incollano subito su quella melodia e non resta altro che scriverle, tutto arriva da esperienze vissute in prima persona, come la fine di una relazione, quando finisce bene si può scrivere qualcosa come Saremo se finisce male invece è più adatta Clichè, canzoni nate dalla stessa esperienza ma vissuta in un momento e in modo differente.
Per quanto riguarda Clichè, è nata prima la musica, stavo provando un arpeggio in sala prove e la band mi ha seguito, ho registrato tutto con un microfono portatile di quelli che si usano per registrare le conferenze stampa, non il mezzo migliore diciamo, arrivato a casa ho subito iniziato a scrivere il testo attingendo dal mio “Deliriatorum”, un file su cui annoto tutto quello che mi passa per la testa assegnando ad ogni frase un colore che corrisponde ad un’emozione, trattando il foglio come una tavolozza e seguendo ciò che la melodia mi evocava è nata Clichè.
Sono canzoni che suonavo in precedenza con la mia band, gli Arbitrio Libero.
Brani a cui sono molto legato e che ho scelto di ri-arrangiare insieme al bassista Samuel Venzaghi e Luca Intropidi sotto la produzione artistica di Massimo Palmirotta, persona fondamentale per la nascita di questo progetto “solista” e per il raggiungimento del sound che stavo cercando.
Quale è stato il momento in cui hai iniziato a credere che la musica fosse la tua strada?
Non è stata una scelta del tutto consapevole a dire il vero, la faccio semplice, inizi a suonare tra amici, la cosa ti piace e continui, ti ritrovi a comporre e suonare perché hai desiderio di farlo, una sorta di necessità, vai in sala prove e ti sbatti per trovare live e musicisti, poi la voglia di incidere il proprio lavoro e distribuirlo viene da sé.
Ti trovi con un cd in mano e puoi metterlo nella tua collezione insieme a tutti gli altri, i tuoi preferiti… forse è proprio questo il momento in cui mi sono reso davvero conto di essere sull’autostrada della musica.
Cosa dobbiamo aspettarci nei prossimi mesi?
Sicuramente l’uscita di un altro singolo e del mio album “Scelte”, mi piacerebbe potervi invitare ai futuri concerti, ne avevo in programma diversi e pure fighi tra cui quello per il Festival di Sanremo Rock a giugno! Aspettando il prossimo decreto… mi trovate su diverse radio, sugli store digitali e sui social.
Ti identifichi con un genere in particolare?
Ti direi Rock, è l’unico genere che può racchiudere tutto, anche se mi sento disperatamente Grunge.
Quali sono i tuoi riferimenti musicali?
Ascolto molta musica e molti generi anche opposti tra loro. A mente libera lascio che siano questi ascolti a guidarmi nella composizione e nella scrittura, mi sento comunque molto ancorato al cantautorato e alla scena rock italiana, al classic rock e al grunge.
Non è un momento facile soprattutto per la musica, tu che sei lodigiano come stai vivendo questa situazione e cosa secondo te cosa dovrebbe fare un artista in questo momento?
Attualmente sono in provincia di Pavia, non che cambi molto, tutta la mia famiglia è nel lodigiano, la situazione è tesa come in tutta Italia, solo che qua hanno iniziato ad agitarsi qualche giorno prima, c’è di buono che con la musica non ci si annoia mai e ci si può distrarre.
In questo momento dobbiamo più che mai farci forza e supportarci tra noi, stare vicini come possiamo alle persone a cui vogliamo bene, sono giornate in cui si ha tempo di pensare, di comporre di informarsi su tutto quello gira intorno alla musica, seguire le scene che si stanno creando sui social e impegnarsi nella promozione on line. La musica non si ferma!
Ci basta il nostro strumento e un pubblico, basta poco per fare del nostro divano un palco! Si ha l’opportunità di avvicinarsi in maniera differente al proprio pubblico, in modo forse più intimo, invitandoli anche se virtualmente nel salotto di casa propria.