Il 25 novembre si è tenuta a Firenze la finale della trentacinquesima edizione del Rock Contest, manifestazione organizzata da Controradio, che ha visto vincitori finali i Duck Baleno, band di rock psichedelico proveniente da Verona.
– di Roberto Callipari –
Qualche giorno fa raggiungiamo Francesco Ambrosini che quella sera, sul palco del Viper, abbiamo visto a voce e tastiere del quartetto veronese, per fare una chiacchierata su quello che è stato il contest per i Duck Baleno e fare assieme qualche considerazione su quanto abbia contato il concorso per il loro percorso.
Lo troviamo immerso nel suo lavoro, nel suo studio in centro a Verona, nel quale si occupa di produzione musicale per altri artisti, dove ci racconta come sia costantemente circondato dalla musica, ogni giorno.
Chi sono i Duck Baleno e perché questo nome?
I Duck Baleno si sono formati circa tre anni fa, ed eravamo tutte persone da derivazioni musicali diverse… Io ero tornato da Milano perché avevo fatto l’assistente di produzione lì, con un produttore, e dopo dieci anni ho cominciato a scrivere musica. Con il chitarrista, Francesco Quanilli, abbiamo messo a posto i pezzi, poi abbiamo chiamato gli altri musicisti, che sono Damiano Dalle Pezze alla batteria e Roberto Panarotto, il bassista. Abbiamo lavorato molto sul nostro suono, perché avevamo tutti background molto diversi: io arrivo dall’elettronica e dalla musica pop, il chitarrista dal blues stile Jack White, il batterista arriva dal punk ma ha fatto anche tanta musica prog, il bassista dal funk… è venuto fuori un bel marmellatone! Duck Baleno arriva dal mio pseudonimo lavorativo nella musica, che è Duck Chagall, e invece il batterista e il chitarrista avevano un gruppo prog che si chiamava Hardcobaleno: abbiamo messo insieme le due cose ed è venuto fuori Duck Baleno. Abbiamo tolto la parte hardcore, anche se ogni tanto è sempre hardcore comunque… (ride, ndr)
Confluite tutti da esperienze musicali diverse e anche lontane fra loro, ma ci sarà stato qualcosa che vi ha accomunato: una reference sonora, un genere, un’idea..?
Mah, in realtà devo dire che, dal punto di vista di reference sonora o di genere, secondo me siamo quattro persone che sanno ascoltare la musica, qualsiasi sia la sua derivazione. Mentre scrivevamo,i pezzi che sono usciti fuori ci piacevano, nonostante non rispecchiassero in toto il genere di nessuno di noi, ma le cose tornavano e funzionavano ed eravamo soddisfatti. Diciamo che ad unirci davvero, in fondo, è stata la nostra apertura mentale.
Com’è stato vincere il Rock Contest?
È stato fighissimo. Beh l’esperienza in generale è stata bellissima. Per la prima volta in un contest, dopo veramente tanti anni che ne facevo con una band o l’altra, c’era proprio un’aria serena e tranquilla. Tra le band ci siamo subito super supportati, non c’è stata rivalità di alcun tipo, anzi: quando poi abbiamo vinto abbiamo ricevuto subito un sacco di complimenti dagli altri ragazzi. Eravamo tutti molto sereni. Il contest è organizzato benissimo, i locali in cui si suonava erano molto molto belli, quindi ci siamo trovati molto bene.
Com’è stato interfacciarsi con gli altri artisti e cosa è significato per voi?
Sicuramente, al di là del lato musicale, dal punto di vista umano è stato bello, nel senso che siamo riusciti anche a creare dei link con loro per suonare o invitarli a suonare qui, a Verona. Sono stati anche rapporti di scambio proprio dal punto di vista lavorativo, musicale. Erano tutti molto validi dal punto di vista musicale, tra l’altro.
Riguardo al Rock Contest, in senso più ampio, come ci siete arrivati voi? Qual è stato il vostro percorso e il vostro vissuto?
