– di Angelo Andrea Vegliante –
Il suo non è un nome nuovo dalle parti di Exitwell. Lo scorso primo Maggio, in occasione del Concertone di Roma, infatti, abbiamo conosciuto tale progetto musicale nel backstage dell’evento capitolino. Lui, Simone Cavazzoni, è il cuore pulsante del progetto. Insieme ai suoi compagni di avventure da live, Elena e Alex, si è aggiudicato la prima posizione del contest 1MNEXT.
I Tristi sono una proposta interessante e intrigante, come già apparso dalla nostra video intervista realizzata proprio durante la manifestazione romana. E qualche giorno fa, a pochi mesi di distanza da quell’impatto con il pubblico del Primo Maggio, è uscito il nuovo singolo, “Vimodrone”. Abbiamo contattato proprio Simone per farci raccontare qualcosa di più.
ITristi, vincitori dell'1MNext 2019 | Primo Maggio 2019
I vincitori dell'#1MNext 2019 sono ITristi, che superate tutte le selezioni e calcato il palco del Primo Maggio Roma si sono conquistati la vetta! Ne sentiremo presto parlare: nel frattempo, c'è l'intervista di @Angelo Andrea Vegliante!
Pubblicato da ExitWell su Domenica 5 maggio 2019
I Tristi dopo il Primo Maggio. Cos’è successo? Cosa hai fatto?
“Dopo il Primo Maggio ho preso in affitto casa a Milano. Non sono diventato ricco (ride, ndr), ma avevo qualche risparmio da parte e ho deciso di trasferirmi in pianta stabile in una zona più comoda di Milano”.
Veniamo subito alla notizia del giorno, “Vimodrone”, il nuovo singolo. Cosa c’è di nuovo e cosa è stato mantenuto rispetto al passato?
“Il pezzo era già pronto da un po’, forse da più di un anno. Aspettavo solo un momento piacevole di stabilità in cui farlo uscire. Ora, forse, era il momento più opportuno per me”.
Questa canzone vuole essere un nuovo tassello verso la maturazione artistica?
“Ogni canzone è parte di un percorso. Sì, diciamo che sono tasselli che costruiscono un qualcosa che ancora non conosco. Non ci voglio pensare troppo, voglio sentirmi come un bambino che apre un giocattolo da montare e comincia senza leggere le istruzioni”.
Il brano è stato mixato da Matteo Cantaluppi. Come ti sei trovati con lui e come mai hai fatto questa scelta?
“Avevo questo pezzo prodotto sul telefono (che per me è la nuova frontiera della produzione) e ho deciso di farlo mixare siccome suonava piuttosto male. Credo che dopo il mix abbia acquisito una spinta superiore, ed era il sound che volevo ottenere dato il testo del brano”.
Sull’indie pop sembra esser stato detto di tutto, soprattutto a livello artistico. Nonostante questo, i Tristi stanno portando una vera e propria aria fresca all’interno del genere musicale. Secondo te, da cosa dipende?
“Dico solo che farò cose diverse molto presto, non voglio far parte di un genere. Se puoi definire qualcosa di questo progetto ‘Indie’ è solamente il fatto che non ho nessuna etichetta che finanzia, faccio tutto da solo a casa mia. Coinvolgo qualche amico per i video e ho due ragazzi stupendi (Elena e Alex) che suonano con me live”.
A mio avviso, il tuo forte è la ‘riconoscibilità’. Quanto tempo lavorate tutti assieme sulla realizzazione di un’impronta artistica che sia solamente vostra?
“Trattandosi di un progetto solista, ho semplicemente inserito nell’immaginario e nelle sonorità tutto ciò che mi piace. Ad esempio, amo la fantascienza ed i videogiochi, la musica in tutte le sue sfumature. È tutto uscito in modo naturale e anche molto di getto, difatti non vi è una gran cura del suono o della qualità fine a se stessa, non era tra i miei obbiettivi. Volevo solo degli appunti musicali online”.
Una delle caratteristiche peculiari del progetto è la nostalgia. Qual è la tua nostalgia? E come mai sembra far molta presa sugli ascoltatori?
“Io sono molto nostalgico, sto cercando di migliorare. La mia nostalgia forse è l’età in cui ero più piccolo e spensierato. Voglio parlare di ricordi, il ricordo è la cosa più suggestiva, secondo me”.
Ultima domanda, andiamo alla cronaca recente. Tommaso Paradiso ha lasciato i TheGiornalisti, quasi a confermare un trend tutto italiano che vede le band avere molta difficoltà a durare a lungo. Secondo I Tristi, è una situazione che riguarderà anche il futuro artistico del Bel Paese oppure, prima o poi, ci sarà un cambio di tendenza?
“Non saprei. Ho avuto parecchie band, questo è il mio progetto solista. Da solo sei più agile, dipende poi quanto influisce la presenza della band nel progetto. Nel mio caso, scrivo io tutto dalle batterie, chitarre, bassi al testo. Me la produco e arrangio da solo. Ci sono dei casi in cui invece le cose nascono insieme. Ricordo in passato quando ancora non sapevo suonare lo strumento, e un ragazzo che suonava con me nel 2004 mi portava le sue composizioni con la chitarra su cui io scrivevo i testi. In questo caso era una band, ci vedevamo sempre, mangiavamo la pizza, era come un’amicizia in cui l’incontro faceva nascere qualcosa. Non mi è più capitato e quindi sto da solo. Forse anche perché con la tecnologia si può avere una band virtuale con cui relazionarsi componendo sul pc e sentendo anche – più o meno – il risultato finale. Band non ne vorrei più. Collaborare mi piace invece, con amici e professionisti. Poi, ovviamente, io giro con Alex ed Elena che sono i miei amici di avventure Live in questo momento, ma non escludo che potrebbe espandersi un giorno anche la parte musicale sul palco. Vediamo che succede, per ora con loro facciamo già un bel casino.