Articolo dal titolo emblematico questo per dare una sintesi estetica al secondo disco di SAN DIEGO, uscito per Mattonella Records e Grifo Dischi lo scorso mese di Aprile.
Un profilo decisamente lo-fi nei video ma che ovunque, suono compreso, cerca di restituire leggerezza e serenità. Canzone d’autore dal gusto new-wave dei tardi anni ’80, questo lavoro dal titolo “Ù” è l’ennesima firma di un cantautore d’atmosfera con quel certo modo di incastrare liriche e melodie che scivola senza pretese di rivoluzione e senza troppe elucubrazioni socio-filosofiche come d’altronde, da buoni nostalgici, vorremmo ritrovare anche nell’attualità cantautorale di questa nuova voce italiana. E invece torna ad imperare il pop automatico, semplice e per molti versi raffinato, come questo che cerca nel passato (e sa celebrarlo) un contaminazione digitale che, da generazioni, non ha mai smesso di promettere un futuro di grandi prospettive.
Ci colpisce questo tuo non badare all’estetica di te. Parlano i brani al tuo posto. Una visione molto battistiana, non trovi? Come mai, visto che siamo nell’era dell’apparire?
È vero, è che almeno per adesso non mi viene naturale sovraespormi, non la sento una cosa che mi appartiene.
Credo comunque che anche se avvenendo naturalmente questo approccio sia in linea e coerente con il progetto. Semmai dovesse evolvere in altre direzioni non escludo che mi si vedrà di più in foto, in video, ecc.
Insolito, ma neanche tanto, questo ritorno ad un mondo digitale degli anni ’80 e ’90. Cosa cerchi in particolare in questo momento storico?
Si ha spesso l’impressione (o l’illusione) che le cose passate abbiano un’anima, anche nell’era della tecnologia. È una cosa che sicuramente mi affascina, anche perché rappresenta una terra di mezzo, senza volergli dare per forza un’accezione positiva o negativa nel contesto storico.
Anche il video di lancio non è da meno. Come l’hai realizzato? Cosa contavi di ottenere e cosa invece hai ottenuto?
Proprio per questo discorso infatti l’idea è nata insieme ai ragazzi delle mie due etichette, volevamo creare un video che restituisse quelle sensazioni, se vogliamo anche emozioni, dettate dai pixel. Cercavamo anche qualcosa che fosse auto riferito, che rappresentasse un po’ un preludio a quello che stiamo vivendo attualmente, cioè noi davanti a uno schermo.
Parlaci di questo titolo “Ù”. Cosa significa e cosa rappresenta?
Volevo un titolo d’effetto, secco, minimale e immediato (come del resto i titoli dei pezzi) e l’idea che la “ù” sulla tastiera del computer sia accanto al tasto di invio ed esposta all’errore mi sembrava parecchio emblematico. Cioè metaforicamente tu vuoi andare accapo e invece esce fuori qualcosa che non volevi, e rimani là. Oltretutto nel disco è una vocale che si ripete in continuazione.
A chiudere: un disco che secondo te restituisce leggerezza e serenità?
Solitamente non ricerco queste caratteristiche in un disco ma di primo acchito ti dico: Air – Moon Safari.