Salinitro, siciliano, cantautore di periferia con questo lavoro dal titolo “Accanto a te” che si dimostra liquido e sicuro nelle sue traiettorie pop. Lavoro che vede la partecipazione del produttore artistico Fabrizio Grenghi nei Massive Arts Studios di Milano il che significa inevitabilmente una qualità ma anche un conformismo intelligente nel rispettare le forme lasciando emergere la personalità. La canzone che torna a richiedere vicinanza e umanità, che richiede sicuramente verità in questo tempo di assurde maschere.
L’indie pop sembra che stia virando sempre più verso dischi di belle produzioni di stampo mainstream. Cosa ne pensi?
È l’evoluzione musicale di un pop che, quando troppo sdolcinato o banale, fa subito vintage. Uno figlio dell’altro, l’indie pop alla fine veicola quelle sonorità gradite ai giovani, esattamente come faceva il pop tra gli ’90 e ’00 e il rock tra gli anni ’70 e ’80. Il pop d’autore, comunque, non smette di esistere.
Te lo chiedo perché “Accanto a te” suona molto bene, suona grande, suona maturo… suona “mainstream”. Parlaci della produzione…
Ho conosciuto il mio produttore artistico per caso due anni fa e da subito è nata sia un’intesa in termini umani sia una collaborazione, senza precedenti nella mia vita, in termini musicali. Lui è parte di un team di produzione, di cui tengo a citare l’arrangiatore Francesco Coletti e il promoter Ivo Grasso, che fa il suo mestiere in maniera originale e professionale. Siamo partiti dai miei testi, compresi di linea melodica, e ci abbiamo costruito sopra non solo un arrangiamento ma anche un’identità musicale ben precisa, un profilo artistico definito e una comunicazione che desse il giusto risalto a tutta l’opera. Sono fiero di questo lavoro.
E perché questa direzione molto industriale e di grande commercio? A cosa dobbiamo questa direzione artistica?
Il mio produttore artistico ha avuto la lungimiranza di tirar fuori dalla mia scrittura e dalla mia vena artistica la chiave di comunicazione più efficace, conciliando il mio modo di cantare e interpretare i brani con le sonorità più attuali e accattivanti. La musica non deve necessariamente seguire determinati schemi, ma certe direzioni semplicemente danno il giusto lustro all’opera.
Oggi i dischi lasciano il posto agli EP… mancanza di ispirazione o liquidità della fruizione, secondo te?
Per quanto mi riguarda, essendo questa la mia prima opera discografica, iniziare con un Ep mi sembrava la scelta più giusta, anche in termini economici. In ogni caso, l’album rimane a tutt’oggi l’opera più completa per un cantante, come lo è il dipinto per un pittore o un romanzo o saggio per uno scrittore. L’album è una storia raccontata in diverse forme, è uno spaccato non solo di vita ma anche di arte dell’artista, è completezza. Quindi, dopo questo Ep spero di realizzarne uno. La sua fruizione, poi, è un altro discorso. Oggi si pubblicano persino singoli senza album, ma esistono perché esistono le piattaforme digitali.
Oggi un nuovo video. La danza è protagonista. Il corpo anche… tante le chiavi di lettura…
L’intreccio tra note e passi, tra parole e gestualità, illustra il tema principale del brano: la fiducia. Fiducia, dunque complementarità, tra forme d’arte diverse. Ogni parte è essenziale e indispensabile all’altro, esattamente come avviene nei rapporti umani. Fiducia è anche sincerità, è guardarsi negli occhi, è espressione di sé e condivisione con l’altro.