Ci siamo arrivati come quello che ci siamo strutturati anche in questi anni. Abbiamo fatto anche altri contest, e comunque è sempre andata abbastanza bene: avevamo fatto il Vans Musicians Wanted, ed eravamo arrivati fra i primi cinque in Europa e Africa, e quello sicuramente ci ha dato molta spinta per continuare a credere in noi e nel nostro gruppo. Poi abbiamo preso parte a un contest per Color Fest, e infine il Rock Contest che a noi ha aiutato molto, dal punto di vista di band e di credere in quello che facciamo. Però parlando di come ci siamo iscritti e perché prendiamo parte al contest, si deve al nostro chitarrista, che conosceva un pochino la situazione, anche se non così bene, ci ha iscritti, e poi ci si è aperto un ventaglio di colori e di tutto quello che è stato questo contest.
Qual è la cosa che vi portate dell’esperienza e del Rock Contest? C’è un aneddoto, un’emozione o qualcosa in particolare che ricolleghi alla manifestazione?
Sicuramente suonare su dei palchi molto belli. È stato proprio un piacere – non è sempre detto che sia un piacere – suonare e che ci siano dei bei suoni, un bel palco, belle persone, una bella atmosfera, che le persone con cui lavori su un palco siano tutte molto professionali… Quindi ci siamo trovati comodissimi, era tutto perfetto dal punto di vista tecnico, ovviamente anche dal punto i vista umano… poi vabbè, di aneddoti ne avrei tanti, tra cui quello che il nostro chitarrista si è dimenticato la chitarra (ride, ndr) con i pedali, però ce l’abbiamo fatta alla fine.
Conoscevate già il contest?
Io no, personalmente non lo conoscevo. Quando ho parlato con Tobia, un membro dei C+C=Maxigross, band in cui suonavo prima dei Duck Baleno, visto che abbiamo un rapporto particolarmente vicino, gli ho detto dell’iscrizione e del fatto che non conoscessi il contest, e lui mi ha confermato che era una figata e quindi abbiamo cercato di spingere il più possibile per fare il migliore degli spettacoli. E questa cosa ci ha aiutato a cercare di fare del nostro meglio.
Che significato ha avuto per voi la vittoria?
È stato importante, anche per il discorso che ti facevo prima, ovvero che questa cosa ci ha dato ancora più spinta per andare avanti: noi abbiamo un disco sul quale stiamo lavorando, e sicuramente un po’ di aria fresca aiuta e ti aiuta a spingere ancora meglio in avanti. Quindi ora siamo supercarichi, stiamo finalizzando il nuovo album che uscirà l’anno prossimo penso, con calma, però è proprio una ventata d’aria fresca.
E cosa è successo quella sera dopo l’annuncio? Come vi sentivate?
Mah nel nostro caso abbiamo preso la macchina e alle due e mezza del mattino, tipo, siamo partiti per Verona. Però eravamo stracontenti, abbiamo fatto gli scemi tutto il viaggio. Ovviamente. (ride). In realtà abbiamo fatto gli scemi fino a ieri sera, che ci siamo visti per bere una birra e poi invece sono diventate centosessantatre le birre, quindi in realtà siamo molto bravi a fare gli scemi.
Consigliereste di partecipare al rock contest e perché?
Assolutamente sì, perché oltre a darti una bella vetrina dà tante possibilità di crescere nel mondo della musica, respirando un’aria estremamente professionale a tutti i livelli. E poi è uno dei contest meglio organizzati e gestiti, perché spesso si trovano situazioni un po’ raffazzonate, dove anche rischi di dover pagare se vuoi partecipare, ma questo non è proprio il caso…
I Duck Baleno, quartetto rock psichedelico di Verona, vincono il Rock Contest a novembre scorso in un’esibizione fra il magico e il rituale. Vi abbiamo raccontato la serata qui, se siete curiosi di sapere meglio com’è andata.