Esce “Per tutti questi anni”, l’esordio discografico del cantautore milanese ZUIN. E dopo questa introduzione d’ufficio diamo il benvenuto su ExitWell ad un lavoro che, come accadeva anni fa, è stato consumato prima sui palchi italiani e poi, una volta dimensionato e vissuto, lasciato correre libero su un supporto digitale. Ed è così che Zuin, ospite anche del Primo Maggio di Roma, porta a casa un lavoro di quel grande pop che a tratti si fa rock soffice come nel singolo “Io non ho paura” e che per quasi tutto il disco comunque mantiene un taglio decisamente intimo, volto ad inseguire le grandi scene internazionali, caldo di spiritualità e di quel vissuto personale che sta in bilico tra rabbia, rivalsa e quel grido di disperazione per un passato ormai perduto, come nella bellissima “Credimi”.
Ed il disco è pieno di momenti importanti. L’uomo ZUIN a nudo dentro l’estetica emozionante di una forma canzone.
Da qualche parte ho letto che questo esordio è il tuo disco di una vita. Almeno di questa avuto fino ad ora. Che ci dici?
Più che il disco di una vita direi che è una cosa a metà tra il “tirare le somme” e un esorcizzare i fantasmi del passato. Ho sempre cercato rifugio nella musica nei momenti difficili, mi sembrava il giusto modo di rendergli omaggio.
E poi questo titolo emblematico: allora è vero che un cantautore scrive perché dentro non riesce più a tenere qualcosa?
Nel mio caso è stato cosi, nella mia esperienza da scrittore di canzoni mi sono reso conto che nella stesura dei testi sono sempre più chiaro, forse crescendo ho meno paura di mettermi a nudo e mostrarmi per quello che sono.
E restando su questo tema: scrivere per ZUIN è salvezza, sopravvivenza o semplice estetica di gusto?
Direi sicuramente salvezza, nel momento in cui fisso sul foglio qualcosa è perché sono riuscito a sconfiggerla o almeno ho preso coscienza.
“Caro amico (Ti sfido)” è una citazione di Dalla? Che poi, canzone a parte, anche tu parli (anzi scrivi) ad un amico…
È una citazione ad uno dei cantautori più geniali del panorama italiano. Visto che in questa canzone anche io parlo ad un amico, che non riconosco più, ho voluto con il titolo trovare il modo per rendergli omaggio.
E proprio da questo brano prendo spunto per chiederti: citi e fai riferimento all’omologazione. Un concetto importante e delicato…
Viviamo in un mondo che ti porta all’omologazione, io stesso sono omologato alla massa in alcune cose, il problema più grosso per me è l’omologazione di pensiero, il lasciarsi spostare con così tanta facilità dalla massa.
Infine i suoni: quanta America hai inseguito?
Io inseguo l’America tanto quanto l’Italia, in America cerco i suoni, le ambientazioni, in Italia cerco la lirica, la poesia e il buon gusto, mastico tutto e lo risputo a modo mio, questa cosa mi diverte moltissimo, sul risultato lascio ovviamente giudicare agli altri.