– di Giacomo Daneluzzo
foto di Maddalena Risi –
IL LIVE: L’ITPOP COME NON L’AVETE MAI SENTITO
La sera del 15 dicembre sono stato al circolo Arci Bellezza di Milano, in occasione di un live che m’incuriosiva moltissimo: quello di svegliaginevra, al secolo Ginevra Scognamiglio. L’avevo intervistata il giorno prima, per parlare del live imminente e del suo nuovo singolo, “qualcosa!”, un brano molto interessante.
Il live è stato davvero qualcosa di inaspettato. L’opening act è stato quello di IRuna, artista e performer estremamente valida – che abbiamo intervistato non molto tempo fa – che ha tenuto il palco benissimo, scaldando il pubblico che era già arrivato con alcuni brani tratti dal suo album “Blue”, suonando con una band composta da tastiera, chitarra e batteria; quest’introduzione al live di svegliaginevra presentava già l’attitudine che sarebbe stata mantenuta dalla protagonista della serata: musica vera, suonata con gli strumenti, tagliente, rock, anche quando i pezzi erano più delicati, come in “Morbido” di IRuna, una ballata dolce e bellissima.
Dopo una breve pausa tra i due live, ecco arrivare svegliaginevra insieme alla band. Ciò che stupisce fin da subito è la grande assenza di una tastiera sul palco: come può un’artista “indie/itpop” come svegliaginevra, le cui produzioni sono estremamente elettroniche e che fa un largo uso di sintetizzatori e sound digitali, fare un concerto con una formazione del genere? Oltre a lei, che suonava la chitarra, c’erano ben due altre chitarre, un basso e una batteria. Una sorta di anti-Doors, in pratica.
E infatti io non ho sentito svegliaginevra. Ho sentito una rock band fare delle cover delle canzoni di svegliaginevra. O almeno, questa è l’impressione che ho avuto: a tratti non sembra neanche la stessa artista che ho imparato a conoscere con l’album “le tasche bucate di felicità” e con i singoli che sono seguiti! Eppure sì, è lei, non c’è dubbio, con quel suo modo particolare di usare la voce, quell’atteggiamento spontaneo… Le canzoni ripercorrono tutte le fasi artistiche dell’artista: si passa dalla malinconica “siamo(stati)” all’hit radiofonica “DUE”, dal cantautorato elettronico di “Come fanno le onde” al recentissimo “qualcosa!”, il tutto con un’energia e un coinvolgimento notevoli.
Insomma, l’esperienza di questo live è stata preziosa. Mi ha fatto ricordare di com’era andare ai concerti, visto che ormai ci si va sempre meno, ballando sotto il palco e cantando a squarciagola. Ma anche di quanto ci si possa stupire di come progetti apparentemente inseribili in un genere alla prova del nove del live si possano rivelare molto più di quanto avessimo pensato; svegliaginevra e il suo gruppo hanno suonato davvero bene, sono riusciti a trasmettere emozioni potenti e diverse tra loro a un pubblico che, purtroppo, ancora non è il “solito” pubblico dei concerti, ma ridotto e con la mascherina.
In sintesi, se vi capita la fortuna di poter andare a un live di svegliaginevra, non pensateci due volte e prendete i biglietti. Non vi deluderà, soprattutto se amate la musica, quella vera, quella suonata, quella dei concerti “all’antica”, senza basi registrate sotto e playback; svegliaginevra è al 100% un’artista sfaccettata, capace di dare il meglio di sé tanto in studio quanto in un live “diverso” e piacevolmente inaspettato. Uno di quei concerti da fermarsi dopo, alla fine, e chiedere agli artisti la scaletta, da conservare come cimelio per ricordarsi per sempre di una serata magica.
L’INTERVISTA: «SE FACCIO “qualcosa!” VOGLIO DARE SEMPRE IL MEGLIO!»
Come stai? Sei carica per domani?
Molto bene! E molto carica per domani, ho molta adrenalina. È il primo concerto da headliner, quindi sarà molto bello. Ho intenzione di regalarvi un bel concerto!
Ti va di parlarmi della tua esperienza a Sanremo Giovani l’anno scorso? Com’è stata?
È stata un’esperienza molto forte: Sanremo rappresenta la tradizione italiana, uno degli eventi più importanti della televisione. Ero super emozionata di proporre la mia canzone. Sono stata selezionata tra i sessantuno semifinalisti, ho fatto l’audizione davanti ad Amadeus, con tutti i giornalisti con la mascherina, e ho cantato la mia canzone, “Punto”. È stata un’esperienza che mi ha fatto crescere.
“qualcosa!” è un brano piuttosto particolare: com’è nato e che cosa significa per te?
È il primo singolo del mio nuovo disco. Volevo far capire dove sto andando con la produzione musicale, che si distacca un po’ da quello che ho fatto finora, com’è giusto, perché più scrivi canzoni più capisci che cosa vuoi fare. C’è stata una crescita che sento e che spero venga recepita: quando faccio qualcosa lo faccio al 100%, cerco di dare sempre il meglio.
Per me questa canzone ha un significato importante: dopo un disco sull’incomunicabilità e i suoi problemi voglio dare il messaggio di dire quello che si pensa e che si prova, senza averne paura. Il momento che descrivo è la preparazione a una serata, che ti porta al momento di dover decidere che cosa dire.
Nei tuoi testi è ricorrente anche il tema sentimentale: quanto c’è di autobiografico? Che rapporto hai con questa tradizione lirica?
I miei primi ascolti sono stati Battisti, De André e De Gregori, artisti che hanno fatto la storia della musica italiana e mi hanno insegnato come scrivere e come descrivere certe emozioni usando il linguaggio italiano. Mi è venuto spontaneo parlare di questo; non scrivo a tavolino, ho bisogno di scrivere per capire quello che provo, che spesso riguarda la sfera emotiva e dei rapporti con le persone.
Hai vissuto in Australia e hai fatto un sacco di cose prima di svegliaginevra… Questo tipo di esperienze ti ha influenzato dal punto di vista creativo?
Assolutamente. Sono molto legata alla musicalità: per me la produzione dev’essere descrittiva quanto le parole. Sono molto legata al mio produttore, siamo affini musicalmente, sa leggere quello che voglio dire e quando scrivo costruisco una pre-produzione molto “marcia” per dare un’indicazione della direzione musicale che poi il pezzo prende. Si tratta di un cinquanta-cinquanta.
Il mio modo di usare la voce… Potrei cantare in maniera diversa – ho studiato canto, lo so – però ho scelto questo tono perché è quello che mi rispecchia di più, sono una persona molto calma, molto spontanea e vorrei raccontare le cose nel modo che conosco meglio, cioè parlarne con calma e affrontare le cose. Uso la voce come uno strumento.
Quali sono i tuoi progetti dopo queste date?
Lavorerò all’album. Ci sto già lavorando da un po’ e quando uscirà ci sarà un nuovo tour, ma intanto, dopo “qualcosa!“, di cui sono molto contenta perché è un pezzo molto particolare e non sai mai come può essere percepito, invece molti feedback delle persone che mi seguivano anche prima quindi sono in un bel momento.