Dutch Nazari. CE LO CHIEDE L’EUROPA | Recensione

– di Lucia Santarelli – Un album vero, espressione sarcastica e dolce di questo tempo, che si lascia ascoltare, sfogliare e che fa percepire la grammatura delle pagine, quelle in cui hanno trovato riparo gli scatti che raccontano di noi: è Ce lo chiede l’Europa, il secondo disco di Dutch Nazari, uscito per Undamento e prodotto da Sick et Simpliciter; la sua forza era stata anticipata dai…

Maldestro. MIA MADRE ODIA TUTTI GLI UOMINI | Recensione

– di Vincenzo Gentile – Nuovo lavoro in studio per Maldestro intitolato Mia madre odia tutti gli uomini. Un album vivo. Vero. Dopo la parentesi Sanremo, Antonio apre ancora di più le sue braccia, pronte ad accogliere chi sa ascoltare, percepire, assaporare tutta la sua profondità. Un viaggio che per ogni tappa cambia veste, colore, stile. Ogni traccia (sono 10) racconta in modo diverso un frammento della…

Jacopo Ratini, APPUNTI SULLA FELICITÀ | Recensione

– di Linh Vu Thuy – Dopo ben cinque anni di assenza dalle scene, il 9 novembre è stato pubblicato il terzo album della carriera musicale del cantautore romano Jacopo Ratini. Al contrario di ciò che ci si può aspettare da un album nel cui titolo è menzionata la “felicità”, questo disco si differenzia dai precedenti lavori dell’artista (Ho fatto i soldi facili e Disturbi di personalità) proprio per…

Alessio Bondì, NIVURU | Recensione

– di Clara Giacalone – Un Alessio Bondì sopraffatto da un amore che non gli lascia tregua, sensazioni forti che gli attanagliano il cuore nero, Nivuru, e che manifesta accarezzando una chitarra con membra impotenti. Un Alessio Bondì che si svuota e si consuma di passione, smania e brama, con la consapevolezza che è fatto così e non gli basterà mai. Un excursus di sentimenti per…

Campos, UMANI, VENTO E PIANTE | Recensione

– di Chiara Bravo – Già dal titolo, i Campos convocano gli estremi della loro poetica, gli stessi entro cui si sviluppa tutto il libro degli eventi del Mondo, l’umano e la natura. Spronata da un linguaggio terso, un’umanità fragile e storta si muove in paesaggi elettroacustici complessi, animando ballate kafkiane (Schiena di bue), folk boniveriani dai ritmi tribali (Qualcosa cambierà, Take me home) e impasti magistrali di rumori…