– di Assunta Urbano –
Sono le ventitré e quaranta di un giorno qualsiasi di un autunno arrivato troppo in fretta per alcuni versi e troppo tardi per altri. Non mi va ancora di chiudere gli occhi. Sulla mia lista di cose da fare ci sarebbe da recensire il nuovo disco di Mèsa, Romantica, dopo tre anni dall’esordio di Touché. Leggo che la cantautrice ha consigliato di approcciarsi a queste canzoni nelle ore buie:
«C’è un momento preciso, quando gli altri dormono, in cui tutto,
ogni desiderio, ogni alternativa, ogni vita diventa improvvisamente possibile»
Realizzo, infine, che questo non è questo l’orario in cui mi addormenterò stanotte. Apro Spotify e premo il pulsante play.
Romantica esce in un giorno simbolo come il venerdì 17, pubblicato per Bomba Dischi. Il lavoro ha visto Mèsa, al secolo Federica Messa, collaborare a sei mani con Bartolini ed Andrea Suriani. La presenza dei due si percepisce nelle sonorità, che richiamano in particolare il mondo onirico di Bartolini.
«STAI LONTANA DAL MARE,
CHE TI RENDE PIÙ ROMANTICA»
Il secondo disco della cantautrice romana si apre con il pezzo omonimo ed un accogliente “ciao”. Si tratta della canzone manifesto dell’album. Una storia d’amore che aleggia nell’aria e non si posa mai. Mèsa raccomanda alla se stessa notturna di stare «lontana dal mare», che la «rende più romantica».
Proprio il mare ritorna spesso nell’immaginario dell’artista, come abbiamo visto nel brano “Non me lo ricordavo”, del disco precedente. Evasione («A novembre mi hai portato al mare», in “Animale”) ed allo stesso tempo destinatario di ricordi, talvolta recuperabili, altre perduti (seguendo il testo di “In greco antico”).
Da “Irene”, che guarda il blu dalla sua finestra, alle stanze «enormi e vuote», fino ad “Un posto”. Le onde sembrano essere il filo conduttore del progetto. L’uscita del disco, che coincide con gli ultimi sgoccioli della stagione estiva e l’imminente arrivo dell’autunno, è una scelta emblematica.
I “luoghi non luoghi” si rincorrono negli otto brani e diventano quasi i protagonisti, osservatori dei sentimenti di cui si narra.
La malinconia fa spazio alla leggerezza di “Luccica” e “Animale”, in cui le emozioni vengono vissute con spontaneità. In “Irene” riecheggia la sospensione del singolo che dà il via al disco, concludendosi con l’incertezza di un futuro incontro.
MÈSA SPEGNE LE LUCI
E DIVENTA SEMPRE PIÙ ROMANTICA
Chiunque abbia detto che “la notte porta consiglio” si sbaglia alla grande. È un insieme di paturnie e pensieri che forse non ritroveranno mai il loro posto.
Romantica, che le ore buie portano scompiglio e confusione, ma persino un pizzico di speranza, lo sa benissimo. È un disco concepito e scritto nelle ore buie. Ha riferimenti sulla notte, sulle relazioni in tutte le fasi, dai primi sguardi, fino alle delusioni.
Un ascolto piacevole, leggero e riflessivo allo stesso tempo.
In Romantica, Mèsa spegne le luci e lascia scorrere i suoi pensieri, le sue sensazioni. Sogna il mare, ma «ha una giungla nella testa», in cui è stato bello entrare per una sera.
Adesso non so più che ore sono ed è arrivato il momento di chiudere gli occhi. Forse.