È stato da poco pubblicato in distribuzione Believe “crater(e)“, il nuovo singolo del compositore e pianista Giulio Fagiolini. Un nuovo capitolo che anticipava l’uscita del nuovo disco “Sail the Skies”, oggi 23 settembre. Un brano che con le sue atmosfere crepuscolari pone ufficialmente fine all’estate, catapultandoci nel mondo dolce-amaro a tinte pastello di Giulio Fagiolini. Un brano che suona come una vecchia fotografia che ritrae una ballerina sulle punte si anima: «Lei balla nel futuro», prosegue l’autore, «all’interno di un cratere su Marte, tira un forte vento che muove il suo vestito di farfalla. Ci sono momenti di concentrazione, occhi, sguardi, una sensazione di isolamento felice, di essere lontani da tutto e non si torna indietro. È un ballo che rimane lì, che rimane… ballare per un tempo infinito, non c’è illusione, non c’è ritorno. È un teletrasporto».
Non potevamo resistere, lo abbiamo intervistato!
Qual è il viaggio che ti ha portato alla pubblicazione di “Sail the Skies”?
Un viaggio che si basa sul cambiamento, sulla trasformazione del passato in futuro.
Quale spazio ha la musica neo-classica e strumentale in Italia? Al di là di contesti meteora tipo Piano City e simili, dove consigli di muoverci?
A mio avviso sta prendendo sempre più spazio, anche se spesso capita di essere fraintesi. Consiglio sempre di muoversi attraverso idee originali e innovative che possano fare da spartiacque e ispirazione.
Ci sono altri compositori nostrani prendi come riferimento?
Mi piace Federico Albanese, ma credo che viva all’estero da diversi anni ormai. Un altro artista che apprezzo è Theo Teardo.
Quale tematiche traspaiono ascoltando questo disco?
La tematica per l’appunto è il cambiamento, la trasformazione. “Sail the Skies” parla di come si possa ascendere dalla schifezza del mondo nel quale stia- mo vivendo, e trovare in spazi alternativi oltre che la salvezza, magari nuovi spazi nei quali ricominciare a costruire.
Come hai impiegato il tempo dalla pubblicazione di “eco”?
Negli ultimi mesi ho lavorato a produzioni in studio per me e per terzi, scrivendo nuove cose, questo si fa, sempre.