Parliamo di avanguardia direbbe qualcuno… anche se lo stesso qualcuno forse ha iniziato ad abusarne. Spesso le parole sembrano assai convenienti quando fanno scena. Eppure, almeno per questa volta, non credo che sia così fuori luogo questa parola. Derive del tango, derive del Jazz e derive del Blues – occhio però a dare a tutte queste etichette di genere un senso alto e spirituale più che di forma e di regola. Parliamo di Miranda Cortes, parliamo di un disco come “Il Coraggio”, nuovo capitolo firmato dalla sempre preziosa RadiciMusic che investe attenzione sulla cultura e sulle mille espressioni del linguaggio musicale. E questo disco è ostico, difficile, privo di appigli comuni. La libertà della fisarmonica della Cortes incontra tutto il resto dentro forme decisamente di avanguardia, quasi psichedeliche delle volte. Come in “Cortango”, come in questo ballo della maschere, ricco anche di un video che immortala la magistrale presenza di Eleonora Fuser. Un ascolto che richiede una dedizione che oggi facciamo fatica a trovare… e la colpa è soltanto nostra.
Disco di avanguardia. Decisamente una parola calzante anche se sono tantissimi coloro che pensano che l’avanguardia sia morta. E trovo che con te l’argomento sia davvero gustoso… cosa ne pensi?
Avvicinare il mio lavoro all’avanguardia è un complimento, in fondo è stato un movimento musicale di protesta e di rottura degli schemi compositivi convenzionali di grande importanza, una ricerca agli estremi indagabili che alla fine si è isolata in una torre d’avorio ma ha lasciato un segno indelebile nella nostra storia. La fisarmonica ha ottenuto la sua emancipazione nel mondo accademico proprio grazie alla Nuova Musica ottenuta da questo periodo di di avanguardia e noi fisarmonicisti siamo riconoscenti d’aver potutto utilizzare il nostro strumento in modo nuovo, valorizzando il suo potenziale fonico espressivo. “Cortango” contiene questo pensiero di ricerca, nella seconda parte del brano, utilizzo lo strumento proprio secondo le sonorità della Nuova Musica, così anche per “Sempre”, “La Terre et le Ciel”.
Che poi ad ascoltare il lavoro spesso ti ancori a strutture e modi classici per avventurarti altrove, un poco, con “coraggio” ma sempre per tornare “all’ovile”… sbaglio?
L’ovile… vediamo… Nel mio caso potrebbe essere la mia appartenenza ad una certa poesia musicale, i miei amori notturni trascorsi ad ascoltare per ore e ore musica con musicisti, cantautori e compositori, senza dimenticare l’ importanza per il silenzio. Tutti assimiliamo ciò che studiamo e lo riproduciamo nelle nostre proprie realtà personali. Negli anni ho sempre esplorato differenti linguaggi musicali, spesso agli antipodi, scoprire nuovi mondi è sempre stato un bisogno interiore pressante, una conoscenza di vita nella ricerca del diverso, e questo mi ha consentito di rielaborare un mio linguaggio personale strettamente collegato alla mia biografia.
L’elettronica di questo disco sembra un vessillo, un elemento che in alcuni tratti “stona” nel senso che questo disco ha davvero una forza trasgressiva nel suono analogico degli strumenti. Cosa ne pensi?
Potrebbe essere visto anche in questo modo…, L’elettronica ha una valenza simbolica e non a caso è inserita nell’ultimo brano! La mia intenzione sta nel raccontare la metamorfosi del mio strumento, dal primo brano dell’album in cui la fisarmonica in simbiosi con la laguna veneziana si esprime con tutta la sua potenza espressiva grazie alle grandi aperture di mantice, al suo connubio con gli strumenti ad arco come il violoncello, il violino, e poi con una chitarra elettrica volutamente distorta in modo quasi esagerato nei brani successivi. Infine avviene la metamorfosi che si manifesta pienamente nell’ultimo brano “La Terre et le Ciel” in cui compare l’elettronica e la cui funzione è proprio quella di trasformare definitivamente il suono dello strumento a mantice. Questa trasformazione o deformazione sonora corrisponde anche ad una trasformazione del pensiero umano, dall’analogico al digitale.
Dunque edulcorando il titolo, il coraggio per te sta anche ne pubblicare oggi un disco simile?
Si, questo titolo richiama certamente il valore etico di questa parola che si può esprimere con pensieri e azioni, e per me è stato anche quello di pubblicare questo lavoro con le mie forze. Ho riversato ciò in cui credo , i capisaldi del mio pensiero, perciò esprime molto di più che delle stanze sonore
Cosa rispondi a chi ti dice che ormai non c’è più la forza della gente nel star seduti a concentrarsi su qualcosa che ha un linguaggio davvero lontano dall’immediato?
Rispondo che purtroppo è così! Se pensiamo a Davide, re d’Israele, che trascorreva delle ore ad ammirare le stelle del cielo in profonda meditazione, ebbene potremmo chiederci a che punto siamo noi che poco le vediamo le stelle nelle città frenetiche in cui viviamo… La qualità della vita, della comunicazione, la capacità di rielaborare le informazioni, la disponibilità alla conoscenza e la riflessione sui valori della vita umana sembrano sfumare sempre più in virtù di pensieri affrettati dettati dall’emotività e non dal ragionamento ponderato. Il Novecento è stato con l’avvento della tecnologia il secolo dell’accelerazione da tutti i punti di vista e questo primo ventennio del terzo millennio è quello dell’assuefazione con soffocamento virtuale: a questo punto siamo strangolati dalla tecnologia, dal suo potere, occorre “usare e gettare”, trovare svaghi a tutti i costi per non pensare troppo, fingere di non vedere, di non capire…